sabato 28 gennaio 2012

Scapolo

It is a truth universally acknowledged, that a single man in possession of a good fortune, must be in want of a wife. 

Orgoglio e Pregiudizio - J. Austen

domenica 8 gennaio 2012

Pastine degli angeli (dose X ogni albume)

Dose x ogni albume

  • 40/50 gr. Zucchero semolato
  • 25 gr. Farina
  • 1 albume
  • 25 gr. Burro morbido
  • Un pizzichino di sale
  • Zucchero in granella q.b.
  • Nocciole o mandorle q.b.
  • Inoltre: pirottini di carta medi
Si montano gli albumi a neve fermissima, poi mescolando molto delicatamente, si aggiungono nell'ordine: zucchero, burro e farina, fino ad avere un composto piuttosto gonfio e spumoso.
Poi si mette un cucchiaio di composto in ogni pirottino e si guarnisce con 1 nocciolina oppure  1 mandorla e lo zucchero in granella e si cucina in forno ventilato a 150°c x ca. 20 min.
Le pastine devono risultare appena dorate all'esterno e rimanere bianche all'interno.

sabato 7 gennaio 2012

Tanto pe' canta'

È 'na canzone senza titolo,
tanto pe' cantà,
pe' fà quarche cosa...
nun è gnente de straordinario
è robba der paese nostro,
che se pò cantà puro senza voce...
basta 'a salute...
quanno c'è 'a salute c'è tutto...
basta 'a salute e 'n par de scarpe nove
pòi girà tutt'er monno...
e m'accompagno da me...

Pe' fa la vita meno amara
me so comprato 'sta chitara,
e quann'er sole scende e more
me sento 'n còre cantatore.
La voce è poca ma 'ntonata,
nun serve a fà la serenata,
ma solamente a fà in magnera
de famme un sogno a prima sera.

Tanto pe' cantà,
perché me sento 'n friccico ner còre,
tanto pe' sognà,
perché ner petto me ce naschi 'n fiore.
fiore de lillà
che m'ariporti verso er primo amore,
che sospirava le canzone mie,
e m'arintontoniva de bugìe.

Canzoni belle e appassionate
che Roma mia m'ha ricordate,
cantate solo pe' dispetto,
ma co 'na smania drent'ar petto;
io nun ve canto a voce piena,
ma tutta l'anima è serena;
e quanno er cèlo se scolora
de me nessuna se 'nnamora.

Tanto pe' cantà,
perché me sento 'n friccico ner còre,
tanto pe' sognà,
perché ner petto me ce naschi 'n fiore.
fiore de lillà
che m'ariporti verso er primo amore,
che sospirava le canzone mie,
e m'arintontoniva de bugìe.

venerdì 6 gennaio 2012

mercoledì 4 gennaio 2012

Winslow Homer



 











Wislow Homer, il più straordinario pittore di paesaggi e figure che l’America possieda tra la fine del secolo e il principio del nuovo. Quando in un anno per lui assai prolifico dipinge tre capolavori come Rete con le aringhe ma soprattutto Insidie nella nebbia e Perduti su una barca, è a un passo dai suoi cinquant’anni. In quel 1885 si è già installato già da due anni in quello che diventerà, per il resto della sua vita, il luogo privilegiato del suo essere e del suo creare, il piccolo promontorio di Prout’s Neck, sulla costa del Maine, oceano Atlantico.
Homer rivolge il proprio sguardo, l’intera sua vita all’incontro definitivo con la luce e lo spazio del grande mare. C’è una bellissima fotografia che ritrae Homer in piedi sulla terrazza del suo studio a Prout’s Neck. Attorno solo il cielo, l’oceano, e la brughiera spesso spazzata del vento che ogni cosa della luce scompagina, in continui e incessanti movimenti. Bisogna venirci su questa costa del Maine, come in un pellegrinaggio. Bisogna venirci i guardare per capire. Cosa sia la solitudine davanti all’immenso, cosa sia il fragore del vento che romba in grandi onde d’aria, prima chiara e poi sempre più scura. Onde che si spandono e mettono al cuore paura. Cosa sia il senso, e il sentimento, del grande mare.
Il pittore guarda. Attorno a sé ha l’azzurro e il grigio e il bianco apparentemente senza confini. L’oceano quasi lo circonda, e lui si volge verso più punti per abbracciare il gran teatro del mondo.
Homer guarda il mare come una meraviglia che si rinnova, non ha mai fine. Nei tre quadri celebri del 1885, possiamo affermare che si dica del senso del pericolo davanti all’immenso, della lotta dell’uomo con gli elementi.

