giovedì 30 maggio 2024

Essere fiducioso

C'erano almeno mille cose che avrei potuto dire per rimproverarlo per la sua ingenuità. Si era sempre fidato troppo facilmente; aveva sempre avuto così poco da temere o guardare con sospetto. Nei giorni che avevano preceduto la nostra amicizia, lo avevo quasi odiato per questo, e una vecchia scintilla di quel sentimento si accese in me, tentando di riprendere vigore. Chiunque altro avrebbe capito che Teti agiva soltanto per i suoi scopi. Come aveva potuto essere così sciocco? Quelle parole rabbiose mi pungevano la bocca. Ma quando cercai di pronunciarle, mi accorsi che non potevo. Le guance di Achille erano arrossate dalla vergogna e la pelle sotto i suoi occhi era segnata. L'essere fiducioso faceva parte di lui, come le sue mani o i suoi piedi prodigiosi. E anche se ero ferito, non volevo che perdesse la fiducia, non volevo vederlo diventare inquieto e pieno di paure come tutti noi, non lo avrei mai voluto nemmeno per tutto l'oro del mondo.

Madeleine Miller, La canzone di Achille

Concerti

Non ho mai capito di che pasta sia quella solidarietà così attaccaticcia che trasuda dai grandi 'concerti, sentirsi partecipi non si sa di che cosa: come se lo stesso sentimento potesse davvero riguardare tutti, le gratitudini da esprimere e le fregature di cui consolarsi, e non si sa se la folla sia un enorme salame legato da un filo bello unto o se tutto assomigli, piuttosto, a quello che fanno le rondini in un cortile, volando per ore intorno nella più strana indisciplina eppure restando sempre lì sopra, in un gabbione d'aria che riassume degnamente il cielo.

Michele Serra, Il nuovo che avanza

martedì 28 maggio 2024

Ipertensione

L'approccio medico classico all'ipertensione è molto lineare. Dato che la pressione alta accorcia la vita, esponendoci a un maggior rischio di eventi cardiovascolari, serve un farmaco per farla ritornare su livelli corrispondenti a un minor rischio. In relazione a questa ingenua consequenzialità, che ricorda un po' i sillogismi assurdi con cui ci si divertiva al liceo studiando filosofia (se mi ubriaco, dormo; se dormo non commetto peccati; se non voglio commettere peccati devo ubriacarmi..), si dà per scontato che abbassare artificialmente la pressione con un farmaco sia la medesima cosa rispetto all'averla naturalmente bassa. Nulla di più errato e semplicistico."

Giorgio Nardone, Mangia muoviti ama

domenica 26 maggio 2024

Prego gli dei

Io prego gli dei: che il destino mi conceda prosperità nella sorte e serenità di cuore e una fama moderata e priva di falsità: così potrò adattarmi più facilmente al domani che cambia e vivere felice, sempre.

Euripide, Fedra

Misericordia

Grande cosa è la misericordia degli dei: questo pensiero, quando penetra nel cuore, allevia le mie pene e fa nascere in me la speranza di capire il senso della vita. Ma se contemplo le vicende e le sorti dei mortali, resto smarrito: una dopo l'altra cambiano le cose e la vita degli uomini muta di continuo, senza tregua.

Euripide, Fedra

Empio cacciato dalla patria

IPPOLITO È proprio questo che mi stupisce, in te: se tu fossi mio figlio e io tuo padre e fossi certo che avessi toccato la mia sposa, a morte ti manderei, non in esilio. 
TESEO Hai detto bene: a morte! Ma non morirai nel modo che vuoi tu: una fine rapida è la migliore per chi soffre. Esule andrai, lontano dalla patria, e in terre straniere condurrai una vita amara e miserabile. È la giusta ricompensa per un uomo empio.

Tutto si stravolge

Come si può dire a un uomo: tu sei felice? La fortuna ti porta dall'alto in basso e tutto si stravolge.

