Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta
di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per
evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti
meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per
adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza
sinistra col dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è
qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te.
E
naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. È
una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e
simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il
loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso.
Che ti macchierà le mani. È il tuo sangue, e anche il sangue di altri.
Poi,
quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu
come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai
neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio.
Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era
entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.
Kafka sulla spiaggia / Haruki Murakami
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