mercoledì 30 ottobre 2019

Andare sul balcone

L'espressione "andare sul balcone" è molto importante, nell'impostazione di Fisher e Ury, in quanto corrisponde ai consigli di non cedere all'urgenza classificatoria, prendere tempo, non affrettarsi a mettere in atto le reazioni più spontanee, ma predisporsi ad accogliere anche altri punti di vista incompatibili con i nostri.

Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili 

Visione d'insieme

Gregory Bateson in Dove gli angeli esitano, scritto assieme alla figlia Mary Catherine, racconta che quand'era bambino avrebbe voluto imparare a suonare il violino, ma non ci riusciva. L'insegnante gli diceva: "Non fai abbastanza pratica!". Solo da adulto si è reso conto che non era questo il problema; era che si allenava moltissimo cercando di suonare alla perfezione ogni singola nota e lo sforzo di correggere la singola azione di ogni nota inceppava la performance nel suo insieme.

Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili 

Sottolineare l'accordo

Un senatore USA ai suoi aiutanti: con il mio elettorato dovete fare il contrario di quello che vi hanno insegnato a scuola, dove se eravate d'accordo sul 99% vi mettevate a discutere sull'1% di disaccordo. Qui invece se siete in disaccordo sul 99%, dovete sottolineare l'accordo sull'1%.

Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili 

martedì 29 ottobre 2019

Passa il mare

Chi ha lingua passa il mare

Proverbio siciliano 

Pensione

Si arriva alla pensione e quindi all'uscita di scena. Superata la sbornia della prima fase euforica in cui ci si rende conto di essere tornati padroni del nostro tempo, segue un'involuzione pericolosa, perché ci accorgiamo di essere meno interpellati di prima, di essere meno richiesti; il nostro giudizio conta
relativamente perché veniamo collocati in una fascia sociale, quella del pensionato, che ormai ha già dato tutto quello che poteva dare.
Ma allora che succede se di colpo ci sentiamo estromessi dalla comunità sociale e dai circuiti della competizione?
Ci ribelliamo, entriamo in conflitto con noi stessi. La nostra giornata non è più tesa al raggiungimento di alcuni obiettivi. Ecco, il rischio può nascere quando veniamo catapultati improvvisamente e pericolosamente verso noi stessi, cominciamo ad ascoltarci, ad angosciarci: vengono meno il progetto di vita, la capacità di proiettarci nel futuro, una vita sociale in espansione, i rapporti interpersonali, e questo in una società che ci vuole sempre e comunque protagonisti.
La situazione diventa insopportabile perché anche nell'ambito familiare bisogna riprogrammare e rinegoziare la nostra collocazione, cambiare gli spazi, le abitudini. Diventiamo degli inquilini maldestri, ma anche fastidiosi. Ci sentiamo superati, finiti.

Rosario Sorrentino, Panico: una bugia del cervello 

Lettura

La lettura è importante soprattutto perché ci aiuta a raggiungere un rapporto esclusivo con qualcosa, il libro appunto, a identificarci con i personaggi, ad aumentare lo spirito critico.
La lettura è anche una forma di prevenzione per alcune malattie neurodegenerative. Gli interessi cognitivi, mentali, l'interazione intellettuale aiutano a prevenire soprattutto quelle malattie che colpiscono la nostra memoria.
Non dimentichiamo mai che il cervello è un organo flessibile, che può modificare la sua configurazione. L'apprendimento dura tutta la vita.

Rosario Sorrentino, Panico: una bugia del cervello 

lunedì 28 ottobre 2019

Evitamento

L'evitamento ci fa credere di poter controllare l'ansia mentre a lungo andare porta a ingigantire il senso di vulnerabilità.

Rosario Sorrentino, Panico: una bugia del cervello 

domenica 27 ottobre 2019

Grandi frasi

Era scritto, quando  avessero abbaiato il mondo sarebbe finito, ma non era proprio così, scritto non lo era mai stato, ma nei grandi momenti abbiamo sempre bisogno di grandi frasi, e questa, Era scritto, non sappiamo che seduzione abbia per occupare il primo posto nei prontuari dello stile fatale.

Jose Samarago, Zattera 

Senza sole

Aveva smesso di nevicare e anche il vento s'era dato una calmata. Le nuvole però restavano appollaiate in mezzo alle cime delle montagne, e il sole doveva essere lì da qualche parte, ma non riusciva a penetrare quella coltre spessa e lanuginosa. Rocco Schiavone guardava la gente camminare tranquilla sui marciapiedi.

