"Voi, vi lamentate di tutto. Siete sempre depressi sfiduciati, angosciati e isterici. Ma siete anche leggeri come se il mondo non vi riguardasse. Come se lo vedeste su YouTube. Scuotete la testa e il mondo al massimo volete maledirlo, e non cambiarlo".
«Eccoci qua, ci mancava. Voi invece volevate cambiarlo. Bel capolavoro avete fatto. Ti chiedi come mai siamo sfiduciati, tristi, disimpegnati? Be', ci avete tolto tutto e pretendete anche che siamo allegri! Siamo disoccupati cronici o potenziali. Avete costruito un mondo in cui le persone vivono con lo specchio in mano, guardando se stesse e parlando di se stesse. È colpa nostra? Tutto è frettoloso, come se al mattino, ogni mattino, si aprissero i recinti e milioni di bufali cominciassero a correre. Ma non sono bufali felici. Perché non sanno dove vanno, dove devono andare, dove possono andare. Corrono perché non sanno cosab altro fare. Corrono perché lo fanno gli altri. Corrono perché non sanno stare fermi e hanno paura dei loro pensieri. Voi che ci date lezioni ci avete depredato. Ci avete tolto tutto: dall'illusione della ricchezza facile alla fiducia in una società migliore, più giusta. Avete divorato tutto e ora ci sputate addosso i semi. E vi lamentate se non siamo zingari felici. Ci avete portato nel deserto, e ve ne siete andati con la riserva d'acqua e siete indignati perché non sentite il suono, per voi rassicurante, delle nostre risate?»
Walter Veltroni, L'isola delle rose