martedì 9 luglio 2024

Non c’è pace

Gli occhi di Priamo trovano l'altro cadavere, il mio, che giace sul letto. «Quello è... il tuo amico?» 
«Philtatos» dice Achille, brusco. Il più amato. «Il migliore tra gli uomini, massacrato da tuo figlio.» «Sono desolato per la tua perdita» dice Priamo. «E sono desolato che sia stato mio figlio a portarlo via da te. Tuttavia ti prego di avere pietà. Nel dolore, gli uomini, anche se nemici, devono aiutarsi tra loro.» 
«E se non volessi farlo?» Le sue parole ora sono rigide. «Allora non lo farai.» 
Segue un istante di silenzio. «Potrei ucciderti comunque» dice Achille.
«Lo so.» La voce del re è tranquilla, priva di paura. «Ma la mia vita vale l'opportunità di far riposare in pace l'anima di mio figlio.» 
Gli occhi di Achille si riempiono di lacrime; distoglie lo sguardo in modo che il vecchio non se ne accorga. 
La voce di Priamo è gentile. «È giusto cercare requie per i morti. Tu e io sappiamo che non c'è pace per coloro che restano vivi.» 
«No» sussurra Achille. 
Tutto è immobile nella tenda; il tempo sembra essersi fermato. Poi Achille si alza in piedi. «È quasi l'alba, non voglio che tu corra rischi mentre torni a casa. Dirò alle mie serve di preparare il corpo di tuo figlio.»

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