venerdì 30 agosto 2019

Parlare in pubblico

Mi devo preparare con cura prima di una conferenza. Mi tocca imparare a memoria in discorso in inglese di trenta o quaranta minuti, in modo da poterlo pronunciare senza leggere. Altrimenti non riuscirei a trasmettere ai miei uditori un'emozione viva. 
Devo scegliere dei vocaboli che siano foneticamente facili, e perché il pubblico si rilassi, in qualche misura devo farlo ridere. Lasciar capire a chi mi sta di fronte che tipo di persona sono. Farmi amici gli uomini e le donne lì presenti, anche solo per un breve lasso di tempo, per conquistare la loro attenzione. A questo scopo mi esercito a pronunciare il mio discorso più volte. È un lavoro che richiede tempo e fatica. Il risultato però è la sensazione di raccogliere una nuova sfida.

Haruki  Murakami, L'arte di correre 

giovedì 29 agosto 2019

Resistenza e distanza

Sono nella fase in cui devo lavorare sulla resistenza e aumentare la distanza che percorro, mentre il tempo che impiego per il momento non è rilevante. Basta che copra in silenzio il numero di chilometri che mi sono prefisso, mettendoci le ore necessarie. Se desidero arrivare più lontano aumento in proporzione la velocità, ma se accelero il ritmo, riduco la durata dell'allenamento, perché l'essenziale è ritrovare domani il piacere fisico che provo oggi.

Haruki Murakami, L'arte di correre 

Perdere lucidità

Non esiste a questo mondo qualcosa che sia all'altezza dell'immagine illusoria che ce ne eravamo fatti quando avevamo perso la lucidità. 

Haruki Murakami, L'arte di correre 

Sconfitta

La sconfitta non si può evitare. L'essere umano, qualunque essere umano, non può continuare a vincere in eterno. Nell'autostrada della vita, non si può sempre stare sia corsia di sorpasso.

Haruki Murakami, L'arte di correre 

Qualità dello scrittore

La qualità più importante per uno scrittore è il talento. Se uno non ha il minimo talento letterario può scervellarsi finché vuole, metterci tutto il suo ardore, non scriverà mai nulla di valido.

Haruki Murakami, L'arte di correre 

lunedì 26 agosto 2019

Correre

Coprire a passo di corsa lunghe distanze è semplicemente consono al mio carattere, mi fa sentire felice. Fra tutte le forme di esercizio fisico cui mi sono dedicato, correre è probabilmente la più piacevole, quella più ricca di significato per me. E tenermi in allenamento per più  di vent'anni, senza mai smettere, penso che abbia contribuito a formare e irrobustire sia il mio corpo che il mio
spirito.

Haruki Murakami, L'arte di correre 

domenica 25 agosto 2019

Perché scrivere

Forse ho un carattere complicato, ma se non metto le cose nero su bianco non riesco a pensare, e per riflettere sul significato che ha per me la corsa a piedi, ho dovuto rimboccarmi le maniche
e buttar giù quanto segue.

Haruki Murakami, L'arte di correre

sabato 24 agosto 2019

Illusione della velocità

L'illusione della velocità è credere che essa faccia guadagnare tempo. A prima vista il calcolo sembra semplice: fare le cose in due ore anziché in tre, guadagnare un'ora. È comunque un calcolo astratto: si fa come se ogni ora della giornata fosse quella di un orologio meccanico, assolutamente costante. Ma la precipitazione e la velocità accelerano il tempo, che passa più in fretta, e due ore ad affrettarsi accorciano una giornata. Ogni istante si lacera a forza d'essere segmentato, riempito fino a scoppiare, in un'ora s'inzeppano una montagna di cose.
Le giornate passate a camminare lentamente lunghissime: fanno vivere di più, perché si è lasciata la libertà di respirare, di approfondire ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, anziché riempirli forzandone le articolazioni.

