giovedì 31 marzo 2016

Capolino

Il sole aveva iniziato a fare capolino tra le nuvole e il cielo andava progressivamente schiarendosi

Pioggia sul viso, Natsuo Kirino

lunedì 28 marzo 2016

Arroganza

All'estero ci amano per il jazz. E non ci odiano per le nostre presunte libertà e giustizia per tutti. Adesso ci odiano per la nostra arroganza.

Un uomo senza patria, Kurt Vonnegut

domenica 27 marzo 2016

Dispotismo della maggioranza

Tocqueville individua la possibilità che la democrazia possa degenerare in dispotismo. Un dispotismo  molto particolare, perché il dispotismo della maggioranza essendo basato sul numero, e sull'adesione e sul consenso individuale dei singoli, è ancora più pericoloso del vecchio dispotismo: mentre il vecchio dispotismo delle tirannidi controllava e governava i corpi, il dispotismo della maggioranza entra nell'animo degli uomini, perché chi ha una idea particolare, originale ma contraria al senso comune, si guarda bene dallesplicitarla perché sa che si autoescluderá dal consesso umano. La democrazia governa gli individui in modo da impedire ab origine che la loro particolarità ed individualità possa esplicarsi.

Nelle repubbliche democratiche (…) il padrone non dice più: tu penserai come me o morirai; dice: sei libero di non pensare come me; la tua vita, i tuoi beni tutto ti resta, ma da questo giorno tu sei uno straniero tra noi. Conserverai i tuoi privilegi di cittadinanza, ma essi diventeranno inutili, poiché se tu ambisci l’elezione da parte dei tuoi cittadini, essi non te l’accorderanno e se chiederai solo la loro stima, essi giungeranno anche a rifiutartela. Resterai tra gli uomini, ma perderai i tuoi diritti all’umanità. Quando ti avvicinerai ai tuoi simili, essi ti fuggiranno come un essere impuro; e anche quelli che credono nella tua innocenza ti abbandoneranno, poiché li si fuggirebbe a loro volta“.

https://m.youtube.com/watch?v=-ciK3W8Jvig

Risata

Lo sa Dio se la risata non è un modo in cui l'anima cerca un po' di sollievo.

Un uomo senza patria, Kurt Vonnegut

martedì 22 marzo 2016

Percepire la realtà

Camminare consente di percepire la realtà con tutti i sensi, di farne pienamente esperienza lasciando all’uomo l’iniziativa. Non privilegia unicamente lo sguardo, a differenza del treno o dell’auto, che istituiscono la distanza dal mondo e la passività del corpo. Si cammina per nessun motivo, per il piacere di gustare il tempo che passa, di concedersi una deviazione per meglio ritrovarsi alla fine del cammino, per scoprire luoghi e volti sconosciuti, per aumentare la conoscenza corporea di un mondo inesauribile di sensi e sensorialità; o anche, semplicemente, per rispondere all’invito della strada. Camminare è un modo tranquillo per reinventare il tempo e lo spazio. Prevede uno stato d’animo, una lieta umiltà davanti al mondo, un’indifferenza alla tecnica e ai moderni mezzi di trasporto o, quantomeno, un senso della relatività delle cose. Fa nascere l’amore per la semplicità, per la lenta fruizione del tempo.

Il mondo a Piedi, David Le Breton

Camminare

Perdere tempo a camminare appare come un atto anacronistico in un mondo dominato dalla fretta. Poiché introduce una dimensione dilettevole del tempo, come dei luoghi, il camminare rappresenta uno scarto, uno sberleffo alla modernità. È qualcosa che intralcia il ritmo sfrenato della nostra vita, un modo pacifico di prendere le distanze.

Il mondo a Piedi, David Le Breton

Le anime dei vivi

Le anime dei vivi bruciano lentamente. Le candele si consumano, appare la vecchia nera e raccoglie i moccoli nel vestito. Anche a noi succederà così: bruceremo, bruceremo e alla fine ci spegneremo. Le candele bruciano fino in fondo, mentre alle persone può accadere di non arrivare fino al moccolo.

