Non si può fare un paragone tra un fiume e una strada perché le strade appartengono alla storia e i fiumi alla geografia.
E con questo?
La storia non la fanno gli uomini: gli uomini subiscono la storia come subiscono la geografia.
E la storia, del resto, è in funzione della geografia.
Gli uomini cercano di correggere la geografia bucando le montagne e deviando i fiumi e, così facendo, si illudono di dare un corso diverso alla storia, ma non modificano un bel niente, perché, un bel giorno, tutto andrà a catafascio.
E le acque ingoieranno i ponti, e romperanno le dighe, e riempiranno le miniere; crolleranno le case e i palazzi e le catapecchie, e l'erba crescerà sulle macerie e tutto ritornerà terra.
E i superstiti dovranno lottare a colpi di sasso con le bestie, e ricomincerà la storia.
La solita storia.
Poi, dopo tremila anni, scopriranno, sepolto sotto quaranta metri di fango,un rubinetto dell'acqua potabile e un tornio della Breda di Sesto San Giovanni e diranno: "Guarda che roba!"
E si daranno da fare per organizzare le stesse stupidaggini dei lontani antenati.
Perché gli uomini sono delle disgraziate creature condannate al progresso, il quale progresso porta irrimediabilmente a sostituire il vecchio Padreterno con le nuovissime formule chimiche.
Giovannino Guarreschi, Don Camillo
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