L'attore Richard Gere e il movimento per la libertà del Tibet continueranno a tuonare contro l'occupazione, e adesso anche contro la colonizzazione del Tibet da parte dei cinesi di etnia Han; ma in una battaglia tra il Dalai Lama, il movimento per l'indipendenza del Tibet, le star di Hollywood e il partito comunista cinese - che controlla la seconda economia mondiale - ci potrebbe essere un solo vincitore. Quando gli occidentali, da Gere a Obama, parlano del Tibet, i cinesi lo trovano estremamente irritante. Non pericoloso, non sovversivo: semplicemente irritante. Non vedono queste prese di posizione con la lente dei diritti umani, ma con quella della sicurezza geopolitica, per cui credono che gli occidentali stiano tentando di mettere a repentaglio la loro sicurezza. Ma la sicurezza dei cinesi non è stata messa in pericolo, e non lo sarà neanche se vi fossero ulteriori sollevazioni contro gli Han: sono la demografia e la geopolitica che si oppongono all'indipendenza del Tibet.
Tim Marshal, Le 10 mappe che spiegano il mondo
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