giovedì 29 aprile 2010
domenica 25 aprile 2010
Frollini
- Farina 225 g
- Burro 150 g
- Zucchero 50 g
- Tuorli d'uovo 3
Impastare la farina con burro zucchero e tuorli, lavorando con una spatola. Sendere la pasta ottenuta in una sfoglia non troppo sottile (1 cm) e con uno stampino ricavarne tanti dischetti..
Metterli in una placca con carta forno e ricoprirli a piacere con granelle di zucchero.
Infornare a 200 gradi per 15-20 min (quando hanno preso colore).
#end
- Burro 150 g
- Zucchero 50 g
- Tuorli d'uovo 3
Impastare la farina con burro zucchero e tuorli, lavorando con una spatola. Sendere la pasta ottenuta in una sfoglia non troppo sottile (1 cm) e con uno stampino ricavarne tanti dischetti..
Metterli in una placca con carta forno e ricoprirli a piacere con granelle di zucchero.
Infornare a 200 gradi per 15-20 min (quando hanno preso colore).
#end
giovedì 22 aprile 2010
Parlar chiaro
Voi volete passare piano piano un'acqua un po' larga e profonda e andate su e giu' per la riva, cercando il ponte che non c'e'. Non vi resta che saltare, cara cugina. Saltate pure, non vi farete male.
Fogazzaro - Malombra - cap 5 - parte seconda
Fogazzaro - Malombra - cap 5 - parte seconda
Matrimonio di convenienza
Han denari come terra e voglion far un mucchio solo.
Fogazzaro - Malombra - cap 4 - parte seconda
Fogazzaro - Malombra - cap 4 - parte seconda
Passione
... la passione, sì, la benedetta passione sorda, muta, lenta, prepotente, che dopo tanto desiderio, tanti barlumi dileguati, dopo tanto fastidio di sciocchi corteggiatori, veniva. Ella ebbe uno slancio di fede e di gratitudine verso un Dio ignoto, certo diverso da quello che si adorava lì presso a lei: non così freddo, non così lontano: benefico e terribile come il sole, ispiratore di tutti gli ardori onde splende la vita. E si sentiva come presa in mano da questo Iddio, portata dal suo favore onnipotente. Teneva il viso tra le palme, si ascoltava il cuore batter forte, gustava le sensazioni acute, quasi dolorose, che le si destavano per tutto il corpo, pensando all'infallibile compiersi delle promesse divine, all'amore fatale che l'avrebbe esaltata tutta, anima e sensi, oltre alla torbida natura umana.
Fogazzaro - Malombra - cap 3 - parte seconda
Fogazzaro - Malombra - cap 3 - parte seconda
Abitare in casa mia
Coloro i quali mi fanno l'onore di abitare in casa mia, mi debbono di essere civili. Non e' una pigione troppo forte e da oggi in poi me la pagherete, perche' io ho la debolezza di esigere' presto o tardi, i miei crediti. Se non conoscete le monete potro' darvi qualche piccola lezione.
Fogazzaro - Malombra - cap 1 parte seconda
Fogazzaro - Malombra - cap 1 parte seconda
domenica 18 aprile 2010
Torta di carote
- 100 g di farina
- 400 g di carote
- 200 g di mandorle sgusciate
- 150 g di zucchero
- 3 uova
- 1/2 bicchiere di latte
- 1/2 bustina di zucchero
Pulire le carote e grattugiarle. Tritare le mandorle. Montare i rossi delle uova con lo zucchero, aggiungere mandorle, carote, farina, latte, poi le chiare montate a neve e il lievito. Mettere il composto in una tortiera imburrata e infarinata e infornare a 180 gradi x 35-40 minuti.
- 400 g di carote
- 200 g di mandorle sgusciate
- 150 g di zucchero
- 3 uova
- 1/2 bicchiere di latte
- 1/2 bustina di zucchero
Pulire le carote e grattugiarle. Tritare le mandorle. Montare i rossi delle uova con lo zucchero, aggiungere mandorle, carote, farina, latte, poi le chiare montate a neve e il lievito. Mettere il composto in una tortiera imburrata e infarinata e infornare a 180 gradi x 35-40 minuti.
sabato 17 aprile 2010
giovedì 15 aprile 2010
Disuguaglianza
Se vi e' qualche cosa che colpisce gli uomini e' la loro disuguaglianza naturale nel corpo e nell'anima
Fogazzaro - Malombra - cap 6
Fogazzaro - Malombra - cap 6
martedì 13 aprile 2010
Rovescio
Quando uno ha messo il suo cervello a rovescio, se dice nero, bisogna intender bianco
Fogazzaro - Malombra - cap 5
Fogazzaro - Malombra - cap 5
lunedì 12 aprile 2010
sabato 10 aprile 2010
Vino
Gli amici delle ore tristi sono pochi e il vino è il più fedele. Non bisogna trascurarlo. Mostrategli di vederlo volentieri, Vi accarezza il cuore: trattatelo male e, se un giorno ne avrete bisogno, Vi morderà.
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Lavoro
Meglio un lavoro che frutta poco pane e molta civiltà, di un lavoro che converte in denaro il tempo, la salute e una buona parte dell'anima.
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Baldanza
Del resto la vita è così. Vi è sempre nei giovani questa baldanza ridicola di credere che la terra è beata del loro piede e il cielo del loro sguardo, mentre i loro genitori pestano fango e spine per portarli avanti, nascondendo quello che soffrono proprio negli anni in cui il loro corpo invecchia, il loro spirito è stanco, e tutte le dolcezze della vita, ad una ad una, se ne vanno.
