Che poi quando diciamo «pensare» cosa intendiamo veramente? Già all'epoca mi ero reso conto che, quando il pensiero faceva capolino nella mia mente, a volte prendeva forma di parole, altre volte di immagine. Mi poteva capitare di non riuscire a sviluppare un pensiero a parole: l'immagine di quel concetto si mostrava invece con straordinaria immediatezza. Mi riferisco, ad esempio, a una mia corsa folle sotto la pioggia a dirotto e ai sentimenti che avevo provato in quel momento. In altri casi, invece, mentre ero in grado di formulare un pensiero con le parole, non mi riusciva di associarlo a un'immagine: era il caso della luce nera, della morte di mia madre, o dell'infinito. Dovevo essere ancora un bambino, perché ogni tanto riuscivo a cancellarmi dalla mente i pensieri non graditi. Altre volte, però, mi succedeva l'esatto contrario: smettere di pensare a un'immagine o a una parola, che pure desideravo togliermi dalla testa, era un'impresa impossibile.
Orhan Pamuk, La donna dai capelli rossi
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