Durante il periodo critico per lo sviluppo emozionale e affettivo la madre insegna continuamente al proprio bambino cosa sono le emozioni attraverso la musicalità del linguaggio e le espressioni gestuali non verbali. Quando la madre guarda il bambino che ha ingoiato un po' d'aria con il latte, sta dicendo: «Vieni qui, tesoro, sembri spaventato, non devi aver paura, il tuo pancino ti fa male perché hai mangiato troppo in fretta. Lascia che la mamma ti faccia fare il ruttino e ti abbracci, vedrai che ti sentirai meglio». Sta dicendo al bimbo il nome dell'emozione (paura), che cosa l'ha scatenata (ha mangiato troppo in fretta), che l'emozione viene comunicata dall'espressione del viso («sembri spaventato»), che questa è associata a una sensazione corporea (un dolore al pancino), e che rivolgersi agli altri perché si prendano cura di noi spesso è utile («Lascia che la mamma ti faccia fare il ruttino e ti abbracci»). La madre ha offerto al bambino un corso intensivo su molti aspetti relativi alle emozioni, non solo con le parole, ma anche con il tono dolce della voce e con carezze e gesti rassicuranti.
Perché conoscano e sappiano controllare le proprie emozioni, e siano quindi socialmente inseriti, i bambini hanno bisogno di vivere questo tipo di interazione centinaia di volte nel corso del periodo critico, e in seguito, quando diventano adulti, che tale relazione sia rafforzata.
Norman Doidge, Cervello infinito
Perché conoscano e sappiano controllare le proprie emozioni, e siano quindi socialmente inseriti, i bambini hanno bisogno di vivere questo tipo di interazione centinaia di volte nel corso del periodo critico, e in seguito, quando diventano adulti, che tale relazione sia rafforzata.
Norman Doidge, Cervello infinito
Nessun commento:
Posta un commento