Marco Goldin

martedì 3 gennaio 2012

Barca sull'Elba nella nebbia del primo mattino

«Quando una regione è avvolta nella nebbia, sembra più grande e sublime, stimola l'immaginazione e le aspettative come una ragazza nascosta da un velo»
David Friedrich

C'e' una barca che va nel primo mattino sul fiume, sospinta da un vento calndo. O forse solo dondolante sull'acqua placida, perche' le vele non sono state ancora issate. E sopra di essa si spandono i vapori che giungendo alla notte si stringono cosi' morbidamenteìal giorno. Si scorge la riva lontana, mentre quella in primo piano ha la nitidezza di una vegetazione che appare. In quel borotalco dilatato dell'aria, emergono incanti e apparizioni, e tutto e' circoscritto dal tempo lento di un salire alla superficie.

Marco Goldin

Oratorio del Gonfalone


lunedì 2 gennaio 2012

Biscotti all'olio extravergine d'oliva e limoni

(per 10 biscotti piuttosto grandi)

250 g di farina 00
120 g di zucchero
100 g d'olio extravergine d'oliva al limone
5 g di fior di sale (due pizzichi)
la buccia grattugiata di 1/2 limone (non trattato)

Se utilizzate un mixer, inserite tutti gli ingredienti e frullate fino ad ottenere una massa liscia e compatta (diversamente, mescolate la farina con lo zucchero, il sale e la buccia di limone e lavorate il tutto con l'olio fino ad ottenere un panetto come sopra). Avvolgete il tutto nella pellicola e lasciate riposare in frigorifero per circa due ore. Riprendete l'impasto, stendetelo ad uno spessore di 5 mm, ritagliate i biscotti e posizionateli su di una teglia foderata con carta da forno. Riponete nuovamente in frigorifero per almeno mezz'ora. Infine, cuocete a 180 gradi per 12 minuti. Estraete e lasciate raffreddare completamente prima di servire

domenica 1 gennaio 2012

Figure sulla riva del mare

Nicolas de Staël, disperato e quasi annegato davanti al potere dello sguardo e della natura. E ancor di più dello spazio che si frange come un'onda violenta contro il luogo della coscienza. Sprofondando: «Solo, di fronte ai quadri, piango.» Fino a quell'atto estremo e finale, gesto epico nella sua assolutezza e crudezza di dolore, del volo di un corpo, il suo, dagli spalti del forte di Antibes, davanti al mare.
Ha scritto in una delle sue lettere, bellissime e rivelatrici come quelle di Van Gogh: «Per tutta la vita ho avuto bisogno di pensare pittura, di vedere dei quadri, di dipingere per aiutarmi a vivere, al fine di liberarmi da tutte le impressioni, da tutte le sensazioni, da tutte le inquietudini alle quali non trovo altra via d'uscita se non nella pittura.»
«Ho finito per vedere il mare in rosso», scrive a proposito di questo quadro, e quello che noi vediamo è la screziatura tutta sovrabbondante del colore: «Sono in pieno nel colore, fino ai gomiti.»
Figure che sulla riva del mare stanno, una forse seduta sulla sinistra e una ritta in piedi sulla destra.
De Staël è lì, sulla riva del mare, e i suoi occhi sono gli stessi di quelle figure davanti all'immenso.

Marco Goldin

Mattina di Natale

Andew Wyeth assolutizza la solitudine di chi guarda. La figura misteriosa adagiata nella luce della neve è la signora Hannah Sanderson morta la mattina di Natale e fattasi subito solo luce e solo neve sotto il lume di una stella unica e solitaria.
Wyeth accascia nel silenzio una donna che guarda ormai da un altro tempo e da un altro mondo.
Lo sguardo si capovolge e ciò che si vede è il guardare non più da una stanza verso il mondo e il suo spazio, ma dal luogo della morte appena avvenuta. La stanza è ora camera di una memoria che non possono pensare i vivi ma solo i morti.

Marco Goldin