Ogni volta che un vecchio sbarca da noi, completamente a pezzi, convinto di non essere più niente prima ancora di essere morto, Thérèse lo attira nel suo angolo, gli prende d'autorità la vecchia mano, stende una a una le dita arrugginite, liscia a lungo il palmo come si fa con i fogli spiegazzati, e quando sente che la mano è perfettamente distesa (mani che non si sono veramente aperte da anni!), Thérèse si mette a parlare. Non sorride, non blandisce, si limita a parlargli del futuro. Ed é proprio la cosa più incredibile che potesse capitargli: il futuro! Le truppe astrali di Thérèse ce la mettono tutta: Saturno, Apollo, Venere, Giove e Mercurio organizzano piccoli incontri amorosi preparano successi dell'ultimo minuto, aprono prospettive, in poche parole ridanno coraggio a quelle vecchie carcasse, dimostrando loro che non sono ancora alla frutta.
Daniel Pennac, La fata carabina
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