venerdì 29 novembre 2024

Corpo e penitenza

La salvezza, nel mondo cristiano, passa attraverso la penitenza corporale. Agli albori del Medioevo, papa Gregorio Magno definisce il corpo «abominevole rivestimento dell'anima». Nel modello umano della società dell'alto Medioevo, il monaco mortifica il proprio corpo. Portare il cilicio sulle carni è segno di alta spiritualità. Astinenza e continenza sono tra le virtù primarie. Gola e lussuria sono tra i più grandi peccati capitali. Il peccato originale, fonte dell'umana disgrazia, che nella Genesi è presentato come un peccato di orgoglio e una sfida lanciata dall'uomo a Dio, diviene nel Medioevo un peccato sessuale. Il corpo diventa il grande sconfitto del peccato di Adamo ed Eva rivisitato in questa chiave. Il primo uomo e la prima donna sono condannati al lavoro e alla sofferenza. lavoro manuale o travaglio del parto accompagnato da sofferenze fisiche, ed essi devono celare la nudità dei loro corpi.

Jacques Le Goff, Il corpo nel medioevo 

domenica 24 novembre 2024

Cambiare il corso della storia

Ivan il Terribile, il primo zar della storia, colui che mise in pratica l'idea dell'attacco come difesa - ossia avviare l'espansione prima consolidandosi in casa propria e poi andando all'esterno. Era la via che conduceva alla grandezza. Le imprese di Ivan sembrano confermare la teoria secondo cui i singoli individui possono veramente cambiare il corso della storia. Senza la sua spietatezza e la sua visione strategica, la storia della Russia sarebbe molto diversa.

Tim Marshall, Le 10 mappe che spiegano il mondo

sabato 23 novembre 2024

Uomini senza coscienza né sentimenti

Di giorno i detenuti della colonia 13 fabbricavano parti del T-go, il terribile carro armato russo. Ma di notte di cosa parlavano fra loro uomini senza coscienza né sentimenti? Strano a dirsi: delle loro famiglie. Pensare a moglie e figli a casa significava tornare alla stabilità della vita precedente, mentre ora a delimitare le loro esistenze c'erano solo le imponenti mura della colonia 13 del carcere di massima sicurezza. Ciò che avevano fatto per denaro - mentire, truffare, rubare, estorcere, ricattare, torturare e uccidere - erano le sole cose che conoscevano. E davano per scontato di averle fatte bene, perché in caso contrario sarebbero morti. La loro era un'esistenza estranea alla vita civile come la maggior parte delle persone la intende. Ritornare con la mente al calore di una donna conosciuta, agli odori casalinghi di barbabietole, cavolo bollito e carne stufata, alla vampata pungente della vodka, era una consolazione che li rendeva tutti malinconici. Quel sentimento li legava per sempre l'uno all'altro, allo stesso modo in cui i tatuaggi li legavano alla loro professione criminale.

Robert Ludlum, La scelta di Bourne

martedì 12 novembre 2024

Dopo ogni notte buia sorge il sole

"Dopo ogni notte buia sorge il sole", le diceva Maricchia quando la vedeva preoccupata.

Simonetta Agnello Hornby, Caffè amaro

Ci dimenticheremo

"Uno che non conosco ha chiesto di sposarmi. Mio padre mi consiglia di incontrarlo." 
E lui: "Io ho un segreto". 
"L'università ti ha accettato?" azzardò Maria. "Dove andrai?" 
"Nel continente..." Un velo scese sugli occhi di Maria. 
"Ci dimenticheremo." 
"Impossibile!" Giosuè scosse la testa con enfasi. "Impossibile!" Si era piazzato davanti a lei, impedendole di continuare ad annaffiare. Maria ebbe paura, non lo aveva mai visto così alterato. "Dimenticarci è impossibile! Noi due, Maria, abbiamo un rapporto di anime! Le nostre sono aggrovigliate come una trizza 'i fimmina!" Giosuè sembrava esasperato. "Meglio di fratelli, siamo! Più che fratelli! Capisci, Maria? Il nostro è un solo destino!"

