C'erano almeno mille cose che avrei potuto dire per rimproverarlo per la sua ingenuità. Si era sempre fidato troppo facilmente; aveva sempre avuto così poco da temere o guardare con sospetto. Nei giorni che avevano preceduto la nostra amicizia, lo avevo quasi odiato per questo, e una vecchia scintilla di quel sentimento si accese in me, tentando di riprendere vigore. Chiunque altro avrebbe capito che Teti agiva soltanto per i suoi scopi. Come aveva potuto essere così sciocco? Quelle parole rabbiose mi pungevano la bocca. Ma quando cercai di pronunciarle, mi accorsi che non potevo. Le guance di Achille erano arrossate dalla vergogna e la pelle sotto i suoi occhi era segnata. L'essere fiducioso faceva parte di lui, come le sue mani o i suoi piedi prodigiosi. E anche se ero ferito, non volevo che perdesse la fiducia, non volevo vederlo diventare inquieto e pieno di paure come tutti noi, non lo avrei mai voluto nemmeno per tutto l'oro del mondo.
Madeleine Miller, La canzone di Achille
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