Per questo i fotografi, proprio come i giornalisti televisivi e i cineasti dei film d'azione, ricorrevano adesso a piccoli trucchi per appannare l'affidabilità della macchina, restituendole alcune imperfezioni che aiutassero l'occhio dell'osservatore a percepire le cose in un altro modo: la stessa distorsione focale che, in linguaggio pittorico, deformava l'erba minuziosa di Giotto con le grosse pennellate di Matisse. In realtà non era niente di nuovo. L'avevano fatto Velàzquez e Goya; e più tardi, ormai privi di complessi, i pittori moderni - tutta l'arte del xx secolo derivava da lì - quando il figurativo aveva raggiunto il suo limite estremo e la fotografia si era arrogata la riproduzione fedele - utile per l'osservazione scientifica, ma non sempre soddisfacente in termini artistici - dell'istante rigoroso.
Il pittore di battaglie, Pérez-Reverte Arturo
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