Il tempo delle donne, Elena Cizova

Camminare all'indietro

Noi stiamo costruendo una nuova vita, dicevano ridendo, mentre voi, mamma, fate di testa vostra. Vi crogiolate nel passato zarista. Sembra che camminiate all’indietro. Non si può tornare a quel tempo, e la vostra religione è come l’oppio.
Che sciocchezza è mai questa? L’oppio si compra in farmacia, te lo prescrivono contro il dolore. La nuora rincarava la dose. Guardatevi intorno, mamma. Per me è tardi per guardarmi intorno, fatelo voi, questa vita sarà la vostra. Non fecero in tempo a guardarsi intorno: vennero a prenderli. Sparirono così, nel loro comunismo.

Il tempo delle donne, Elena Cizova

Amarezza

E con amarezza considerava come tutta la sua vita fosse stata così: niente in fondo gli era mancato ma ogni cosa sempre inferiore al desiderio, una via di mezzo che spegneva il bisogno, mai gli aveva dato piena gioia.

Dino Buzzati, Sessanta Racconti

Avanzare verso la meta

Un'ansia inconsueta da qualche tempo si accende in me alla sera, e non è più rimpianto delle gioie lasciate, come accadeva nei primi tempi del viaggio; piuttosto è l'impazienza di conoscere le terre ignote a cui mi dirigo.
Vado notando - e non l'ho confidato finora a nessuno vado notando come di giorno in giorno, man mano che avanzo verso l'improbabile mèta, nel cielo irraggi una luce insolita quale mai mi è apparsa, neppure nei sogni; e come le piante, i monti, i fiumi che attraversiamo, sembrino fatti di una essenza diversa da quella nostrana e l'aria rechi presagi che non so dire.

Dino Buzzati, Sessanta Recconti

sabato 19 marzo 2016

venerdì 18 marzo 2016

Il sonno

Di tutti i piaceri che lentamente mi abbandonano, uno dei più preziosi, e più comuni al tempo stesso, è il sonno. Chi dorme poco o male, sostenuto da molti guanciali, ha tutto l'agio per meditare su questa voluttà particolare. Ammetto che il sonno perfetto è quasi necessariamente un'appendice dell'amore: come un riposo riverberato, riflesso in due corpi. Ma qui m'interessa quel particolare mistero del sonno, goduto per se stesso, quel tuffo inevitabile nel quale l'uomo, ignudo, solo, inerme, s'avventura ogni sera in un oceano, nel quale ogni cosa muta - i colori, la densità delle cose, persino il ritmo del respiro, un oceano nel quale ci vengono incontro i morti. Nel sonno, una cosa ci rassicura, ed è il fatto di uscirne, e di uscirne immutati, dato che una proibizione bizzarra c'impedisce di riportare con noi il residuo esatto dei nostri sogni.

Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar

Profilo della morte

Come il viaggiatore che naviga tra le isole dell'Arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte.

Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar

sabato 12 marzo 2016

Corpo

Per la prima volta stamane, m'è venuto in mente che il mio corpo, compagno fedele, amico sicuro e a me noto più dell'anima, è solo un mostro subdolo che finirà per divorare il padrone.

Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar

Medici

Se ti mancano i medici,
siano per te medici queste tre cose:
l'animo lieto, la quiete e la moderata dieta

Scuola Medica Salernitana

martedì 8 marzo 2016

Pregare

C’è stato un tempo in cui pregare era come respirare, in cui pregare era un evento della natura. La preghiera aveva la stessa forza della neve, della pioggia, del sole, della nebbia. Era come il susseguirsi delle stagioni.

Il complesso di Telemaco, Massimo Recalcati

giovedì 3 marzo 2016

Andare avanti

Ma poi è arrivata quella mattina. Dove misteriosamente ho sentito che non faceva più così tanto male là dove faceva male. O che forse, ormai, a quel dolore mi stavo abituando. E che in un modo o nell'altro, insomma, potevo andare avanti.

Chiara Gamberale, Per dieci minuti