Poco dopo il Mille, nel Carmen ad Robertum regem ('Poesia a re Roberto'), il vescovo Adalberone di Laon formula una teoria della società del tempo, la cosiddetta teoria deì tre ordini, che disegna un ordine sociale che appare, a chi lo descrive, non solo immutabile ma provvidenziale, necessario. La società, spiega questa dottrina, si compone di tre ceti o classi: coloro che pregano (orantores), coloro che combattono (bellatores) e coloro che lavorano (laboratores). Sì tratta, osserva Adalberone, di una gerarchia fissata da Dio, e che ha perfetta corrispondenza con la struttura del corpo umano: un corpo umano nel quale la testa è rappresentata dagli ecclesiastici, il ventre dai soldati, i piedi dai contadini. Ognuno ha il suo ruolo e, come nel corpo, il buon funzionamento dell'organismo dipende dallo zelo con cui ciascun membro svolge le proprie mansioni. In questo modo sì giustifica lo stato di cose esistente e si esclude ogni forma di mobilità sociale, cioè il passaggio da un ordine all'altro: se nulla deve cambiare perché tutto funzioni, nessun miglioramento è possibile per i 'piedi' (i contadini), che sostengono l'edificio sociale.
Alberto Casadei, Marco Sant'Agata, Manuale di letteratura italiana medioevale e moderna