domenica 22 maggio 2016

Morning sun - Hopper



Che ora è, gli chiesero i curiosi
È lui rispose: è l'eternità

L'ora squisita in cui un senso di riconciliazione sembra avvolgere tutte le cose.
Un'immobilitá senza suono, quando tacciono i rumori della valle, e il riposo della natura ha a qualche cadenza del riposo eterno.

giovedì 19 maggio 2016

Mare e sogni

"E il mare concederà a ogni uomo nuove speranze, come il sonno porta i sogni."

(Cristoforo Colombo)

domenica 8 maggio 2016

Piccole premure

Suo padre sparì in fretta in cucina, quasi stesse cercando una scusa per togliersi di lì. Mattia pensò che rimaneva solo questo, che tutto l’affetto dei genitori si risolve in piccole premure, nelle stesse preoccupazioni che i suoi elencavano al telefono ogni mercoledì: il mangiare, il caldo e il freddo, la stanchezza, a volte i soldi. Tutto il resto giaceva come sommerso a profondità irraggiungibili, in una massa cementificata di discorsi mai affrontati, di scuse da fare e da ricevere e di ricordi da correggere, che sarebbero rimasti tali.

La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano

Primi gemelli

I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari e per questo Mattia li trovava meravigliosi. Certe volte pensava che in quella sequenza ci fossero finiti per sbaglio, che vi fossero rimasti intrappolati come perline infilate in una collana. Altre volte, invece, sospettava che anche a loro sarebbe piaciuto essere come tutti, solo dei numeri qualunque, ma che per qualche motivo non ne fossero capaci. Il secondo pensiero lo sfiorava soprattutto di sera, nell’intrecciarsi caotico di immagini che precede il sonno, quando la mente è troppo debole per raccontarsi delle bugie.

In un corso del primo anno Mattia aveva studiato che tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l‘11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l’uno all’altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finché non li si scopre.

Mattia pensava che lui e Alice erano così, due primi gemelli, soli e perduti, vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero. A lei non l’aveva mai detto.

La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano

Ti ci abituerai

"Ti ci abituerai. finirai per non vederlo neanche più", fece."E come? L'avrò sempre sotto gli occhi". "Appunto" disse Mattia. "E' proprio per questo che non lo vedrai più".

La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano

Sollevare la polvere

... ma poi si era piegato di nuovo sulle sue labbra e Soledad aveva sentito tutta la polvere depositata sul cuore negli anni sollevarsi in un vortice e finire negli occhi

La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano

Gergo sacerdotale

Lo so che pregressa sussistenza è un’espressione orribile. Molte di quelle che usiamo noi avvocati lo sono. Io cerco di limitarmi, ma spesso è inevitabile. Ci sono giudici – o colleghi – con i quali non puoi evitare di parlare in modo orribile. Se in un’arringa o una requisitoria parli in italiano corretto, non ti riconoscono come uno del mestiere. Sei uno cui non dare credito. Il gergo dei giuristi è la lingua straniera che imparano – che impariamo – sin dall’università per essere ammessi nella corporazione. È una lingua tanto piú apprezzata quanto piú è capace di escludere i non addetti ai lavori dalla comprensione di quello che avviene nelle aule di giustizia e di quello che si scrive negli atti giudiziari. Una lingua sacerdotale e stracciona al tempo stesso, in cui formule misteriose e ridicole si accompagnano a violazioni sistematiche della grammatica e della sintassi.

La regola dell'equilibrio, Gianrico Carofiglio

Sprecare tempo

Erano come pulsazioni di paura. L’idea concreta che in breve, non in un futuro remoto e astratto, non esisterai piú. Il mondo non esisterà piú. Mi sono ricordato quello che disse un mio amico – Emilio – quando mi raccontò della malattia e della morte di sua moglie, aveva trentaquattro anni. Pensi alle passeggiate che non hai fatto, a quando ti sei comportato da ragioniere con la moneta degli affetti. Non è solo la paura della morte, è che vorresti non aver sprecato il tuo tempo.

La regola dell'equilibrio, Gianrico Carofiglio

Rimpiangere il passato

Rimpiangere il passato come se fosse l’età dell’oro. Uno rimpiange la propria giovinezza e magari quando ci stava in mezzo pensava che fosse uno schifo. Sai, l’incipit di quel romanzo di Paul Nizan: «Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questo è il periodo migliore della vita».

La regola dell'equilibrio, Gianrico Carofiglio