sabato 22 novembre 2014

L'albatro

Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio 
      Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari, 
      Che seguono, indolenti compagni di vïaggio, 
      Il vascello che va sopra gli abissi amari. 

5    E li hanno appena posti sul ponte della nave 
      Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro 
      Pietosamente calano le grandi ali bianche, 
      Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi. 

      Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore! 
10  Lui, prima così bello, com'è comico e brutto! 
      Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco, 
      L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava! 

      Il Poeta assomiglia al principe dei nembi 
      Che abita la tempesta e ride dell'arciere; 
15  Ma esule sulla terra, al centro degli scherni, 
      Per le ali di gigante non riesce a camminare.


Charles Baudelaire

sabato 1 novembre 2014

Vocazione naturale

Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli.
È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro.
Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente con altri impieghi

Luigi Einaudi

Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
Quasimodo 

domenica 19 ottobre 2014

Ogni cane ha la sua giornata

Poi Teramene disse: «Bene, ogni cane ha la sua giornata, e oggi è toccato ai demagoghi».

Molti assentirono e Teramene continuò: «Ragionano con le orecchie, gli occhi, le pance o quel che volete, ma non con la testa.

Le Ultime Gocce di Vino - Mary Renault 

Provare a vederci chiaro



NORA: Che intendi per sacri doveri?

HELMER: E debbo dirtelo io? Quelli che hai verso tuo marito e i tuoi figli.

NORA: Ne ho altri non meno sacri.

HELMER: Non è vero. Di quali doveri parli?

NORA: Dei doveri verso me stessa.

HELMER: Prima d'ogni altra cosa, tu sei sposa e madre.

NORA: Non credo più a questi miti. Credo di essere anzitutto un essere umano, come lo sei tu... o che almeno devo sforzarmi di diventarlo. So che la maggioranza degli uomini ti darà ragione, e che anche nei libri dev'esserci scritto che hai ragione. Ma io non posso più ascoltare gli uomini, né badare a quello ch'è stampato nei libri. Ho bisogno di idee mie e di provare a vederci chiaro.

Ibsen, Henrik 

venerdì 5 settembre 2014

Man in the arena

It is not the critic who counts; not the man who points out how the strong man stumbles, or where the doer of deeds could have done them better. The credit belongs to the man who is actually in the arena, whose face is marred by dust and sweat and blood; who strives valiantly; who errs, who comes short again and again, because there is no effort without error and shortcoming; but who does actually strive to do the deeds; who knows great enthusiasms, the great devotions; who spends himself in a worthy cause; who at the best knows in the end the triumph of high achievement, and who at the worst, if he fails, at least fails while daring greatly, so that his place shall never be with those cold and timid souls who neither know victory nor defeat.

Theodore Roosevelt

giovedì 4 settembre 2014

Livin on a prayer

Once upon a time
Not so long ago

Tommy used to work on the docks
Unions been on strike
He's down on his luck... it's tough, so tough
Gina works the diner all day
Working for her man, she brings home her pay
For love - for love

She says we've got to hold on to what we've got
Cause it doesn't make a difference
If we make it or not
We've got each other and that's a lot
For love - well give it a shot

Whooah, we're half way there
Livin on a prayer
Take my hand and we'll make it - I swear
Livin on a prayer

Tommy's got his six string in hock
Now he's holding in what he used
To make it talk - so tough, it's tough
Gina dreams of running away
When she cries in the night
Tommy whispers baby it's okay, someday

We've got to hold on to what we've got
Cause it doesn't make a difference
If we make it or not
We've got each other and that's a lot
For love - well give it a shot

Whooah, we're half way there
Livin on a prayer
Take my hand and we'll make it - I swear
Livin on a prayer

We've got to hold on ready or not
You live for the fight when it's all that you've got

Whooah, we're half way there
Livin on a prayer
Take my hand and we'll make it - I swear
Livin on a prayer

Bon Jovi

martedì 22 luglio 2014

Che cos'è l'amor

Che cos'è l'amor
è un indirizzo sul comò
di un posto d'oltremare
che è lontano
solo prima d'arrivare

Vinicio Capossela

sabato 14 giugno 2014

Tra le tue braccia

AIDA: Presago il core della tua condanna,
in questa tomba che per te s'apriva
io penetrai furtiva...
e qui lontana da ogni umano sguardo
nelle tue braccia desiai morire.

Aida - Giuseppe Verdi

Gelosia

AMNERIS:
Ohimè!... morir mi sento... Oh! chi lo salva?
E in poter di costoro
io stessa lo gettai!... ora, a te impreco.
Atroce gelosia, che la sua morte
e il lutto eterno del mio cor segnasti!

