La mia famiglia dispensa pace. Tutti meriterebbero una famiglia come la mia. Una casa che durante le feste si trasforma in un enorme pacco dono. Infiocchettano perfinoi tre alberi all'esterno. Le radici dopo tutti questi anni hanno sollevato leggermente il marciapiede, ma sono la molla su cui saltelliamo tutti, prima di varcare la porta. E poi entri. Laluce è calda, la televisione accesa sulla santa messa o sulle ricette di Rai Uno. Qualcosa bolle in cucina, sempre. Scoppietta il camino, anche se fuori ci saranno diciotto gradi. È Natale, e il Natale prevede il fuoco, la cenere, i giornali che da settimane non si buttano in attesa di ottenere quella fiamma costante e profumata. Il frigorifero si apre e si chiude e il soffietto geme, perché non riposa mai, soprattutto in questo periodo. E tu lo distingui benissimo, quel rumore all'apertura. Come quello dei tacchi della mamma, che indossa scarpe eleganti, incastrate però nelle pattine. Li vedi spuntare sotto le gambe del tavolo. Quattro centimetri al massimo. Larghi, comodi e rassicuranti. Come dovrebbero essere, sempre, i tacchi di una madre.
Francesca Barra, Verrà il vento e ti parlerà di me
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