Dopo Cremona, si levò il buon vento e Paolo Lodigiani spense il motore per issare la vela. Fummo investiti da un inatteso, stupefatto silenzio. Eravamo nella pancia della locomotiva industriale italiana; poco oltre l'argine sferragliavano acciaierie, scoreggiavano maiali e tuonavano mastodonti su gomma, ma sul fiume regnava una quiete talmente assoluta che ci venne spontaneo parlare a bassa voce. A bordo era sceso il silenzio.
Paolo Rumiz, Morimondo
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