venerdì 29 giugno 2018

Normalmente autistici

Noi psico-abili svisceriamo le nostre vite nell'anelito mai saziabile di entrare in comunione con altre persone, di amarle ed esserne a nostra volta amati, di sopraffarle, di divorarle, di capirle, di essere compresi, adulati, stimolati. Per qualcuno, persino mortificati o umiliati.
Ogni nostra angustia, la maggior parte delle volte, è influenzata da un'interferenza di comunicazione. Se per un giorno azzerassimo il bisogno di comunicare che ci rende bestie sociali, saremmo anche noi normalmente autistici. 

Gianluca Nicoletti, Una notte ho sognato che parlavi 

Ricomporre il paesaggio con la scrittura

La matematica per me è, come dire, troppo naturale. Assomiglia a un bellissimo paesaggio. Qualcosa che semplicemente sta li. Non c'e bisogno di sostituire nulla. Nel mondo della matematica, ogni tanto ho la sensazione di stare a poco a poco diventando trasparente. E a volte mi fa paura.... Quando scrivo, usando le parole sostituisco il paesaggio che mi circonda con qualcosa che per me è molto più naturale. Cioè lo ricompongo. Solo cosi riesco ad accertare che questa persona chiamata «io» esiste davvero nel mondo. È un lavoro molto diverso da quello che faccio quando sono nel mondo della matematica. 

Haruki Murakami, 1Q84

Matematica

Che cosa mi piace nella matematica? - disse Tengo, rivolgendo di nuovo a se stesso la domanda di prima, per distrarre la propria attenzione dalle dita e dal
seno della ragazza. La matematica è come lo scorrere dell'acqua. Naturalmente le teorie sono numerose e abbastanza complicate, ma la logica fondamentale è molto semplice. Come l'acqua che scorre dall'alto verso il basso seguendo il percorso più breve, anche la matematica non ha che un unico flusso. Se lo si osserva a lungo, con attenzione, quel percorso emerge da solo. Basta che ti limiti a guardarlo, senza fare nulla. Se ti concentri e guardi con attenzione, tutto si chiarisce da sé. 

Haruki Murakami, 1Q84

giovedì 28 giugno 2018

Stranezze della mente

Prima di fare l'insegnante, era sempre stato convinto di non saper parlare. Ancora adesso, se si trovava a conversare a tu per tu con qualcuno, capitava che per il nervosismo gli mancassero le parole. Se si trovava in un piccolo gruppo, si limitava solo ad ascoltare. Ma quando saliva in cattedra e aveva davanti a sé un gran numero di persone sconosciute, la sua mente acquistava chiarezza e lucidità e poteva parlare a lungo, senza la minima difficoltà. "La mente umana è un mistero" si ritrovava a pensare ogni volta.

Haruki Murakami, 1Q84

Scrivere tutti i giorni

Nel tuo caso può darsi che ci vorrà del tempo, - gli diceva Komatsu. - Ma non devi avere fretta. L'importante è scrivere tutti i giorni, senza mai interrompere la
routine. E conservare quello che hai scritto, evitando i più possibile di buttare qualcosa. In seguito, tutto potrebbe tornarti utile.

Haruki Murakami, 1Q84

mercoledì 27 giugno 2018

Giudicare con la propria testa

Quelli dell'Ente Autostrade diffondono
esclusivamente le notizie che fanno comodo a loro. Uno si può fare un'idea di ciò che sta accadendo solo guardando con i propri occhi e giudicando con la propria testa.

Haruki Murakami, 1Q84

Nessuno sapeva

Presto, non si sa bene da dove, sarebbe comparso Hitler, e in un attimo avrebbe divorato quel paese bello e accogliente, ma allora nessuno sapeva che sarebbe accaduta una cosa tanto terribile. Forse la frase più importante che la storia insegni agli uomini è: "A quel tempo nessuno sapeva cosa sarebbe accaduto".

Haruki Murakami, 1Q84

martedì 26 giugno 2018

Turbamento della morte

Il turbamento che crea la morte di una persona ha uma fortissima capacità infettiva. Si manifesta in un lieve tremore che si propaga attraverso i fili del telefono, e diventa una vibrazione nella voce che fa oscillare il mondo.

 Hakuri Murakami, Uomini senza donne

Mentre tutto crolla

È strano, però, sa? Disse la ragazza con aria pensosa.
Mentre tutto sta crollando c'è chi si preoccupa di una serratura rotta, e chi viene a ripararla. A pensarci bene, è assurdo, non trova? Ma forse è meglio cosí, dopotutto. Forse è la cosa giusta da fare. Cioė, anche se il mondo adesso si sta sfasciando, la gente, continuando a occuparsi onestamente di queste piccole cose, forse riuscirà a mantenere l'equilibrio mentale.

