Una delle particolarità del Cammino è quella di offrire al pellegrino — quali che siano le sue motivazioni - dei momenti di emozione religiosa inaspettati. Più la vita quotidiana del camminatore è prosaica, occupata da problemi di vesciche dolorose o di zaino troppo pesante, più quei momenti di spiritualità prendono forza. Il Cammino è da principio oblio dell'anima, sottomissione al corpo, alle sue miserie, alla soddisfazione dei suoi mille bisogni. E poi, rompendo questa routine laboriosa che ci ha trasformati in animale che marcia, sopravvengono quei momenti di pura estasi durante i quali, per il tempo dì un semplice canto, di un incontro, di una preghiera, il corpo si fende, cade a pezzi e libera un'anima che credevamo d'aver perduto.
Il cammino immortale. La strada per Santiago, Jean Cristopher Rufin
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