Il commento sistematico di un testo poetico è legato al secondo Ottocento, quando nasce l'editoria scolastica su larga scala. Ma a lungo le note ai testi venivano guardate con sospetto, perché «più adatte a fomentar la pigrizia, che ad aiutare la intelligenza dei giovani» (come scriveva nel 1883 Anton Giulio Barrili in una relazione ministeriale). Anche Carducci dichiarava che, pur rassegnato all'inevitabilità delle note, le temeva in quanto «cagione di scioperataggine» di alunni e insegnanti: «i dizionari hanno da essere nelle scuole per qualche cosa, e i professori hanno almeno da avvezzare gli alunni a servirsene».
Luca Serianni, Il verso giusto
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