Antonio Manzini, La costola di Adamo 

Ricco

«Lo sai che diceva sempre mia madre?».
«No, che diceva?».
La donna abbassò il tono della voce, ma
Rocco senti lo stesso. «Diceva, quando il seno non punta più verso le stelle ma verso i piedi, è bene che i piedi indossino scarpe molto costose!». Scoppiarono a ridere e bevvero ancora.

Antonio Manzini, La costola di Adamo

mercoledì 23 ottobre 2019

Mantenere rapporti

Quanto pesa mantenere rapporti umani. Ci vuole impegno, applicazione, devi essere disponibile e soprattutto devi sorridere alla vita.

Antonio Manzini, La costola di Adamo

Senza neanche guardarlo

Persone sul marciapiede lo incrociavano senza neanche guardarlo, ognuno dietro i fatti suoi.

Antonio Manzini, La costola di Adamo

martedì 22 ottobre 2019

Formazione scolastica

Oggi nessuno osa più dire che la formazione culturale impartita dalla scuola arricchisce e avvantaggia chi la riceve soprattutto se è indipendente dalla formazione professionale. Durante la prima guerra mondiale, l'esercito chiamava come ufficiali per comandare i plotoni anche giovani di 19 anni, purché diplomati. Il latino serviva a impartire gli ordini? Evidentemente no, ma si dava per scontato che una formazione scolastica completa preparasse una persona più forte e più capace in ogni ambito della vita.

Alessandro Barbero, Se la scuola muore, Micromega

Brivido di paura

Per la prima volta un brivido di paura percorse la penisola e la vicina Europa.

José Samarago, Zattera 

domenica 20 ottobre 2019

Uomo padre

Un uomo che sta per diventare padre non lo riconosci da niente. Nessuno gli cede il posto, nessuno gli fa largo, nessuno suppone di doverlo proteggere, o compatire.

Paolo Di Paolo, Lontano dagli occhi

sabato 19 ottobre 2019

Modo di vivere filosofico

La caratteristica principale del modo di vivere filosofico illustrato da Socrate è che in esso ci prendiamo cura di noi stessi. Prendersi cura di sé significa prendersi cura della propria anima. In Socrate l'anima indica il modo di vivere (anche se nell'Apologia accanto alla tesi che con la morte finisce tutto, egli ammette che, stando ad alcune cose che si tramandano, vi potrebbe essere una migrazione in un altro luogo). In questo dialogo occuparsi del la propria anima significa preoccuparsi che essa sia buona e giusta e non sia dedita alla ricerca di beni come le ricchezze, il potere gli onori. Occuparsi della propria anima è occuparsi di ciò che riteniamo che valga la pena di essere perseguito, di come i nostri obiettivi e interessi modellano la nostra vita.

Piergiorgio Donatelli, Etica

giovedì 17 ottobre 2019

Attacchi di panico

Chi soffre di attacchi di panico vive una condizione di continua tensione che, nel tempo, lo logora sia fisicamente sia psichicamente. L'ansia ha una duplice origine: il forte ricordo dell'attacco e il timore di esserne ancora travolto.
Si crea una sorta di barriera difensiva, di tipo sia emotivo sia biologico, che fa aumentare sensibilmente l'attività dei principali mediatori dello stress: l'adrenalina, la noradrenalina e il cortisolo.
Sostanze che mantengono la macchina umana in uno stato di perenne tensione.

Rosario Sorrentino, Panico: una bugia del cervello 

martedì 15 ottobre 2019

Plasticità celebrale

Se oggi si parla di «plasticità cerebrale» è per sottolineare che i principali elementi che costituiscono la galassia cerebrale, i neuroni e le sinapsi, subiscono continui cambiamenti. Si aprono prospettive e scenari nuovi, come quello che l'attività fisica costante può migliorare il funzionamento e il rendimento di questo organo. E una sferzata di energia benefica che si traduce in una maggiore produzione da parte del cervello di alcune molecole: serotonina, dopamina, endorfine e anandamide.

Rosario Sorrentino, Panico: una bugia del cervello 

lunedì 14 ottobre 2019

Caffè

Geog non cambiava mai il rito religioso che accompagnava l'inizio di un nuovo paсco di caffè. Lo aprì e chiuse gli occhi prima di inspirare alcune volte l'aroma. L'odore era delizioso quasi quanto il sapore.

Solveig Jonsdottir, Reykiavik Cafe

Silenzio

Se il silenzio non producesse qualche suono non riusciremmo a distinguerlo.

Solveig Jonsdottir, Reykiavik Cafe

domenica 13 ottobre 2019

Ritmo

Per quanto bello sia lo stile e avvincente la storia, se manca un ritmo vigoroso e azzeccato, voltare le pagine per la maggior parte dei lettori diventerà una fatica. 