Hakuri Murakami, Uomini senza donne

lunedì 25 giugno 2018

Lacrime

Sí, sono stato ferito, e molto profondamente, disse Kino rivolto a se stesso. E cosí le lacrime arrivarono. In quella piccola stanza buia.
Nel frattempo la pioggia continuava a bagnare il mondo senza fermarsi.

Hakuri Murakami, Uomini senza donne

Ricordi

I ricordi in qualche modo danno forza.

Hakuri Murakami, Uomini senza donne

Ambiguità

Proprio in questo consiste l'ambiguità, nell'ccupare lo spazio tra due estremi

Hakuri Murakami, Uomini senza donne

sabato 23 giugno 2018

Ricordarli a lungo

Inoltre penso che la sola cosa che possiamo fare per i morti sia cercare di ricordarli il piú a lungo possibile. Ma è piú difficile farlo che dirlo.

Hakuri Murakami, Uomini senza donne

giovedì 21 giugno 2018

Diversioni

Purtroppo sono un po' imbranata, io, - disse. - Ho sempre bisogno di prendere le cose alla larga, di fare delle diversioni.
Probabilmente è quello che continuo a fare ancora adesso.

Hakuri Murakami, Uomini senza donne

venerdì 15 giugno 2018

Creature multiformi

Che gli uomini fossero creature multiformi non era una novità per lo Svedese, anche se era sempre un po uno choc doverlo constatare nuovamente ogni volta che qualcuno ti dava una delusione. Ciò che lui trovava stupefacente era il modo in cui gli uomini sembravano esaurire la propria essenza esaurire la materia, qualunque fosse, che li rendeva quello che erano e, svuotati di se stessi, trasformarsi nelle persone di cui un tempo avrebbero avuto pietà. 

Philip Roth, Pastorale Americana 

giovedì 14 giugno 2018

Quelli che odiano

No, non amavano Roosevelt perché non amavano gli ebrei, gli italiani e gli irlandesi: ecco perché, tanto per cominciare vennero a stabilirsi quaggiù. Non amavano Roosevelt perché Roosevelt era elastico con questi nuovi americani. Capiva quali erano le loro necessità e cercava di aiutarli. Ma questi bastardi, no. A un ebreo non avrebbero detto l'ora. Ti sto parlando, figliolo, dei fanatici. Neanche del passo dell'oca, solo dell'odio. E quelli che odiano abitano qui, da queste parti.

Philip Roth, Pastorale Americana 

Il mondo che vorrei

Ed è proprio quando arrivo li che già ritornerei
ed è sempre quando sono qui che io ripartirei
ed è come quello che non c'è che io rimpiangerei
quando penso che non è così il mondo che vorrei.
Non si può
fare quello che si vuole
non si può spingere
solo l'acceleratore.
Guarda un po'
ci si deve accontentare.
Qui si può solo perdere...
....e alla fine non si perde neanche più.

Vasco Rossi 

Voglio vedere la terra

Non voglio vivere troppo vicino a nessuno. L'ho già fatto. Sono cresciuto cosi. Fuori dalla finestra non voglio vedere una scala: voglio vedere la terra. Voglio vedere ruscelli che scorrono. Voglio vedere mucche e cavalli. Spingiti fino in fondo alla strada: c'è una cascata! Non siamo obbligati a vivere come tutti gli altri: ora possiamo vivere come ci pare. L'abbiamo fatto. Nessuno ce l'ha impedito. Non potevano. Siamo sposati. Possiamo andare in qualunque posto, possiamo fare qualunque cosa. Dawnie, siamo liberi!

Philip Roth, Pastorale Americana 

mercoledì 13 giugno 2018

Tempo della vita

Tua figlia manda all'altro mondo le tue regole, Seymour, e tu credi ancora di sapere cos'è la vita?
La vita è solo un breve periodo di tempo nel quale siamo vivi.

Philip Roth, Pastorale Americana 

sabato 9 giugno 2018

Tre generazioni

Tre generazioni. Tutte avevano fatto dei passi avanti. Quella che aveva lavorato. Quella che aveva risparmiato. Quella che aveva sfondato.Tre generazioni innamorate dell'America. Tre generazioni che volevano integrarsi con la gente che
vi avevano trovato. E ora, con la quarta, tutto era finito in niente. La completa vandalizzazione del loro mondo.

