A metà pomeriggio, di solito finiti i compiti, andavo in cucina o mi chiamava là mia madre, che mi diceva: «Ti preparo il cozzetto». Da un filone di pane, tagliava la parte estrema, tondeggiante, in napoletano il cuozzo, in italiano regionale cozzo, lo svuotava con cura del cono di morbida mollica, metteva un pizzico di sale nella cavità, versava qualche goccia d'olio sia sulle pareti cave sia sulla mollica, spalmava le gocce con cura, richiudeva e, infine, mi
consegnava. Sgranocchiavo l'eccellente merenda.
Tullio De Mauro, Parole di giorni lontani
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