Euripide, Fedra

Afrodite

Il mio potere è grande e grande è la mia fama in cielo e in terra: sono una dea, il mio nome è Atrodite. Tutti gli uomini che venerano la mia potenza in questo mondo, io li rispetto, ma non ho pietà per coloro che verso di me si mostrano arroganti. Il piacere di essere onorati è innato negli dei.

Euripide, Fedra 

Follia

Ho pensato poi di dominare questa follia ricorrendo al buon senso e alla virtù. Ma poiché non riuscivo in nessun modo a soffocare il mio amore, ho deciso di morire. È la scelta migliore. Le cose belle che ho fatto nella vita non restino nascoste: ma non voglio testimoni per la mia vergogna.

Euripide, Fedra

Inerzia che induce al male

Nelle mie lunghe notti spesso ho meditato sulla vita umana, come si corrompe e perché. Non è la ragione che ci induce al male; che cosa sia il bene, noi lo sappiamo ma non ci sforziamo di compierlo o per l'inerzia che ci vince o perché gli preferiamo altri piaceri.

Euripide, Fedra

sabato 25 maggio 2024

Resterà solo il vento

Di queste città resterà solo chi le traversa ora: il vento! 
La casa colui che banchetta fa beato: ché egli la vuota. 
Noi lo sappiamo, siamo di passaggio. 
Dopo di noi: nulla di notevole.

Bertold Brecht, Io vengo dai boschi neri

Disposti a uccidere

«Agamennone e Micene si appellano a tutti gli uomini dell'Ellade perché prendano il mare fino al regno di Priamo per andare a liberarla. Troia è ricca e verrà espugnata facilmente. Tutti coloro che combatteranno torneranno a casa con grandi bottini e onori.» 
Quelle erano le parole giuste. La ricchezza e la reputazione erano le due cose per cui la nostra gente era sempre stata disposta a uccidere.

Madeline Miller, La canzone di Achille

Se loro si arrabbiano

Achille mi scrutò per un momento. «A te importa se loro si arrabbiano?» 
Sì. Mi avrebbe riempito di orrore scoprire che Chi-rone era adirato con me. La disapprovazione altrui si annidava sempre profondamente dentro di me. E non potevo scrollarmela di dosso con facilità come faceva Achille. 

Madeline Miller, La canzone di Achille

Ciò che ti sei guadagnato

«Voglio solo...» Mossi appena le dita, indicando Chirone. Achille capì e scomparve nella caverna. Mi girai a guardare il centauro. «Se dovessero essera problemi, me ne andrò.» 
Ci fu un lungo silenzio, e per un attimo pensai che lui non avesse nemmeno sentito. Ma alla fine disse: «Non permettere che ciò che ti sei guadagnato oggi venga vanificato così facilmente». 

Madeline Miller, La canzone di Achille

venerdì 24 maggio 2024

Ricordi

Ricordati che le cose che ti entrano in testa poi ci restano per sempre, gli disse. Forse dovresti rifletterci. 
Però certe cose uno se le dimentica, no? 
Sì. Ci dimentichiamo le cose che vorremmo ricordare e ricordiamo quelle che vorremmo dimenticare.

Cormac MacCarty, La strada

martedì 21 maggio 2024

Eutanasia

- Se mi chiedeste di morire, io non sarei capace di uccidervi solo perché è quello che volete.
Bonaria Urrai la fissò, e Maria vide che la vecchia era stanca. 
- Non dire mai: di quest'acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata. 

Michela Murgia, Accabadora

Tutto quello che serve

L'anziana sarta parlava con la sincerità con cui si fanno le confidenze agli sconosciuti sul treno, sapendo che non si dovrà sopportare mai piú il peso dei loro occhi. - Non mi si è mai aperto il ventre, - proseguí, - e Dio sa se lo avrei voluto, ma ho imparato da sola che ai figli bisogna dare lo schiaffo e la carezza, e il seno, e il vino della festa, e tutto quello che serve, quando gli serve.