Frederic Gros, Andare a piedi: Filosofia del camminare

Andare avanti

Per cominciare, c'è la libertà sospensiva offerta dalla marcia, foss'anche una semplice passeggiata: liberarsi del fardello delle preoccupazioni, dimenticare per un momento gli impegni. Si sceglie di non portarsi dietro l'ufficio: si esce, si va a zonzo, si pensa ad altro.
Con un'escursione di qualche giorno il movimento di distacco si accentua: si sfugge alle costrizioni del lavoro, ci si libera delle pastoie dell'abitudine. Ma in quale modo la marcia fa assaporare quella libertà meglio di un lungo viaggio? È innegabile, infatti, che altre costrizioni, non meno penose, si fanno sentire: il peso dello zaino, la lunghezza delle tappe, l'incertezza del tempo (minacce di pioggia, di temporale, caldo opprimente), la rusticità dei bivacchi, qualche piccolo infortunio... Soltanto la marcia, però, riesce a liberarci dalle illusioni dell'indispensabile. Per sua stessa definizione, essa rimane il regno di potenti necessità. Per raggiungere il tal posto bisogna camminare molte ore, che sono altrettanti passi; l'improvvisazione è limitata, dato che non si sta passeggiando per i vialetti di un giardino e ai crocicchi delle strade non ci si può concedere il lusso di sbagliare, pena un prezzo molto salato. Quando la nebbia invade la montagna o si mette a piovere a catinelle, bisogna andare avanti. Cibo e acqua sono materia di calcoli precisi, a seconda delle distanze e delle sorgenti. Per non parlare poi delle scomodità. Ora, il miracolo non è che si sia felici nonostante, ma grazie a questo. Voglio dire che non avere una scelta illimitata quando si tratta di mangiare o di bere,
dover dipendere dalla grande fatalità delle condizioni meteorologiche, contare solamente sulla regolarità del proprio passo, tutto ciò fa apparire di colpo la profusione dell'offerta (di merci, di trasporti, di presenza nella rete globale), il moltiplicarsi delle facilità (di comunicare, di comprare, di circolare) come altrettante forme di dipendenza. Tutte queste microliberazioni non sono altro che accelerazioni del sistema, che m'imprigiona sempre più. Tutto ciò che mi libera del tempo e dello spazio mi aliena alla velocità.

Frederic Gros, Andare a piedi: Filosofia del camminare 

Il camminare di Nietzsche

Vedere gli umani sempre indaffarati, intenti a recarsi a messa o agli svaghi, a cercare il riconoscimento dei propri simili, a impegolarsi in immagini tristi: poveri della loro stessa miseria. E invece, da lassù, si capisce cos'è che fece ammalare l'uomo, il veleno delle morali sedentarie.
E poi c'è sempre, nel corso di lunghissime passeggiate, quell'attraversamento dei valichi che di colpo ci svelano un altro paesaggio. C'è lo sforzo, la salita, poi il corpo si volta e vede ai suoi piedi l'immensità offerta, oppure alla svolta di un sentiero ecco una trasformazione:
una catena di monti, uno splendore in attesa.

Frederic Gros, Andare a piedi: Filosofia del camminare 

sabato 17 agosto 2019

Ulisse spirito inquieto

La storia di Ulisse come viene rappresentata da Dante capovolge quella di Omero: invece dell'eroe del "ritorno" alla patria, Ulisse diventa l'eroe  che rinuncia al ritorno per procedere sempre "oltre"; diventa l'eroe dallo spirito inquieto, determinato a oltrepassare ogni confine per realizzarsi. In effetti, il viaggio di Ulisse non segue precisi percorsi per giungere a mete indicate dalle carte; per lui vale ciò che dice Melville: "I luoghi veri non sono mai segnati in nessuna carta." Ulisse e Achab sono veri figli del mare, e per questo sono icone dei pericoli della navigazione. 

Giovanni Reale, Mi sono innamorato della filosofia 

Filosofia

Qualche studente si è talvolta lamentato con me di non trovare nella flosofia risposte definitive come desiderava. E la stessa cosa mi è stata detta più volte da varie persone, che respingevano la flosofia per le sue contraddizioni. In risposta, io citavo loro un pungente aforisma di Nicolás  Gomez Dávila: "la filosofia è proprio l'arte di contraddirsi reciprocamente senza annullarsi"; e aggiungevo, non solo senza annullarsi, ma arricchendosi dialetticamente proprio in questo contraddirsi. L'uomo può trovare nella filosofia quelle ali che gli permettono di volare molto in alto, e di realizzare, in questo continuo cercare, la sua vera natura.

Giovanni Reale, Mi sono innamorato della filosofia 

Montagna

La montagna come esercizio dell'uomo al pericolo e al continuo rischio: "Senza il pericolo la montagna non è montagna, ma è un gioco sterile. Posso far costruire una montagna artificiale anche in una grande sala, eli fare degli allenamenti o delle gare. Questo si fa oggi ed è una forma di abilità nell'arrampicarsi. Però non è quello che è l'alpinismo. All'alpinismo è necessaria la difficoltà, l'esposizione, l'essere fuori nella wilderness, in un ambiente selvaggio e desolato, e anche il  rischio. Il fascino delle montagne è dato dal fatto che sono belle, grandi, pericolose."

