sabato 30 luglio 2016

Il passato

Nel 44 sono finito in una grossa retata e mi hanno mandato in campo di concentramento. Mai avuto tanta fame in vita mia, non c'era niente da mangiare, niente ..... pesavo quarantecinque chili quando ci hanno liberato gli indiani e ci hanno dato del riso cotto in un vaso da notte. Be', vuol ridere ingegnere? ogni tanto io me lo faccio cuocere così da mia moglie, in un vasino, per ritrovare il gusto di allora .... Sa cosa vuol dire questo? che del passato bisogna dimenticare le brutte e tenere solo quelle belle.

Carlo Lucarelli, L'estate torbida

Efficienza, profitto e preghiera

... la società odierna oramai assediata dal principio dell'efficienza, del profitto, del guadagno ad ogni costo, del consumo, della moltiplicazione ossessiva della produzione, della crescita urbanistica disumana e disumanizzante; una società che reputa tempo perso ogni tempo che non sia money. Ricorda infatti che, se è vero che non esiste un'antropologia unica rispondente alla visione religiosa e specificamente evangelica dell'umano, è pur vero che esistono antropologie contrarie ad essa e perciò incapaci di favorirla o più semplicemente di renderla possibile. Creare spazio alla preghiera e al recupero del suo essenziale spessore ontologico è perciò anche un impegno controculturale, è pure un lavoro a favore di una società e di una convivialità che non rischi di scarificare l'umano sull'altare de profitto e dell'utile.

Adriana Zarri, Nostro Signore del deserto

Pregare non è dire preghiere

Pregare non è dire preghiere, non è recitare formule, non è chiedere cose o miracoli o guarigioni, non è fare qualcosa, non è insomma un impegno da portare a compimento, un obbligo da eseguire. Pregare è essenzialmente un gesto dell'essere, una specifica connotazione esistenziale.

Adriana Zarri, Nostro Signore del deserto

Vivere da guerriero

Chi vive da guerriero deve anche morire da guerriero.

Andrea Frediani, 300 guerrieri La battaglia delle Termopili

I maratoneti

E qui sta l'ironia. Per uccidere te stesso correndo, devi prima allenarti per diventare un buon corridore poiché altrienti non avresti la forza di spingerti così oltre. Pertanto i Maratoneti si sottopongono ad ardui allenamenti per andare incontro al loro destino e se per caso inciampano lungo la loro strada fatale, sanno come riprendersi immediatamente e continuare. Penso che sia una sorta di religione.

Paul Auster, Nel paese delle ultime cose

Stare in piedi

Metto un piede davanti all'altro,e poi l'altro di fronte al primo, e poi spero di farlo ancora. Niente di più. Devi capire come vanno le cose per me. Mi muovo. Respiro l'aria che mi è data. Mangio il meno possibile. Non importa quello che ti dicono, l'unica cosa che conta è stare in piedi.

Paul Auster, Nel paese delle ultime cose

Meno

Devi abituarti a campare con il meno possibile. Quando vuoi meno, finisci per essere contento del meno, e meno ti serve meglio stai.

Paul Auster, Nel paese delle ultime cose

Niente dura

Queste sono le ultime cose. Una casa un giorno è lì e il giorno dopo è sparita. Una strada lungo la quale solo ieri camminavi, oggi non esiste più. Persino il tempo è in un flusso costante. Un giorno di sole seguito da un giorno di pioggia, un giorno di neve seguito da un giorno di nebbia, il caldo e poi il freddo, il vento e poi la calma, un periodo di freddo pungente e poi oggi, nel mezzo dell'inverno, un pomeriggio di luce fragrante, caldo al punto da far sudare. Quando vivi in città impari a non dare nulla per scontato. Chiudi gli occhi per un attimo, ti giri a guardare qualcos'altro e la cosa che era dinanzi a te è sparita all'improvviso. Niente dura, vedi, neppure i pensieri dentro di te. E non devi sprecare il tempo a cercarli. Quando una cosa sparisce, finisce.

Paul Auster, Nel paese delle ultime cose

venerdì 8 luglio 2016

Mangiare

Non c'è niente di più bello che mangiare del buon cibo. Il cibo può rendere felici ed è la sola cosa al mondo che, almeno per qualche istante, permette di dimenticare tutte le pene e i dolori

Ito Ogawa, La cena degli addii

sabato 2 luglio 2016

Ritrarre l'impercettibile

È molto più facile raffigurare caratteri di grande rilievo: lì si può semplicemente buttar giù colori a piene mani sulla tela: ardenti occhi neri, sopracciglia spioventi, la fronte solcata da una ruga, un mantello nero o scarlatto come il fuoco gettato sulla spalla - e il ritratto è bell’e pronto; ma tutti questi signori, come ce n’è tanti al mondo, che a vedersi sono così simili l’uno all’altro, mentre osservando bene vi scorgerai molte particolarità quasi impercettibili - questi signori sono tremendamente difficili da ritrarre. Qui bisognerà concentrare al massimo l’attenzione, finché non si riuscirà a fare emergere tutti i tratti sottili, quasi invisibili, e in generale bisognerà spingere molto a fondo lo sguardo già esercitato nella scienza dell’indagine.

Gogol, Le anime morte