sabato 28 gennaio 2023

Greco

Ero ancora bambino, quando tentai per la prima volta di tracciare con lo stilo quei caratteri d'un alfabeto a me ignoto: cominciava per me la grande migrazione, i lunghi viaggi, e il senso d'una scelta deliberata e involontaria quanto quella dell'amore. Ho amato quella lingua per la sua flessibilità di corpo allenato, la ricchezza del vocabolario nel quale a ogni parola si afferma il contatto diretto e vario delle realtà, l'ho amata perché quasi tutto quel che gli uomini han detto di meglio è stato detto in greco.

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

Poesia

La lettura dei poeti produsse in me effetti ancor più conturbanti: non sono del tutto certo che conoscere l'amore sia più inebriante che scoprire la poesia. Quest'ultima mi trasformò

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

Vero luogo natio

Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su se stessi: la mia prima patria sono stati i libri.

Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano 

domenica 22 gennaio 2023

Rovina di Roma

Della sua decadenza e della finale rovina, ci furono cause esterne una violenta, improvvisa pressione di grandi masse umane ai confini dell'impero, e cause interne: un allentarsi del senso dello Stato e della disciplina collettiva, la crisi dell'identità culturale latina per l'arrivo di nuove mode e nuovi stili di vita dall'Oriente, il divaricarsi delle condizioni sociali tra masse di poveri che affollavano le città soprattutto Roma vivendo delle erogazioni statali, e una minoranza di ricchi dalle strepitose fortune; se i poveri si addensavano nelle città, i ricchi se ne
allontanavano per vivere nelle loro «villae», vere isole separate dal resto del mondo e funzionanti grazie dall'impiego massiccio di schiavi. La decadenza delle città e l'emergere di strutture produttive e sociali di tipo chiuso mostra già nel tardo mondo romano i segni del mondo medievale.

Dalla peste nera alla guerra dei trent'anni, Adriano Prosperi

Lettura della storia

Là dove gli esseri umani allora viventi sperimentavano lo scorrere uguale e le incertezze quotidiane dei giorni della loro vita, noi, retrospettivamente, cerchiamo di individuare con la maggior precisione possibile le cesure profonde che fecero sì che il mondo cambiasse aspetto e non apparisse più riconoscibile alle generazioni che vennero dopo.

Dalla peste nera alla guerra dei trent'anni, Adriano Prosperi

Insonnia

Che cos'è l'insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamnenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni? L'uomo che non dorme - da qualche mese a questa parte ho fin troppe occasioni di constatarlo su me stesso - si rifiuta più o meno consapevolmente di affidarsi al flusso delle cose.

Memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar 

sabato 14 gennaio 2023

Vagabondi

Una sera di primavera dell'anno 1934 un signore di una certa età scese i gradini in pietra che da uno dei ponti sulla Senna conducono alle rive del fiume. Là, come quasi tutti sanno ma in questa occasione merita di essere ricordato, sono soliti dormire, o meglio accamparsi, i vagabondi di Parigi.

Joseph Roth, La leggenda del santo bevitore

Sogni e paesaggio

Cè chi è in grado di collaudare i propri sogni anche senza uscire di casa. lo non ne sono capace. Mi serve lo sfondamento corporeo del paesaggio; e li sul Po tutto funzionava in questo senso.

Paolo Rumiz, Morimondo 

venerdì 13 gennaio 2023

Distanze

L'acqua dei nostri rubinetti non avrà mai il valore di quella, inestimabile, che sta in un pozzo distante da casa. Oggi spesso mi chiedo se l'azzeramento delle distanze non abbia ucciso anche il desiderio.

Paolo Rumiz, Morimondo 

mercoledì 11 gennaio 2023

Sognare percorso

So dall'adolescenza che le mappe giuste non servono a orientarsi ma a sognare percorsi, e magari a ricordarli ad avventura conclusa. Per l'avventura padana ne avevo fatta una a mano, come già altre volte nei miei viaggi importanti: una striscia di carta di tre metri per sessanta centimetri, apribile a fisarmonica. Ci avevo speso sopra parecchie settimane, riempiendola maniacalmente di annotazioni, ma non era mai finita perché ci aggiungevo ancora nomi e luoghi, forse nel tentativo di farla diventare anch'essa fiume, su scala uno a uno. L'idea me l'aveva data Marlow in Cuore di tenebra. "Cera un fiume di enorme grandezza," dice l'eroe conradiano, "e tu potevi vederlo sulla carta simile a un gigantesco serpente interamente snodato, con la testa nel mare, il corpo adagiato lungo una lontana linea sinuosa per quella vasta plaga, e la coda perduta nelle profondità del territorio. Davanti a quella carta nella vetrina di quel negozio restavo affascinato come un serpente davanti a un uccello."

Paolo Rumiz, Morimondo 

Rotolare della ghiaia

Un fiume non è un luogo, ma una persona, e in questo viaggio mi è accaduto di sentirlo cantare. Stavo vogando in piedi sul barcè assieme al grande Angelo Bosio, quando avvertii improvvisamente sotto la chiglia un canto di cicale, o di grilli.
"Che roba è?" chiesi stupefatto. "Il rotolare della ghiaia," rispose Angelo, "è il letto del fiume che cammina." In quei fondali sonori stava il segreto del Dio.

Paolo Rumiz, Morimondo

Canto della corrente

Andare a motore su un fiume, ci avevano avvertito, è come entrare in scooter agli Uffizi. Una porcheria, un sacrilegio. Non senti la voce del Dio che vi abita. Ogni fiume ha il suo Dio, la sua voce è la corrente non canta mai allo stesso modo. 

Paolo Rumiz, Morimondo

Parlare a bassa voce

Dopo Cremona, si levò il buon vento e Paolo Lodigiani spense il motore per issare la vela. Fummo investiti da un inatteso, stupefatto silenzio. Eravamo nella pancia della locomotiva industriale italiana; poco oltre l'argine sferragliavano acciaierie, scoreggiavano maiali e tuonavano mastodonti su gomma, ma sul fiume regnava una quiete talmente assoluta che ci venne spontaneo parlare a bassa voce. A bordo era sceso il silenzio.

Paolo Rumiz, Morimondo

domenica 8 gennaio 2023

Vetta del sapere

La matematica rappresenta in ogni tempo ed in ogni civiltà degna di questo nome la vetta del sapere, insieme ai miti che ne definiscono il senso antropologico. Le antiche civiltà si contraddistinguono per la matematica che erano in grado di costruire, tutto il resto, interessante certo, viene dopo.

Bruno D'Amore, Matematica, stupore e poesia 

sabato 7 gennaio 2023

Pianto sulle guance

Il pianto dagli occhi
Si effonde sulle guance
Come un tenero fiume

Eschilo, Prometeo incatenato