Lucchesi si chiese cosa ci stesse facendo in quel posto e a quell'ora, con un interlocutore che pareva sul punto di appisolarsi. Si sbagliava.
«Una vera e propria teoria filosofica dell'amore», attaccò Ambrogio, «si ha soltanto con Platone: oggetto immediato dell'amore sono le cose belle che piacciono alla vista; ma la bellezza sensibile non è che ìl riflesso della bellezza intellegibile che splende nell'eterna Idea. Ora, se l'anima s'arresta al piacere sensuale, si perde nelle fallaci seduzioni dell'Afrodite pandemia o Venere volgare; se invece riconosce, al di sopra del mondo fenomenico, la suprema realtà del Bello ideale, sì eleva sospinta dall'Afrodite efebica o Venere celeste, verso la contemplazione del Bello» intellegibile che è anche conoscenza del Vero e Amore del Bene.
Gianni Simoni, Contro ogni evidenza