Giovanni Reale, Mi sono innamorato della filosofia

giovedì 15 agosto 2019

Persone tristi

Se le persone tristi hanno una utilità è quella di ricordarti come tu non devi essere mai.

Fabio Genovesi, Chi manda le onde

mercoledì 14 agosto 2019

Inesplorato davanti a me

A me sembra di essere solo un bambino che gioca sulla spiaggia, e si diverte a trovare qua e là un sasso più liscio o una conchiglia più bella del solito, mentre il grande oceano della verità si estende del tutto inesplorato davanti a me. 

Isaac Newton 

giovedì 8 agosto 2019

Esser vecchi

Every man desires to live long, but no man would be old.

Jonathan Swift

Duro lavoro

Era dura allo Spaulding. Molto dura. Quando il mio editore mi ha chiesto cosa volessi far capire ai miei lettori, una delle mie risposte è stata: «Voglio che sappiano quant'era dura». Muovere una gamba artificiale con due articolazioni, e una caviglia artificiale richiede una forza sei volte superiore a  quella necessaria per muovere una gamba normale. Quindi dovevo diventare più forte. Dovevo lavorare fino allo sfinimento. Non si ottiene mai molto senza un duro lavoro.

Jeff Bauman, Stronger. Il coraggio ci definisce 

mercoledì 7 agosto 2019

Imparare a combattere

Da ragazzo avevo appreso, nei cortili delle scuole americane, la vergogna dell'esser sconfitti, e sapevo perciò che non dovevo lasciar cadere in terra quel manzo, poiché ciò avrebbe dimostrato che ero in vigliacco, che non ero un uomo, e che in tal caso non meritavo niente, meritavo solo sberleffi e risate e bastonate. Uno deve riuscir vincitore in America. Non c'e niente da fare, non c'è altra via di uscita, e bisogna imparare a combattere per niente senza fare domande.

Charles Bukowsky, Storie di ordinaria follia 

Cervello differente

Ma Cass ne aveva da vendere, di cervello e di spirito. Dipingeva, danzava, cantava, modellava la creta, e quando qualcuno era ferito, mortificato, nel corpo e nell'anima, Cass provava compassione per costui.
Il suo cervello era, ecco, differente; la sua mentalità non pratica, ecco quanto.

Charles Bukowsky, Storie di ordinaria follia

sabato 3 agosto 2019

Shallow

Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?
I'm falling
In all the good times I find myself
Longin' for change
And in the bad times I fear myself
Tell me something, boy
Aren't you tired tryin' to fill that void?
Or do you need more?
Ain't it hard keeping it so hardcore?
I'm falling
In all the good times I find myself
Longing for change
And in the bad times I fear myself
I'm off the deep end, watch as I dive in
I'll never meet the ground
Crash through the surface, where they can't hurt us
We're far from the shallow now
In the shallow, shallow
In the shallow, shallow
In the shallow, shallow
We're far from the shallow now
Bradley Cooper & Lady Gaga

Il tuo posto

Eppure lo capivo così bene che non stavo al posto giusto. Perché ogni persona ha il suo posto, che non è per forza dove sei nato o dove vivono amici e familiari, ma semplicemente quel posto dove ti senti a posto.

Fabio Genovese, Morte dei Marmi 

Fuorimano

Alla fine l'ho capito che Roma e Milano e New York sono città grandi e importanti e al centro degli eventi, ma chi l'ha detto che  nella vita dobbiamo stare tutti li al centro? Io mi trovo tanto bene un po' scostato, possibilmente fuorimano.

Fabio Genovesi, Forte dei Marmi 

venerdì 2 agosto 2019

Ricordi

E siamo rimasti cosi un paio d'ore, a ricordaraci, e mi sono pure commosso quando il bimbo della Chicca dal nulla mi ha chiesto 'ma te sei Fabio, quello che era cascato in una vasca piena di concime e ci stavi per morire?' 
lo ho risposto di si, anche un po' fiero, e lui mi ha detto 'sei un grande', e io ho riso e mi sono voltato per fare finta di studiare le birre esposte sul bancone, ma in realtà avevo l'umido agli occhi.

Fabio Genovesi, Morte dei marmi

giovedì 1 agosto 2019

Sfilata domenicale

Perché anche noi abbiamo il nostro ruolo sul palco eterno della sfilata domenicale. Ognuno con quella sensazione banalissima di essere originale e profondo e costretto a vivere in un'epoca che sta sull'orlo del baratro, convinto che peggio di così non può andare e che stiamo assistendo in diretta alla fine dei giorni.

Fabio Genovesi, Morte dei marmi