Giacché cosa mai significava la parola «ebreo», in fondo? Che senso potevano avere, per noi, espressioni quali «Comunità israelitica» o «Università israelitica», visto che prescindevano completamente dall'esistenza di quell'ulteriore intimità, segreta, apprezzabile nel suo valore soltanto da chi ne era partecipe, derivante dal fatto che le nostre due famiglie, non per scelta, ma in virtù di una tradizione più antica di ogni possibile memoria, appartenevano al medesimo rito religioso, o meglio alla medesima Scuola?
Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi Contini
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