Per oltre un secolo il segno distintivo della sinistra è stato la convinzione che sia sacrosanto dovere della comunità prendersi cura di tutti i suoi membri e assisterli collettivamente contro forze potenti cui non possono opporsi da soli. Le speranze socialdemocratiche di assolvere a questo compito sono state generalmente riposte nel moderno Stato nazione sovrano, sufficientemente potente e ambizioso da limitare i danni perpetuati dal libero gioco dei mercati, costringendo gli interessi economici a rispettare la volontà politica della nazione e i principi etici della comunità nazionale. Ma gli Stati-nazione non sono più potenti cime erano o speravano di diventare in passato. Gli Stati politici, che un tempo rivendicavano piena sovranità militare, economica e culturale sul territorio e relativa popolazione, non hanno più la sovranità su questi aspetti della vita comune.
Quello sviluppo ha lasciato i socialisti privi dello strumento decisivo (l'unico esistente?) per l'attuazione del loro progetto. Semplicemente, uno Stato sociale che garantisca la sicurezza esistenziale di tutti non è più pensabile.
Zigmunt Bauman, Vite che non possiamo permetterci
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