Aida - Giuseppe Verdi

venerdì 30 maggio 2014

Particolare

Finché nel quadro trovai la mia bellezza.
In un angolo, nella parte destra in basso, la testa bionda di un soldato morto.
Senza più elmo o armi, a occhi chiusi e con un braccio disteso a terra, la mano
aperta, in pace dentro a tutto quel tumulto. Ne ammirai la verità, la precisione,
immaginai il colpo che l’aveva abbattuto. Dimenticai i cavalli impennati, le spade rivolte contro il cielo, la ferocia dei volti. Tutto il quadro mi sembrò dipinto solo per quel particolare, perché io lo scoprissi.


Di tutte le ricchezze - Stefano Benni

Respiriamo


Yes I understand that every life must end, aw huh,..
As we sit alone, I know someday we must go, aw huh,..
I'm a lucky man to count on both hands
The ones I love,..

Some folks just have one,
Others they got none, aw huh,..

Stay with me,..
Let's just breathe.

Practiced are my sins,
Never gonna let me win, aw huh,..
Under everything, just another human being, aw huh,..
Yeh, I don't wanna hurt, there's so much in this world
To make me bleed.

Stay with me,..
You're all I see.

Did I say that I need you?
Did I say that I want you?
Oh, if I didn't now I'm a fool you see,..
No one knows this more than me.
As I come clean.

I wonder everyday
as I look upon your face, aw huh,..
Everything you gave
And nothing you would take, aw huh,..
Nothing you would take,..
Everything you gave.

Did I say that I need you?
Oh, Did I say that I want you?
Oh, if I didn't now I'm a fool you see,..
No one know this more than me.
As I come clean.

Nothing you would take,..
everything you gave.
Hold me till I die,..
Meet you on the other side.


Just Breath - Pearl Jam

mercoledì 26 marzo 2014

La Cura

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te.

Franco Battiato

venerdì 14 febbraio 2014

Non saprai mai

Non saprai mai che la tua anima viaggia
come in fondo al mio cuore, dolce cuore adottivo;
e che nulla, né il tempo, gli altri amori, gli anni,
impediranno mai che tu sia stato.

Che la beltà del mondo ha già il tuo viso,
di tua dolcezza vive, splende del tuo chiarore,
e all’orizzonte il pensieroso lago
narra soltanto la tua serenità.

Non saprai mai che porto la tua anima
come una luce d’oro che rischiara i passi;
che un po’ della tua voce suona nel mio canto.

Dolce fiaccola i tuoi raggi, dolce braciere la tua fiamma,
mi insegnano il cammino dei tuoi passi,
e un poco ancora vivi, perché ti sopravvivo.
 
Marguerite Yourcenar

domenica 9 febbraio 2014

A cuore aperto


Che ore sono?
- E' quasi mezzogiorno
E' brutto quando il tuo corpo piano piano si ferma. Non c'è un vero dolore, ma un crescente vuoto e pezzetto dopo pezzetto te ne dimentichi. Una piccola puntura di spillo ed un battito del cuore fuori ritmo, e non senti più il fastidio che ti perseguitava. E' triste, ma è naturale
Che ore sono?
- Quasi mezzogiorno
- Quasi mezzogiorno. Che c'è amore? Perché mi guardi così? La stanza è pulita; le lenzuola profumano di fresco. I fiori sono sul davanzale, la finestra aperta lascia entrare un caldo piacevole. E' una bella giornata per andare. Era bello essere così giovani, occhi d'acqua.
- E' quasi mezzogiorno
- Ci siamo. L'avevano detto.
- Non ho paura Giuseppe. Prima o poi deve succedere, no? Il fiume continua a scorrere, i suoi panorami sfumano in lontananza, caldi e azzurri come la memoria. La memoria. Ricordati di me. Il paesaggio raccoglie la sua vecchia pelle increspata e fa capolino bramosamente sul muro dei tuoni che vengono da nord. Ho preso tutto il sole possibile. Voglio restare in piedi, nuda sotto la pioggia, aprire tutti i miei pori e berla, tutta; sentire la mia pelle di nuovo giovane, tirarsi sul mio corpo senza sgualcirsi, dolcemente. La schiena tornerà dritta. I muscoli di nuovo scattanti. Io mi stiracchierò in quell'acqua e mi vedrò per quella che sono davvero, dentro. Quella che correva con te a tuffarsi nello stagno del salice dopo la scuola: giovane. Ricorda tutto di me.
- Vorrei crederti, ma so che non è vero. Vorrei fidarmi di queste parole, ma non ci riesco. Vorrei che fosse vera la serenità che cerchi di trasmettermi, ma niente da fare.
- Le più belle parole del mondo.
- tu non vuoi andartene
- non voglio lasciarti
- lo so. Da come mi stai guardando lo so.
- Cosa senti per me piccolo mio?
- Sto morendo con te
- fammi andare!

