Il dipinto è il risultato di un lungo lavoro peparatorio, su schizzi e disegni dal vero, versioni precedenti, a volte anche fotografie. Una pratica che non è in alcun caso "impressionista", ossia presa diretta sul reale con una tecnica volutamente veloce, per carpire l'immediatezza della visione, come era stato, per parlare d'Italia, l'approccio degli scapigliati negli anni settanta. Tutt'altro: l'opera è essenzialmente una costruzione classica, frutto di studi anteriori e successivi ripensamenti.
Si potrebbe fraintendere il caso Segantini, che si rifiutò sempre di avere un atelier e dipingeva all'aperto, sino a morire sul ghiacciaio dello Schafberg mentre ultimava il pannello centrale del Trittico dell'Engadina. Tuttavia il suo "all'aperto" va in qualche modo ribaltato: è la natura stessa a diventare atelier. L'elaborazione dell'immagine è procedimento lento e complesso, che lo coinvolge per mesi, a volte per anni, e può anche sfociare nella ridipintura della medesima tela.
Annie Paule Quinsac, Fiat Lux. Premesse. Divisionismo, la rivoluzione della luce
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