domenica 28 luglio 2019

Luce come simbolo

Non si è forse mai meditato abbastanza sul fatto che Van Gogh e Segantini (divisi da soli cinque anni di età) concepiscono entrambi la luce come simbolo, simbolo di qualcosa che si identifica fatalmente con il dramma dell'esistenza. Non solo per entrambi questo dramma - che è tragedia intrinseca al destino dell'uomo - va letto nella natura, cioè nell'entità sconfinata, magica e matena che, sola, potrebbe fornire indizi sul senso e sulla fatalità dell'esistenza umana.

Flavio Caroli, Il Divisionismo 

Vento della follia

Nei mesi fra il 1889 e il 1890 (i mesi in cui comincia, propriamente, il Divisionismo) in tutta la civiltà europea accadono eventi di rilevanza addirittura antropologica. Nel 1889 (proprio nei giorni, lo ricordo, dell'internamento di Van Gogh in manicomio) su tutta Europa si alza il vento della follia. "La follia è utile, perché insegna a essere ragionevoli", dice Vincent. In questi stessi giorni Ensor dipinge col colore puro la visione stravolta e pettegola dell'Entrata di Cristo a Bruxelles, mentre Munch entra nell'allucinazione che lo porterà a concepire l'urlo. In questi mesi, la ragione o quella che si ritiene tale, abbandona definitivamente anche Friedrich Nietzsche, il quale a Torino, abbraccia un cavallo percosso dal suo
vetturino e scoppia in lacrime.

Flavio Caroli, Il Divisionismo

giovedì 25 luglio 2019

Seduttore

Tendere insidie sempre eguali, percorrere la solita strada, che si limita a perpetui approcci, e alla quale la conquista segna il traguardo, hanno tediato. La tecnica del vero seduttore esige, nel passaggio da un soggetto a un altro, una disinvoltura, un'indifferenza che io non provo e che, comunque perdevo prima di abbandonarle intenzionalmente: non mai compreso come si possa essere sazio di un essere umano. 

Marguerite Yourcenar

Abdicare alla ragione

Non è necessario per un bevitore abdicare all'uso della ragione, ma l'innamorato che conservi la sua non obbedisce fino in fondo al suo demone 

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

martedì 23 luglio 2019

Bassa voce

Questo è un mondo violento che odora di sangue. Se non si è più che forti non si sopravvive. Allo stesso tempo è molto importante stare in silenzio con le orecchie tese per non lasciarsi sfuggire il minimo rumore. Le buone notizie di solito vengono riferite a bassa voce.
Ricordatelo, per favore.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

Fatti meno importanti

C'è una specie di trucco, per riuscirci. Se la maggior parte della gente al mondo prende decisioni sbagliate è perché non lo conosce. Poi dopo che ha fallito trova questo e quel pretesto, oppure dà la colpa agli altri. Ne ho visti fino alla nausea, di esempi così, e per essere sincero è uno spettacolo al quale non mi piace affatto assistere. Quindi a rischio di sembrarti presuntuoso lascia che ti insegni una cosa. Sai in cosa consiste il trucco? Nel riordinare i fatti cominciando dai meno importanti.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

giovedì 18 luglio 2019

Odio

L'odio, una volta che ha messo radici nel cuore, è difficilissimo da estirpare.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

Dolore

Quando arriva il dolore, mi distacco dal mio io fisico. È come nascondersi nella stanza accanto quando arriva qualcuno che non si ha voglia di incontrare. Riesco a farlo in modo molto naturale. Constato che il dolore è entrato nel mio corpo. Ne sento l'esistenza. Però io li non ci sono. Sono nella stanza accanto. Per questo il dolore non mi può dominare. 

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

lunedì 15 luglio 2019

Che ne sapevo

Ma che cavolo ne sapevo, io, di Kumiko? Schiacciai silenziosamente la lattina di birra vuota e la gettai nella pattumiera. Era mia moglie, avevo fatto l'amore con lei per tanti anni, possibile che conoscessi soltanto una piccola parte di lei? Allo stesso modo in cui conosciamo solo una piccola parte di questo mondo.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

mercoledì 10 luglio 2019

Gentile

Sii gentile, ogni persona che incontri, sta combattendo una dura battaglia.

Ian Maclaren

mercoledì 3 luglio 2019

Andare barcollando

Forse, la fatica eterna dei morti era di andare brancolando l’uno in cerca dell’altro, senza potersi incontrare. Ogni mezzo d’orientarsi ad essi è tolto. La mia carissima madre sentiva ch’io mi trovavo poco distante, e mi chiamava, e io le rispondevo; ma le nostre voci ritornavano indietro a vuoto, come echi sconsiderati senza direzione.

Elsa Morante, L'isola di Arturo