Michela Murgia, Accabadora

domenica 19 maggio 2024

Rabbia

Gli avevano portato il televisore in camera perché potesse distrarsi quando non c'era nessuno a fargli compagnia, ma Nicola lo teneva quasi sempre spento e guardava fuori dalla finestra, proiettato in un mondo di rabbia silenziosa dove lui era l'unico cittadino con diritto di residenza.

Michela Murgia, Accabadora

Una gamba non fa un uomo

- E allora perché parlate come una che non sa la vita? 
- C'è solo una persona qui dentro che non sa la vita. Se avessi buon senso dovresti ringraziare il tuo santo del miracolo di essere vivo, che per quello che ti è toccato saresti già sottoterra, e noi a piangerti intorno. 
- Tutta la vita a letto lo chiamate miracolo? Andare a cagare portato sopra una sedia voi lo chiamate miracolo? Prima sí che ero un miracolo, ero uomo come a Soreni ce ne sono forse due, o nemmeno. Adesso sono uno storpiato, uno che non vale l'aria che respira. Cento volte meglio sarebbe stato se fossi morto! 
A quelle parole Bonaria tacque, volgendosi alla finestra da dove la luce del giorno ancora pieno illuminava la stanza di un irreale e caldo rosato. I puttini sul copriletto scintillavano sguaiatamente a quella carezza luminosa, generando tra le pieghe della ciniglia l'illusione ottica di una danza infantile e isterica. Bonaria raccolse lo scialle dalla sedia con un movimento breve, preludendo al congedo. Mentre usciva mormorò: 
- È questo che pensi veramente, Nicola? Io credo che ti sbagli. Se basta una gamba a fare l'uomo, allora ogni tavolo è piú uomo di te.

Michela Murgia, Accabadora

Sentirsi impotente per la prima volta

- Il Signore dà e il Signore toglie. Non possiamo prendere solo quello che ci piace. 
Nicola rise a quella frase fatta, ed era una risata secca, densa di tutta la rabbia di un uomo che si sente impotente per la prima volta.

Michela Murgia, Accabadora

Eutanasia

- Stai parlando di cose che non ti spettano, e Santino ha sbagliato a fare lo stesso. In ogni caso, qualunque cosa ti abbia detto, non sono casi nemmeno vicini. Giacomo Littorra stava morendo. 
- E io sono morto già, ma non mi possono sotterrare. 
Bonaria fece un gesto di stizza con la mano che era più chiaro di qualsiasi parola. 
- Credi davvero che il mio compito sia ammazzare chi non ha il coraggio di affrontare le difficoltà? 
- No, credo sia aiutare chi lo vuole a smettere di soffrire. 
- Quello è il compito di Nostro Signore, non il mio. 

Michela Murgia, Accabadora

Verità e consenso

Ci sono posti dove la verità è il parere della maggioranza sono due concetti sovrapponibili, e in quella geografia del consenso Soreni era una piccola capitale morale 

