giovedì 24 luglio 2025

Emozioni nel linguaggio verbale e non verbale

Durante il periodo critico per lo sviluppo emozionale e affettivo la madre insegna continuamente al proprio bambino cosa sono le emozioni attraverso la musicalità del linguaggio e le espressioni gestuali non verbali. Quando la madre guarda il bambino che ha ingoiato un po' d'aria con il latte, sta dicendo: «Vieni qui, tesoro, sembri spaventato, non devi aver paura, il tuo pancino ti fa male perché hai mangiato troppo in fretta. Lascia che la mamma ti faccia fare il ruttino e ti abbracci, vedrai che ti sentirai meglio». Sta dicendo al bimbo il nome dell'emozione (paura), che cosa l'ha scatenata (ha mangiato troppo in fretta), che l'emozione viene comunicata dall'espressione del viso («sembri spaventato»), che questa è associata a una sensazione corporea (un dolore al pancino), e che rivolgersi agli altri perché si prendano cura di noi spesso è utile («Lascia che la mamma ti faccia fare il ruttino e ti abbracci»). La madre ha offerto al bambino un corso intensivo su molti aspetti relativi alle emozioni, non solo con le parole, ma anche con il tono dolce della voce e con carezze e gesti rassicuranti.
Perché conoscano e sappiano controllare le proprie emozioni, e siano quindi socialmente inseriti, i bambini hanno bisogno di vivere questo tipo di interazione centinaia di volte nel corso del periodo critico, e in seguito, quando diventano adulti, che tale relazione sia rafforzata.

Norman Doidge, Cervello infinito

Formazione e felicità

Lei aveva goduto di ogni privilegio, con molteplici possibilità di istruzione, mentre Grace si era dovuta accontentare di quel che passava una scuola sovraffollata e anonima. A volte le pareva che la sua formazione le avesse portato solo dubbi e incertezze, mentre Grace era rimasta salda ai valori della vecchia Edimburgo. Lì non c'era spazio per i dubbi. E allora, si chiedeva Isabel, chi è più felice: chi è consapevole e ha dei dubbi o chi è sicuro delle sue certezze e non le mette mai in discussione? La risposta che si era data era che la felicità non c'entrava niente.

Alexander McCall Smith, Il club dei filosofi dilettanti 

domenica 13 luglio 2025

Solitudine del viaggiatore

Voi sapete che a molti la solitudine, a lungo andare, riesce intollerabile e più d'un viaggiatore ho incontrato che s'affrettava a tornare indietro preso quasi da vertigine innanzi a quelle voragini di silenzio e di deserto. Non a me; anzi vi dico subito che la solitudine mi è sempre apparsa la miglior consigliera ed amica: estingue le diffidenze, i sospetti, quello stato di allarme continuo che, nella vita consociata, per la necessità della difesa e della vigilanza, rendono l'uomo guardingo 

Giuseppe Tucci, Vita nomade

martedì 8 luglio 2025

Linguaggio

Aho amo', ho capito che fai la psicologa, non ti voglio invadere il campo; però la razza di mio zio la parlo io, lo so io cosa devo fare.

Checco Zalone, Cado dalle nubi