Philip Roth, Pastorale Americana 

venerdì 8 giugno 2018

Siamo Soli

Si, siamo soli, profondamente soli, e in serbo per noi c'è uno strato di solitudine ancora più profondo. Non c'è nulla che possiamo fare per liberarcene. No, la solitudine non dovrebbe stupirci, per sorprendente possa essere farne l'esperienza. Puoi cercare di tirar fuori tutto quello che hai dentro, ma allora non sarai altro che questo: vuoto e solo, anziché pieno e solo.

Philip Roth, Pastorale Americana  

giovedì 7 giugno 2018

Odiate

Ci odiate perché non abbiamo fatto fiasco. Perché abbiamo lavorato sodo e onestamente per diventare i migliori nel nostro campo e per questo ci siamo arricchiti, ecco perché c'invidiate, ci odiate e volete annientarci.

Philip Roth, Pastorale Americana 

mercoledì 6 giugno 2018

Inizio di giornata

La mattina presto, in bagno, lui si radeva mentre Dawn andava a svegliare Merry: non avrebbe potuto immaginare un inizio di giornata migliore del rituale cui aveva la fortuna di assistere. Non c'era mai stata una sveglia nella vita di Merry: la sua sveglia era Dawn. Prima delle sei Dawn era già fuori, nella stalla, ma alle sei e trenta in punto smetteva di occuparsi del bestiame, rincasava e saliva nella stanza della figlia, dove, mentre lei si sedeva sulla sponda del letto, aveva inizio l'incoraggiante cerimonia del nuovo giorno Iniziava senza una parola:  Dawn che carezzava, semplicemente, la testa di Merry addormentata,  una pantomima che poteva andare avanti per due minuti buoni. Dopodiché, quasi cantando le parole sussurrate, Dawn chiedeva dolcemente:- Un segno di vita? - Merry non reagiva aprendo gli occhi, ma muovendo un mignolo. - Un altro segno, prego? -Il gioco riprendeva (con la bambina che faceva la sua parte arricciando il naso, inumidendosi le labbra, emettendo rumorosi sospiri), finché Merry scendeva dal letto ed era pronta a muoversi. 

Philip Roth, Pastorale Americana 

Sentimenti americani

Odiare l'America? Ma se in America ci stava come dentro la propria pelle! Tutte le gioie dei suoi anni piu giovani erano gioie americane, tutti quei successi e tutta quella felicità erano americani, e non doveva più tenere la bocca chiusa solo per disinnescare l'odio ignorante di sua figlia. Avrebbe sofferto di solitudine, da uomo, senza i suoi sentimenti americani! Avrebbe sofferto di nostalgia, se avesse dovuto vivere in un altro paese! Si, tutto ciò che conferiva un significato alle sue imprese era americano. Tutto quello che amava era li.

Philip Roth, Pastorale Americana 

martedì 5 giugno 2018

Sogno di una casa

A scuola si sorprendeva a pensare a quale ragazza potesse sposare e portare a vivere con sé in quella casa. Dopo il viaggio a Whippany con la squadra, doveva solo sentire qualcuno dire «pietra», o anche «ovest», per immaginarsi mentre tornava dopo il lavoro in quella casa dietro gli alberi e vedere sua figlia, la sua bambina, dondolarsi sull'altalena che aveva costruito per lei. Pur essendo solo in prima liceo, poteva immaginare una figlia tutta sua che correva a baciarlo, vedere lei che si gettava tra le sue braccia, se stesso che la portava a cavalluccio dentro e che camminava fino alla cucina dove, ritta col grembiule davanti ai fornelli, a preparargli la cena, ci sarebbe stata la madre adorante della bambina, che sarebbe stata la ragazza di Weequahic, qualunque fosse, che si era seduta ancheggiando nella poltrona davanti alla sua al cinema Roosevelt l'ultimo venerdi, con i capelli sparsi sulla spalliera, cosi vicini che lo Svedese avrebbe potuto carezzarli, se ne avesse avuto il coraggio. Per tutta la vita aveva sempre avuto questa capacità d'immaginarsid'immaginarsi completo.

Philip Roth, Pastorale Americana 

Desiderio di un bambino

A vent'anni era tornato dal servizio militare con una gran voglia di essere «maturo». Se era un bambino, lo era solo nella misura in cui si trovava a guardare avanti verso le responsabilità dell'età virile con l'intenso desiderio di un bambino che contempla la vetrina di una pasticceria. 

Philip Roth, Pastorale Americana 

venerdì 1 giugno 2018

Famiglia

Io mi diverto a lavorare, amo l'industria del guanto, amo le sfide, e non mi garba l'idea di andare in pensione, perché credo che sia il primo passo verso la tomba. Ma questo non mi preoccupa per una ragione importante: perché sono l'uomo più fortunato della terra. E fortunato per via di una parola. La parolina più grande che ci sia: famiglia.

Philip Roth, Pastorale Americana