martedì 30 settembre 2025

Gaia

In un primo momento, la dea non aveva compreso cosa fosse Gaia: non sapeva che la donna che le stava di fronte era soltanto una delle tante forme che assumeva e abbandonava - proprio come Era con le sue sembianze di falco. Gaia non può staccarsi dalle radici che la legano al suolo perché è quelle stesse radici, ed è il terreno in cui tali radici crescono. E la terra, la madre di ogni cosa. Ma anche se adesso lo sa, Era fatica ad accettare l'idea che Gaia sia lì davanti a lei e al tempo stesso si estenda sotto i suoi piedi, sorreggendo il peso della roccia su cui si trovano. Ed è anche quella stessa roccia, e ogni sasso e ogni felce che vi cresce sopra, ogni montagna all'orizzonte e ogni valle fra i monti.

Jennifer Saint, Era

lunedì 29 settembre 2025

Tempo

Il tempo, per me, non è quella cosa impensabile che non s'arresta mai. Da me, solo da me, ritorna.

Italo Svevo, La coscienza di Zeno

sabato 20 settembre 2025

Realtà e fantasia

… come quelli che si mettono in viaggio per vedere con i propri occhi una città desiderata e immaginano si possa godere nella realtà l'incanto della fantasia.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto. Dalla parte di Swann

mercoledì 10 settembre 2025

I figli spariscono

Comunque, i miei figli se ne fregano, non sono neppure tornati dall'Inghilterra, mi spiego? Passi gli anni a crescerli, a chiederti continuamente se stai facendo la cosa giusta, se hanno mangiato a sufficienza, se hanno dormito abbastanza, se la scuola francese sia meglio di quella americana, se la normale di Pisa sia meglio della Bocconi, se lo sci club Bardonecchia sia meglio dello sci club Sestriere, e poi loro spariscono: Erasmus a Berlino, master a Londra, specializzazione negli Stati Uniti e non li vedi più, per mesi, per anni, per sempre... E ti chiedi che senso abbia, perché in un momento come questo ti aspetteresti un po' di calore, di solidarietà, di presenza, e invece? Il nulla!

Rosa Mogliasso, Chi bacia e chi viene baciato 

domenica 7 settembre 2025

Tutto di cui ero una piccola parte

Mi riaddormentavo, e talvolta non avevo più che brevi risvegli di un attimo, il tempo di percepire gli scricchiolii organici delle boiseries, d'aprire gli occhi per fissare il caleidoscopio dell'oscurità, di assaporare, grazie a un momentaneo barlume di coscienza, il sonno in cui erano immersi i mobili, la camera, quel tutto di cui io non ero che una piccola parte e nella cui insensibilità tornavo presto a confondermi.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - Dalla parte di Swann

Sentiero impresso nella memoria

Mi domandavo che ora potesse essere; udivo il fischio dei treni che, più o meno di lontano, come il canto di un uccello in una foresta, segnando le distanze, mi descriveva la distesa della campagna deserta, dove il viaggiatore si affretta verso la stazione più vicina; e il sentiero che percorre gli resterà impresso nella memoria per l'eccitazione che suscitano in lui luoghi nuovi, gesti inconsueti, i discorsi appena fatti, gli addii sotto la lampada estranea che lo seguono ancora nel silenzio della notte, la dolcezza prossima del ritorno.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - Dalla parte di Swann

M’addormenro

Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera. A volte, appena spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che nemmeno avevo il tempo di dire a me stesso: «M'addormento». E, una mezz'ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi ridestava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume; non avevo smesso, dormendo, di ragionare su ciò che avevo appena letto.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto - Dalla parte di Swan

Cassetti chiusi da contenuto inaspettato

«Tu vai pure, che...»
«Sì, sì, che poi mi raggiungi» aveva completato il
commissario Gillo.
«Ehi, non fare tanto la spiritosa, chi ti credi di essere, Abebe Bikila?» le aveva urlato dietro Meri.
Che sua sorella fosse informata dell'esistenza di Bikila la stupì molto e, per un attimo, il volto di Barbara si contrasse in una smorfia di sbigotti-mento, come chi, aprendo una porta nella convinzione di entrare nelle toilette di un ristorante, si fosse ritrovato nella cucina.
«Sta a vedere che nutro troppi preconcetti sulla
gente?» ipotizzò a voce alta.
Male, molto male.
I preconcetti sono una forma di paralisi, stabilì.
Credi che una persona sia quella roba lì e tale resta, per sempre, in saecula saeculorum, si ritrovò a riflettere. Per esempio Meri: lei la considerava, da sempre, donna superficiale, poco informata, o meglio informata sulla tappezzeria delle cose, invece ecco che se ne veniva fuori con il maratoneta scalzo.
Chissà dove l'ha letto? Magari su Vanity Fair, probabilmente in uno di quegli articoli subdolamente impegnati che, menzionando genericamente l'orgoglioso popolo etiope, informano su tendenze moda terzo mondo, tessuti zebrati e gioielli in avorio.
Ma, in fondo, non era tanto il fatto che Meri avesse letto di Bikila, quanto il fatto che, ritenendolo interessante, ne avesse memorizzato il nome, e fosse stata pure in grado di citarlo a proposito.
Stupefacente.
Le persone sono imprevedibili, cassetti chiusi dal contenuto inaspettato.

Rosa Mogliasso, Chi bacia a chi viene baciato