venerdì 28 giugno 2019

Meduse

Noi coi nostri occhi vediamo solo una piccola parte del mondo. Pensiamo che il mondo sia tutto li, ma è solo per abitudine, la realtà è molto diversa. Il mondo reale è in luogo molto pu oscuro, più profondo, la maggior parte del quale è abitato da creature come le meduse. Soltanto che noi ce lo siamo dimenticato.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

mercoledì 26 giugno 2019

L'isola di merda

- Conosci la storia delle scimmie dell'isola di merda? - gli chiesi.
- No, non la conosco, - rispose lui scuotendo la testa con aria poco interessata.
- Lontano, da qualche parte, c'era un'isola di merda. Non aveva un nome, non era abbastanza importante, era un'isoletta da niente. E aveva proprio la forma di una merda. Vi crescevano palme anche loro a forma di merda. E facevano noci di cocco che avevano odore di merda. Eppure sulle palme vivevano delle scimmie di merda a cui piacevano quelle noci di cocco che avevano odore di merda, e le mangiavano. Di conseguenza producevano escrementi di merda. Gli eserementi cadevano sul terreno, formavano montagnole di merda, e facevano diventare le palme di merda che crescevano su quella montagnola ancora più di merda.
Era un circolo vizioso -. Bevvi il caffè
che restava nella tazza. - Guardandoti, tutt'a un tratto mi è venuta in mente questa storia dell'isola di merda, - aggiunsi rivolto a Noboru.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

Sfogare

- Qualche volta è necessario sfogare quel che abbiamo in cuore, buttarlo fuori. Altrimenti la corrente interna ristagna. Ora che ha detto quello che voleva si sente meglio, vero?
- In parte, risposi. Ma non è una soluzione. Non è una conclusione.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

venerdì 21 giugno 2019

Filo della tela

Della lettura di un pezzo di vera poesia, in versi o in prosa, si può dir quello che di un sorriso diceva lo Sterne; che essa aggiunge un filo alla tela brevissima della nostra vita

Giacomo Leopardi, Zibaldone

sabato 15 giugno 2019

Pablo

E il treno io l'ho preso e ho fatto bene.

Spago sulla mia valigia non ce n'era,

solo un po' d'amore la teneva insieme,

solo un po' di rancore la teneva insieme.


De Gregori, Pablo

venerdì 14 giugno 2019

Mark Twain, pseudonimo

Le navi, per stare a galla, hanno bisogno di una conveniente quantità d'acqua fin dai tempi di Archimede, infatti (ricordate il suo famoso Eureka, ho trovato!, nella vasca da bagno?), si sa che una nave sposta, o disloca come si dice in termine tecnico, una quantità di acqua pari al suo peso totale Poiché l'acqua non è poi tanto pesante, ce ne vuole un bel po' per far navigare un battello di discrete proporzioni.
Questo lo sapevano molto bene i battellieri del Mississippi, il grande fiume americano, i quali avevano appunto un addetto alla costante misurazione della profondità.
Quando si raggiungeva la profondità di sicurezza, un paio di braccia (cioè poco meno di quattro metri) e si poteva perció procedere tranquilli, questo addetto faceva risuonare ben alto il suo rilevamento: segna due, in americano "mark twain".

Luigi Giovannini, Prefazione al Principe e il povero di Mark Twain

giovedì 13 giugno 2019

Interesse

A man who limits his interests, limits his life.

Vincent Price

Gestire la collera

È raro che io resti a lungo agitato per i problemi che possono sorgere nelle relazioni con gli altri.  Evidentemente mi succede di sentirmi in collera, di irritarmi con qualcuno per qualche motivo, ma la cosa non dura a lungo.  Ho la capacità intellettiva di fare la distinzione fra me e un altro, di vederci come due esseri sostanzialmente indipendenti (penso che sia giustificato chiamarla capacità intellettiva perché non è affatto un'operazione semplice, ma non e'è motivo di farsene vanto). Insomma, quando sono scontento o arrabbiato per qualche ragione, provvisoriamente sposto la causa del mio malumore in una sfera estranea alla mia persona. Poi faccio questa riflessione, okay, adesso sono irritato, ma la ragione di ciò ormai si trova in una zona dove non ho più modo di appurarla o modificarla a posteriori. E in questo modo congelo temporaneamente i miei sentimenti. In un secondo tempo, quando provo a scioglierli e a tentare con calma un'interpretazione, succede raramente che il mio animo sia ancora in subbuglio. Passato il tempo dovuto, la faccenda si riduce a qualcosa di inoffensivo che ha perso la sua virulenza. E prima o poi dimentico tutto.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

