Nicolas de Staël, disperato e quasi annegato davanti al potere dello sguardo e della natura. E ancor di più dello spazio che si frange come un'onda violenta contro il luogo della coscienza. Sprofondando: «Solo, di fronte ai quadri, piango.» Fino a quell'atto estremo e finale, gesto epico nella sua assolutezza e crudezza di dolore, del volo di un corpo, il suo, dagli spalti del forte di Antibes, davanti al mare.
Ha scritto in una delle sue lettere, bellissime e rivelatrici come quelle di Van Gogh: «Per tutta la vita ho avuto bisogno di pensare pittura, di vedere dei quadri, di dipingere per aiutarmi a vivere, al fine di liberarmi da tutte le impressioni, da tutte le sensazioni, da tutte le inquietudini alle quali non trovo altra via d'uscita se non nella pittura.»
«Ho finito per vedere il mare in rosso», scrive a proposito di questo quadro, e quello che noi vediamo è la screziatura tutta sovrabbondante del colore: «Sono in pieno nel colore, fino ai gomiti.»
Figure che sulla riva del mare stanno, una forse seduta sulla sinistra e una ritta in piedi sulla destra.
De Staël è lì, sulla riva del mare, e i suoi occhi sono gli stessi di quelle figure davanti all'immenso.
Marco Goldin
Nessun commento:
Posta un commento