Avallai quindi il fatto che il mio lavoro fosse entrato nella cultura popolare e, invece di denunciare chi mi imitava, decisi di partecipare al gioco, mostrando la differenza tra l'originale e le imitazioni. Perché, anche senza avere un occhio artistico, si può cogliere la differenza tra un vero e un falso Keith Haring: si possono mettere venti persone a disegnare lo stesso carattere giapponese e ognuno dei venti caratteri sarà dotato di un proprio spirito e di una propria potenza.
Stavo preparando il terreno per il Pop Shop, a cui iniziai a pensare nel 1985 e che aprì l'anno successivo.
L'arte è per tutti, C. Clausen - J. Gruen
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