Finzione mediatica

Sembrava che per la società qualcosa come la coerenza non contasse un accidenti, tutti volevano solo assistere sullo schermo a uno scontro tra intellettuali, vedere scorrere vivido sangue vermiglio davanti ai loro occhi.
Che uno sostenesse il giovedì il contrario di quanto aveva affermato io lunedì no aveva la minima importanza.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

mercoledì 12 giugno 2019

Non opporsi alla corrente

Non è qualcosa di cui si possa dire cosa è meglio e cosa è peggio. Non bisogna opporsi alla corrente, se si deve andare in alto si va in alto, se si deve andare in basso si va in basso. Quando si deve andare in alto, è bene cercare la torre più altave arrampicarsi fino in cima. Quando si deve andare in basso, è bene cercare il pozzo più profondo e calarsi nel fondo. Quando non c'è corrente, è bene restare fermi. Se ci si oppone alla corrente tutto si inaridisce.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

martedì 11 giugno 2019

Atmosfera glaciale

In effetti quando andai chiedere la mano di Kumiko, la reazione dei suoi genitori fu estremamente fredda. Un'atmosfera glaciale, qualcuno doveva aver spalancato tutti i frigoriferi del mondo contemporaneamente.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

Famiglia

La famiglia, pensavo. In seno a essa noi svolgevamo i ruoli che ci eravamo assegnati, lei parlava del suo lavoro, io preparavo la cena e ascoltavo. Era una
famiglia che non corrispondeva affatto all'immagine che ne avevo prima di sposarmi, ma comunque fosse, me l'ero scelta io. Ovviamente anche da bambino avevo avuto una famiglia, ma non per mia decisione, mi era stata assegnata per legge di natura, imposta, cioè.
Invece ora mi trovavo in una realtà acquisita che avevo scelto io di mia volontà: la mia famiglia.  Certo difficilmente la si sarebbe potuta definire perfetta, però io ero sostanzialmente pronto ad accettarla, qualunque problema presentasse. Insomma era qualcosa che mi ero scelto io, e se questa scelta comportava qualche problema, doveva trattarsi di un problema inerente alla mia stessa natura.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo 

lunedì 10 giugno 2019

Vita matrimoniale

Chissà se un giorno sarei stato in grado di conoscerla tutta, quella stanza. Oppure  sarei invecchiato senza esplorarla fino in fondo, e poi sarei morto. In tal caso, che senso poteva mai avere quella vita matrimoniale?
Che senso poteva  quindi avere la mia vita, poiché vivevo e dormivo nello stesso letto con una persona che non conoscevo?
Queste sono le riflessioni che feci quella notte, e anche in seguito continuai a pensarci su in maniera intermittente. Poi capii, anche se molto più tardi, che quella volta avevo proprio toccato il cuore del problema.

Haruki Murakami, L'uccello che girava le viti del mondo

giovedì 6 giugno 2019

Riposo

La natura non conosce un istante di riposo.

Engels

Troll

I troll sono precedenti a internet, anche se è in internet che hai maggiore visibilità, e il loro grande problema è la bocca, perché per qualche ragione, forse mutazioni provocate dalle tante ore trascorse davanti al computer, a insultare o a rubare libri, musiche e film, la cavità orale gli si è separata dal cervello, nel cui meraviglioso meccanismo hanno sede i centri inibitori che ci impediscono di commettere gaffe, fare figure ridicole e compiere crimini contro l'intelligenza.

Luis Sepulveda, Ingredienti per una vita di formidabili passioni 

martedì 4 giugno 2019

Punti deboli delle ipotesi

Significa che dobbiamo cercare i punti deboli delle nostre ipotesi. Una volta che li abbiamo trovati dobbiamo verificare se possono essere rinforzati. Se ci riusciamo, forse l'ipotesi che abbiamo è valida. Ma se non ci riusciamo, forse va abbandonata, perché non è davvero adatta a spiegare quello che è successo. La cosa peggiore che può fare un investigatore è innamorarsi della propria ipotesi, ignorandone le debolezze ed evitando deliberatamente do vedere gli elementi che la contraddicono.

Gianrico Carofiglio, Una mutevole verità 

lunedì 3 giugno 2019

Attaccarsi agli oggetti

Capita spesso agli anziani. Accumulano senza buttare via niente. Credo sia un modo per combattere l'angoscia, la paura della morte. Attaccarsi agli oggetti.

Gianrico Carofiglio, Una mutevole verità

Maledette sigarette

Serena aprí la finestra della cucina e si accese una sigaretta. Fenoglio represse l'impulso di chiederle quante ne avesse già fumate, quel giorno. Non sapeva come convincerla a smettere. Il pensiero che potesse ammalarsi per le maledette sigarette lo faceva impazzire, ma lei non sopportava di sentir parlare della questione.

Gianrico Carofiglio, Una mutevole verità