#Murakami

Sentimento di solidarietà

Noi non siamo esseri totalmente soli: ecco cosa mette in luce una buona storia, questo caldo, tranquillo, e anche naturale sentimento di solidarietà che ci lega a livello inconscio.

#Murakami

sabato 12 ottobre 2019

Rivivere quel poco tempo

«Così è andata» disse Marinó infine. «Ho imparato a non dare mai per scontato la presenza delle persone amate. Se potessi rivivere di nuovo quel poco tempo che abbiamo trascorso insieme, la bacerei più spesso. L'abbraccerei più spesso. Non andrei sempre via. Non vale la pena rimandare. Il tempo può essere tiranno, la vita ti può essere tolta quando
meno te l'aspetti.»
Rimasero tutti e tre seduti a pensare nel
silenzio che segui. Quando il silenzio
cominciava a prolungarsi, non ci fu altro da fare che spezzarlo nel modo più islandese possibile proponendo altro caffè.

Solveig Jonsdottir, Reykiavik Cafe

Qualcosa di importante

Finalmente un suo gesto faceva la differenza. Stava facendo qualcosa di
importante per la vita di un'altra persona che, non importa se poco o tanto, aveva bisogno di lei. Si sentiva ancora meglio al pensiero che non stava distesa sul suo divano di Breidholt sotto il plaid a dormire davanti alla tv. Riempi il carrello con tutto quello che immaginava potesse piacere a Marinó. 

Solveig Jonsdottir, Reykiavik Cafe

Offrire agli ospiti

Ma almeno accettate i biscotti alla crema, davvero, ci tengo. Cara Hervör, non è che potresti andare a prenderli tu per me? 
La ragazza annui. Né lei né Georg avevano un briciolo di fame. Ma c'è una ben precisa dignità nel poter offrire qualcosa ai propri ospiti, per quanto piccolo sia. 

Solveig Jonsdottir, Reykiavik Cafe

Preparare il caffè

«Stiamo dando il nostro contributo alla società, Hervör» la interruppe Georg. «C'e tanta gente che fa conto su di noi per farsi dare una spintarella a cominciare bene la giornata, noi prepariamo loro un buon caffè per mettersi in moto e siamo simpatici con loro. Pensa solo, per esempio, a che ruolo fondamentale abbiamo nella routine di Marinó. Nemmeno io voglio lavorare al Reykjavík per sempre, ma lo trovo un impiego dignitoso finché non avrò trovato quello che mi va di fare
davvero. Diventare uno specialista, la stabilità fatta persona. Un insegnante, magari. Non lo so. Ma trovo interessante avere a che fare con la gente.

Solveig Jonsdottir, Reykiavik Cafe

domenica 6 ottobre 2019

Conoscenza filosofica

La conoscenza filosofica non può venire appresa e trasmessa allo stesso modo del sapere delle altre scienze o tecniche, i cui elementi sono depositati nei libri. Essa richiede invece una prolungata dedizione, l'impegno di una vita trascorsa nella discussione e nel confronto diretto fra uomini impegnati nella ricerca; si accende nell'anima come una scintilla che si sprigiona dopo aver sfregato a lungo la pietra focaia del pensiero.

Mario Vegetti, Quindici lezioni su Platone 

Capacità di pensiero

Aveva imparato senza fatica l'inglese, il francese, il portoghese, il latino. Sospetto, tuttavia, che non fosse molto capace di pensare. Nel mondo sovraccarico di Funes non c'erano che dettagli, quasi immediati.

Jorge Luis Borges, Finzioni, Funes o della memoria

Memoria infinita

Locke, nel secolo XVII, propose (e rifiutò) un idioma impossibile in cui ogni singola cosa, ogni pietra, ogni uccello e ogni ramo avesse un nome proprio; Funes aveva pensato, una volta, a un idioma di questo genere, ma l'aveva scartato parendogli troppo generico, troppo ambiguo. Egli ricordava, infatti, non solo ogni foglia di ogni albero di ogni montagna, ma anche ognuna delle volte che l'aveva percepita.

Jorge Luis Borges, Finzioni, Funes o della memoria 

mercoledì 2 ottobre 2019

Seduto sulla banchina

Seduto sotto la luce del mattino
Starò qui quando la sera arriverà
A guardare le navi entrare lentamente
E guardarle andare via di nuovo
Sono seduto sulla banchina della baia
A guardare la marea andarsene
Sono seduto sulla banchina della baia
Sprecando il  mio tempo.

Sittin' on the dock of the bay

Verità figlia del dubbio

La nostra non è la verità assoluta. È la convinzione che la verità è semmai figlia del dubbio e della ricerca. 

Walter Veltroni, L'isola delle rose 

Imprecisioni

Il mondo è in certo numero di tenere imprecisioni. 

Borges