Michela Murgia, Accabadora

Silenzio

…in quel silenzio colse un racconto di cose non dette

Michela Murgia, Accabadora

Figlio d’anima

- È strano sa, questa cosa del figlio d'anima... 
- Perché è strano? - il tono di Bonaria era inespressivo. 
- Maria non sembra averne affatto risentito. Vede spesso la sua famiglia d'origine? 
- Sí, ogni volta che lo chiede. Perché doveva risentirne? 
Luciana Tellani rispose di getto, come se quella frase se la fosse rimuginata da molto prima, nell'attesa che la vecchia si presentasse all'appuntamento. 
- Non lo so, è che mi sorprende che per esempio, quando le chiedo di fare un disegno dei suoi genitori, Maria disegni lei, e non la vera madre... Bonaria non mostrò sorpresa a quella rivelazione, e rimase in un silenzio che invitò l'altra a proseguire imbarazzata. 
- Be' , è che mi sembra una cosa cosí insolita che una bambina venga sottratta... consensualmente, per carità, ma comunque che venga via dalla famiglia cosí, senza mostrare traumi 
- Non è strano, in questa zona succede ogni tanto, se va a Genari ci sono almeno tre fillus de anima, una ha all'incirca l'età di Maria -. Bonaria si fermò per ribadire il concetto: - Non è strano. La piemontese non sembrò convinta, ma lí per lí non aggiunse altro. Fecero scivolare il discorso sui risultati scolastici meno brillanti della bambina, e una volta tornate alla porta della classe la maestra fece per congedarsi. Ma Bonaria aveva un'ultima domanda. 
- Volevo chiederle, a proposito dei disegni che fa Maria... cosa intende esattamente quando dice che dovrebbe disegnare la vera madre? 
La maestra rimase interdetta, dallo sguardo piú ancora che dalle parole dell'anziana sarta. 
- Non mi fraintenda, mi riferivo alla madre naturale, non volevo certo svilire il vostro rapporto... 
- La madre naturale, per Maria, è quella che lei disegna quando le chiedono di disegnare sua madre. 

Michela Murgia, Accabadora

Ascoltare

Non tutte le cose si ascoltano per capirle subito

Michele Murgia, Accabadora

sabato 18 maggio 2024

Pensare

Che poi quando diciamo «pensare» cosa intendiamo veramente? Già all'epoca mi ero reso conto che, quando il pensiero faceva capolino nella mia mente, a volte prendeva forma di parole, altre volte di immagine. Mi poteva capitare di non riuscire a sviluppare un pensiero a parole: l'immagine di quel concetto si mostrava invece con straordinaria immediatezza. Mi riferisco, ad esempio, a una mia corsa folle sotto la pioggia a dirotto e ai sentimenti che avevo provato in quel momento. In altri casi, invece, mentre ero in grado di formulare un pensiero con le parole, non mi riusciva di associarlo a un'immagine: era il caso della luce nera, della morte di mia madre, o dell'infinito. Dovevo essere ancora un bambino, perché ogni tanto riuscivo a cancellarmi dalla mente i pensieri non graditi. Altre volte, però, mi succedeva l'esatto contrario: smettere di pensare a un'immagine o a una parola, che pure desideravo togliermi dalla testa, era un'impresa impossibile.

Orhan Pamuk, La donna dai capelli rossi

mercoledì 15 maggio 2024

Lettura

La lettura tende con gli anni a diventare una specie di doppio dell'esistenza, anzi, un concentrato di esistenza raramente eguagliato, per intensità, nell'ordinario scorrere delle giornate.

Corrado Augias, Leggere

sabato 11 maggio 2024

Effetti sinergici di inquinanti

Ogni sostanza tossica, singolarmente, può essere controllata in modo efficace, ma non siamo esposti a una sola sostanza chimica alla volta. Anzi, viviamo immersi in una profusione di composti sintetici che fanno parte di un pacchetto potenzialmente tossico di inquinanti. Supponiamo che io sia esposto non soltanto ai dieci pesticidi presenti nelle mie fragole mattu-tine, ma anche all'arsenico del pergolato e ai filtri delle creme solari che mi sono spalmato sulle braccia e sul viso; quindi, immaginiamo che ognuno di questi composti sia presente in dose minima, pari a un milionesimo di quella che potrebbe danneggiarmi. I loro effetti si sommano semplicemente? Se così fosse, l'impatto totale di dodici composti equivarrebbe a un infinitesimo: dodici milionesimi di una dose pericolosa. Ma cosa accadrebbe se invece mostrassero una sinergia e, singolarmente innocui, raggiungessero una dose pericolosa insieme, a causa del modo in cui interagiscono?

Mark Winston, Il tempo delle api