Anch'io ho scritto qualcosa per te
Succede così: tutto procede uguale per anni; e succede anche che di tutta questa consuetudine senza colpi di scena te ne lamenti. Tu lo facevi sempre. Ti dichiaravi addirittura annoiata da questa vita, da questa routine. Ma io sapevo, l'ho sempre saputo che era solo un tuo modo di fare. E' che in realtà la nostra vita consueta prevedibile e sempre uguale era il tuo vanto. Lo sapevo perchè siamo uguali dentro, nel profondo. E perché era anche il mio di vanto. Succede. E come è bello conocersi così bene. E' quel momento in cui la consuetudine di una vita insieme non ti pesa, ma anzi ne sei orgoglioso. E non è un adattarsi, né un rassegnarsi né un abituarsi. E' che la vita insieme è fatta di vita insieme. E la simbiosi tra due persone fa sì che ci si compenetri in tutto. Non c'è routine in un gesto che racconta queste cose, non ti stancherani mai di vederlo, non ti stancherai mai di farlo. Non mi sono mai stancato di te. Succede. Succede. Ormai è raro, ma succede. Succede. Ma poi succede anche che il controllo della tua storia, la scaletta sempre uguale del tuo programma preferito, la tua vita, ti sfugge di mano, e un fuori programma prende il sopravvento. A una certa età lo sai che può succedere. Ma quando succede non sei ancora pronto. E succede che il panico inonda ogni angolo del tuo corpo. E' un fiume di ricordi in piena. Le immagini si affastellano l'una all'altra ad un ritmo indescrivibile. Succede. Succede. Eccome se succede. Succede. Succede. E sai che tra un minuto sarà tutto finito. Non ci puoi credere ma è così. E senti che hai ancora molte cose da dire. Ma sai anche che non avrai più il tempo per farlo. E' una sensazione straziante. Ti senti impotente. Non c'è più un margine di recupero. E' arrivata la fine. Quel che è fatto è fatto, e quel che non è fatto …. E allora succede che il pensiero di non condividere più quella la vita, quella routine ti devasta. Troppe cose stanno rimanendo dentro di te. Troppe cose devi ancora dire e non sono, non devono essere le cose brutte, no! non le scuse, non i sensi di colpa da cancellare, non sono non devono essere i segreti, no! Sarebbe scorretto volersi pulire la coscienza adesso, consegnarti il fardello dei miei rimorsi e sentirmi onesto solo perché nell'ultimo minuto di vita insieme ho trovato il coraggio per dirteli, no! Non sono, non devono essere queste le cose che vorresti dire adesso. Non deve succedere così. Vorresti solo, e non è poco, dire tutte le cose belle che hai sempre pensato e che per pigrizia, forse stupido pudore, non hai mai avuto il coraggio di dire; vorresti descrivere quanto grande è stato il tuo amore e raccontare le sensazioni di un bacio, dipingere la profondità di uno sguardo, cantare l'armonia del contatto fisico. Vorresti! Ma succede che il tempo carceriere ha vinto ancora. E quello che resta è insopportabile, un vuoto intatteso, un dolore atroce, un peso sullo stomaco, un ronzio fisso nelle orecchie. L'illusione che sia tutto un brutto sogno viene sbeffeggiata da un sobbalzo della realtà che ti schizza in faccia senza preavviso graffiandoti il cuore e il cervello con artigli di ghiaccio e per la prima volta assapori l'amarezza della solitudine. Disperato. Perché sai che tutto l'amore che hai dentro non l'hai mai fatto vedere: solo all'inizio, quando il pudore veniva soggiogato dalla magia delle pulsioni, dalla novità delle reciproche scoperte, quando l'imbarazzo dell'adolescenza era una forza, e non una debolezza. E da allora in poi sai che sei stato avaro. E questa avarizia testarda brucia e corrode. E purtroppo continuerà a bruciare e a corrodere ancora per molto. E allora, solo allora capisci: ci voleva così poco per fare così tanto! E per la prima volta disperatamente succede che le parole ti schizzano fuori dalla bocca e dal cuore con la forza di un vulcano e finalmente parli, perché il cuore che hai tu sta esplodendo per te. Ti amo! Ti ho amato da impazzire!

A cuore aperto scritto e diretto da Patrizio Cigliano,

venerdì 7 febbraio 2014

Salire la china

Ho imparato che tutti, al mondo, vogliono vivere in cima alla montagna senza sapere che la vera felicità sta in come si sale la china.

GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ

giovedì 6 febbraio 2014

Discorso agli Ateniesi

"Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così."

Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.
Tucidide - La guerra del Peloponneso