Libertà va cercando, ch’è sì cara,
come chi per lei vita rifiuta.
Dante - Purgatorio, I
Sul soglio di Pietro siedono lupi rapaci, ma questo mondo è
abitato da pecore matte.
Le pecore matte sono la grande maggioranza, ma la loro
ignoranza non le scuserà.
La giustizia divina le punirà: anche quelle che ad esempio fanno
il male senza saperlo, quelle che seguono il male, quelle che obbediscono al
male dei lupi rapaci.
Ma lupi e pecore non stanno in questa valle di lacrime come
in una prigione. Da questa prigione ci si può liberare: c’è dato lume, c’è data
innata libertate. La libertate ci viene directe, imediate a deo:
il dono della libertà non passa attraverso stelle, attraverso cieli, non è determinata
da cause fisiche. Dio infonde questo dono nella nostra anima senza mediazioni
di sorta: innata libertate. Questo è il sommo dono per
Dante: non la vita, ma la libertà.
Attraverso il dono della libertà noi possiamo liberarci
dalla prigione dove stanno le pecore matte, i lupi: non siamo necessitati ad
abitare con loro, possiamo andare verso la libertà. Questo è il tema della
divina commedia: è la conversione, conversum
in deum: riattingere il luogo da cui ci è venuta la libertà, liberarci per
riportare questo dono al suo fattore.
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