domenica 2 febbraio 2025

Hitler e Mussolini

Fra i due sventurati falsari, diversi per natura, c'erano pure delle somiglianze inevitabili. Ma di queste, la piú interna e dolorosa era un punto di debolezza fondamentale: l'uno e l'altro, interiormente, erano dei falliti e dei servi, e malati di un sentimento vendicativo d'inferiorità. È noto che un tale sentimento lavora dentro le sue vittime con la ferocia di un roditore incessante, e spesso le ricompensa coi sogni. Mussolini e Hitler, a loro modo, erano due sognatori; ma qui si manifesta la loro diversità nativa. La visione onirica del «duce» italiano (rispondente a una sua voglia materiale di vita) era un festival da commedia, dove tra labari e trionfi lui, vassalluccio d'intrallazzo, recitava la parte di certi antichi vassalli beatificati (i cesari, gli augusti...) sopra una folla vivente umiliata al rango di fantoccio. Mentre invece l'altro (impestato da un vizio monotono di necrofilia e laidi terrori) era succube semi-conscio di un sogno tuttora informe, dove ogni creatura vivente (incluso lui stesso) era oggetto di strazio e degradata fino alla putrefazione. E dove all'ultimo - nel Grande Finale - tutte le popolazioni terrestri (compresa quella germanica) si sfacevano in ammassi scomposti di cadaveri.

Elsa Morante, La Storia

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