sabato 17 settembre 2016

Immedesimarsi

Alla fine della storia il vuoto della morte pesava sulle sue spalle peggio di una responsabilità. Perché oramai Rocco Schiavone aveva individuato il colpevole. Gli erano bastati pochi giorni per capire, inseguire e andare a prendere l'assassino, l'idiota, la persona che aveva rotto l'equilibrio naturale. Che aveva spezzato una vita per cosa? Egoismo? Follia?
Ma per capire l'egoismo la rabbia o la follia, Rocco doveva immedesimarsi, come fanno i bravi attori prima di interpretare un personaggio. E per immedesimarsi doveva entrare nella testa malata di quella gente, mettersi addosso la loro pelle lurida, mimetizzarsi e scendere laggiù, nelle fogne, a cercare con una torcia la parte più indegna è sporca di un essere umano. E laggiù nella fogna, nella palude, doveva restare acquattato finché il colpevole, il bastardo non fosse venuto a tiro. Poi finalmente poteva risalire verso l'aria è ripulirsi. Solo che per togliersi tutta quella sporcizia, ci impiegava giorni, magari mesi. E gliene rimaneva sempre un po' attaccata alla pelle.
Sapeva che se avesse continuato con quel mestiere, il fango non se lo sarebbe più tolto di dosso.

La costola di Adamo, Antonio Manzini

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