sabato 19 novembre 2011

Raffaello e l'espressione

La  natura  l'avea  dotato,  come  notai,  di  una  immaginativa  che trasportando  l'anima a un avvenimento o favoloso o  lontano, quasi fosse vero e presente, gli facea conoscere e sentire quelle perturbazioni medesime che dovettero avere i personaggi di quella storia; e assistevalo costantemente finché le avesse ritratte con quella evidenza con cui le avea concepute.
Questo dono raro ne' poeti, rarissimo ne' pittori, niuno  l'ebbe  in grado eminente più che Raffaello. Le sue figure veramente amano, languiscono, temono, sperano, ardiscono; mostrano ira, placabilità, umiltà, orgoglio, come mette bene alla storia: spesso chi mira que' volti, que' guardi, quelle mosse, non si ricorda che ha innanzi una immagine; si sente accendere, prende partito, crede di trovarsi in sul fatto.

abate Luigi Lanzi - Storia pittorica d'Italia

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