Simonetta Agnello Hornby, Caffè amaro

Colpo di fulmine

Senza dubbio avrà avuto tante altre donne. Ma ora vuole te. Come moglie e madre dei suoi figli." 
"Non può amarmi! Non mi conosce!" 
"Un colpo di fulmine." 
"Com'è un colpo di fulmine?" Maria si era impettita, aveva sollevato il capo e puntato gli occhi curiosi in quelli del padre. 
"Illumina la vita, ti consuma." Lui, imbarazzato, sudava. "Brucia tutto quello che sta attorno a te: vedi soltanto la tua amata."

Simonetta Agnello Hornby, Caffè amaro

martedì 5 novembre 2024

Lo spettacolo della realtà

Zola spieg(au)a quella cosa difficilissima che si chiama "realtà". Ma quale, realtà? Ovviamente, la sua. Che in alcun modo può essere la nostra. La distanza è abissale. Non è solo una questione di tempi, ma di valori. Zola era profondamente convinto che una realtà esistesse, che fosse quella, che si vedesse e che potesse essere oggetto di studio. A distanza di oltre un secolo tutto è mutato. Non è più dato alcun realismo che non sia puramente ingenuo, "stregato" dai media; non è dato alcun verismo, oggi. Diciamo che non ci crede più nessuno, alla realtà. Almeno come grande disegno universale. Nella società dello spettacolo sappiamo che ciò che noi chiamiamo realtà è qualcosa di derivato da altro, e che quell'altro ha a che fare con una rappresentazione già di secondo grado. Lo spettacolo dell'11 settembre ha reso pacifico che la realtà si produce dal business ed è proiettata nelle nostre menti come risultato di un interesse materiale trasformato in visione collettiva. Lo scarto intellettuale può fare la differenza, ma in quanto a capire, oggi, è dura. Talmente dura da procrastinare all'infinito l'idea di una comprensione. Così viviamo in perenne attesa, sull'orlo del disfacimento ma non ancora e anzi, per quanto possibile, gaudenti, ché questa è la società dei consumi.

Aldo Nove, introduzione a 'Nana' di Zola


domenica 3 novembre 2024

Vita di corsa

Siamo fatti così, la maggior parte di noi passa la vita di corsa, corre sempre, anche mentalmente: preferiamo andare innanzi, prefigurarci quel che sarà l'attimo dopo, invece di stare, di albergare, fermi, nell'attimo presente. Così che, quando vi rivolgiamo finalmente l'interesse, l'attimo è già finito, è diventato un pezzo di passato che si può tranquillamente archiviare.

Paola Mastracola, Facebook in the rain 



venerdì 1 novembre 2024

Filosofia di vita

Era sposato con due figlie, ma non andava più d'accordo con la moglie. Solita storia. Rosalena non sapeva come sarebbe andata tra di loro, non era una che si facesse illusioni, sapeva che le mogli alla fine vincono sempre, ma lasciava che le cose andassero come dovevano. Il fiume corre sempre verso il mare, usava dire. Era la sua filosofia di vita.

Paola Mastracola, Facebook in the rain 

Stare insieme

Per il resto niente di che, qualche gita al mare il sabato e domenica, qualche sera gli amici a cena, un cinema, due passi, d'estate il gelato dopo il telegiornale. Andava bene, la cosa bella era che facevano tutto insieme, anche la spesa. La gente li guardava passeggiare ai supermercati e scegliere insieme persino i barattoli di pelati, qual era il migliore. Anche alla posta a pagare le bollette, anche dal gommista due volte l'anno a cambiare le gomme da neve. La gente diceva: ma son matti quei due Martella! Non erano matti, era che tutto gli faceva pretesto per stare insieme.

Paola Mastracola, Facebook in the rain 

Camposanto

Evandra andava al camposanto tutti i giorni da quasi due anni, da quando Aurelio Martella suo marito l'aveva lasciata per andarsene nell'aldilà. Si sedeva su una delle panchine che stavano in fila davanti ai loculi e ci rimaneva quanto le pareva, anche fino a sera quando si accendono i lumini a tempo sulle tombe, e viene tutto un tremolio di luce intorno che sembrano le anime dei morti.

Paola Mastracola, Facebook in the rain