giovedì 31 agosto 2017

Perché tanta fatica

E se qualcuno obietta che non val la pena di fare tanta fatica, citerò Cioran (non un classico, almeno per ora, ma in pensatore contemporaneo che solo ora si comincia a tradurre in Italia): 《Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. "A cosa ti servirà?" gli fu chiesto. "A sapere quest'aria prima di morire"》

Italo Calvino, Perché leggere i classici 

Biblioteca ideale

Oggi una educazione classica come quella di Leopardi è impensabile, e soprattutto la biblioteca del conte Monaldo è esplosa. I vecchi titoli sono stati decimati ma i nuovi sono moltiplicati proliferando in tutte le letterature e culture moderne. Non resta che inventarci ognuno una biblioteca ideale dei nostri classici; e direi che essa dovrebbe comprendere per metà libri che abbiamo letto e che hanno contato per noi, per metà libri che ci proponiamo di leggere e presupponiamo possano contare. Lasciando una sezione di posti vuoti per le sorprese, le scoperte occasionali. 

Italo Calvino, Perché leggere i classici 

martedì 29 agosto 2017

Disordine delle parole

Fin dal terzo episodio l'Ulisse abbandona la narrativa del naturalismo e lascia emergere un disordine delle parole, guidato da divagazioni del pensiero che si coagulano nel cosiddetto 'stream of consciousness', o 'flusso di coscienza: un continuo succedersi di pensieri e immagini che passano per la testa dell'io narrante, si distano e si richiamano l'uno con l'altro, quasi senza sosta. Ed è un disordine liberatorio, dove le percezioni d'un dentro e d'un fuori collimano, richiamandosi a vicenda 

Prefazione a Ulisse di James Joyce, Gianni Celati

lunedì 28 agosto 2017

Difficoltà

Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro irrobustisce il corpo.

Seneca 

Propaganda militare

Non sapevano quegli ingenui che la tecnica di attribuire al soldato nemico ogni possibile crudeltà fa parte del materiale di guerra quanto i proiettili e gli aeroplani, e che essa viene cavata dai magazzini regolarmente al principio di ogni conflitto. La guerra non può essere messa d'accordo con la ragione e con il senso di giustizia; essa esige entusiasmo cieco per la propria causa e odio per l'avversario.
Ma è proprio nella natura umana che i sentimenti acuti non si possano prolungare all'infinito, né nell'individuo, né in un popolo, e ciò è ben noto ad ogni organizzazione militare. Questa perciò ha bisogno di un assillo artificiale e simile compito d'incitamento deve essere assolto dagli intellettuali.

Il mondo di ieri,  Stefan Zweig 

Svanire dalla memoria

Io non potevo allora capire che con la stessa rapidità con cui si cancellano dalla superficie della terra le orme della lotta può anche svanire dalla memoria degli uomini il ricordo del suo orrore.

Il mondo di ieri, Stefan Zweig 

giovedì 3 agosto 2017

Morale e libertà

Ma è proprio come dice Hebbel: "Ora ci manca il vino, ora ci manca la coppa". Raramente le due cose sono concesse alla medesima generazione: se il costume dà la libertà all'uomo, è lo Stato che viene a coartare; se le Stato dà la sua libertà, è la morale che vuole asservirlo. 

Stefan Zweig, Il mondo di ieri 

mercoledì 2 agosto 2017

Impulsi naturali

Noi dopo Freud sappiamo come chi cerchi respingere dalla propria coscienza impulsi naturali, non li annulla, ma soltanto li sposta pericolosamente nel subcosciente.

Stefan Zweig, Il mondo di ieri 

martedì 1 agosto 2017

Il mondo di oggi

Nella loro Austria durante quell'epoca di bonaccia non vi furono ne colpì di stato ne improvvisi sbalzi di valori; se le azioni perdevano in borsa quattro o cinque punti, si parlava già di un crac e si aggrottava la fronte sulla "catastrofe". Ci si lagnava più per consuetudine che per convinzione delle forti tasse, che in realtà, paragonate a quelle del dopoguerra, non erano che una specie di piccola mancia allo Stato. Si stabiliva nei testamenti con la massima precisione il modo di proteggere i nipoti e i pronipoti di ogni perdita finanziaria, come se la sicurezza fosse garantita con una semplice cambiale delle potenze esterne, e nel frattempo si viveva a proprio agio, accarezzando le piccole preoccupazioni come bravi e docili animali domestici che in fondo non fanno paura.

Stefan Zweig, Il mondo di ieri