Ben presto calò la sera. Il quartiere, dove anche durante il giorno raramente si sentiva il rumore di un risciò, era immerso nel silenzio fin dal crepuscolo. Come sempre, marito e moglie si sedettero sotto la lampada, uno vicino all'altra. Nel vasto mondo, l'unico punto illuminato era per entrambi quello in cui si trovavano loro due. Consci unicamente della reciproca presenza -
Sösuke di quella di Oyone e Oyone di quella di Sösuke -, dimenticarono l'esistenza della società, di quell'entità oscura dove la luce della lampada non arrivava. Era in quelle tranquille serate che passavano così, tutte uguali, che scoprivano di essere vivi.
Natsume Soseki, La porta
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