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Gloria
Lassù avete cominciato a fare anche Voi il solito sogno di diventare qualche gran cosa e di empire il mondo del Vostro nome. ... Vi è dunque venuta questa salutare follìa della gloria, che Vi ha preservato, con una promessa fatta di niente, dalle solite corruzioni. Sciaguratamente avete pensato a procacciarvi la gloria con gli scritti invece che con le azioni.
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Tramonto
Anche dentro alla fronte severa del vecchio gentiluomo v'era un'angoscia di parole che non trovavan la via di uscire. Era l'ora che turba il cuore; quell'ora in cui, mancando la luce, le cose e le anime si sentono libere, quasi, da una vigilanza fastidiosa; i monti paiono coricarsi a grande agio sul piano, le campagne dilagano sopra i villaggi e casali, le ombre pigliano corpo, i corpi sfumano in ombra, nel cuore umano affondano le impressioni, i pensieri del presente, e vien su un movimento confuso di ricordanze lontane, di fantasmi che inteneriscono e fanno sospirare in silenzio.
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Fogazzaro - Malombra - Cap 3
Ideale
Del resto se avete un ideale non lo voglio guastare, qualunque esso sia, perché senza ideale il cuore cade nel ventre.
Fogazzaro - Malombra - Cap 2
Fogazzaro - Malombra - Cap 2
Lo specchio
Difatti, se quello specchio avesse potuto serbare le immagini ripercosse durante la sua vita sterile e vana, vi sarebbero apparse, fra le altre, una testa malinconica di donna, una testolina gaia di fanciullo molto simili tra loro nei lineamenti e negli occhi. Come talvolta in un'acqua cheta le montagne si contemplano ridenti al mattino, indi la nebbia le invade e le oscura sì che lo specchio pare voltato col piombo all'insù; finalmente quel velo si solleva alquanto e ricompaiono nell'acqua le facce brune dei monti; così ricompariva nel vetro fedele, dopo molti anni, la immagine del fanciullo, fatta pensoso viso virile.
Fogazzaro - Malombra - Cap 1
Fogazzaro - Malombra - Cap 1
lunedì 5 aprile 2010
Parole pneumatiche
"Le parole algebriche discendono dal cervello e sono segni di equazione tra il soggetto e l'oggetto. Le parole meccaniche sono formate dalla lingua come articolazioni necessarie del linguaggio. Ma le parole pneumatiche vengono bell'e fatte dai polmoni, suonano come strumenti musicali, nessuno sa cosa vogliano dire e ubbriacano gli uomini. Se invece di Freiheit, invece di libertà si dicesse una parola di dieci sillabe, quanti eroi e quanti matti di meno!"
Fogazzaro - Malombra - Cap 1
Fogazzaro - Malombra - Cap 1
Ricetta - Muffin di mele
Ingredienti
2 hg farina
1 hg zucchero
1 hg burro sciolto
2 uova
1 lievito x dolci
1 limone grattugiato (scorza)
1/2 bicchiere di latte
2/3 mele
Preparazione
unire le uova con lo zucchero
aggiungere la farina
unire il burro fuso
versare il latte in cui è stato sciolto il lievito
aggiungere la scorza del limone e il succo di mezzo limone
aggiungerea all'impasto la metà delle mele tagliate a pezzettini
versare il composto nella teglia dei muffin, in cui ogni stampino è stato precedentemente imburrato e infarinato
l'altra parte delle mele tagliate molto finemente vanno aggiunte ad ornamento sopra ciascun muffin
cuocere in forno per 40 minuti circa
a cottura ultimata aggiungere zucchero a velo
2 hg farina
1 hg zucchero
1 hg burro sciolto
2 uova
1 lievito x dolci
1 limone grattugiato (scorza)
1/2 bicchiere di latte
2/3 mele
Preparazione
unire le uova con lo zucchero
aggiungere la farina
unire il burro fuso
versare il latte in cui è stato sciolto il lievito
aggiungere la scorza del limone e il succo di mezzo limone
aggiungerea all'impasto la metà delle mele tagliate a pezzettini
versare il composto nella teglia dei muffin, in cui ogni stampino è stato precedentemente imburrato e infarinato
l'altra parte delle mele tagliate molto finemente vanno aggiunte ad ornamento sopra ciascun muffin
cuocere in forno per 40 minuti circa
a cottura ultimata aggiungere zucchero a velo
domenica 4 aprile 2010
il vino
"... tutti dovrebbero bere fino alla letizia, nessuno fino alla pazzia. Il vino è una gioventù perpetua. Finché io vivo voglio avere vent'anni per tre o quattro ore al giorno; ma io non ne avrò mai dieci: questa è la differenza."
Fogazzaro - Malombra - Cap 1
Fogazzaro - Malombra - Cap 1
sabato 3 aprile 2010
Fede e ragione
"Mi sono sempre sentita diversa e staccata da te", riprese Luisa, "nel sentimento che deve governare tutti gli altri. Tu hai le idee religiose di mia madre. Mia madre intendeva e tu intendi la religione come un insieme di credenze, di culto e di precetti, ispirato e dominato dall'amor di Dio. Io ho sempre avuto ripugnanza a concepirla così, non ho mai potuto veramente sentire, per quanto mi sforzassi, questo amore di un Essere invisibile e incomprensibile, non ho mai potuto capire il frutto di costringer la mia ragione ad accettare cose che non intende. Però mi sentivo un desiderio ardente di dirigere la mia vita a qualche cosa di bene secondo un'idea superiore al mio interesse. E poi mia madre mi aveva talmente penetrata, con l'esempio e con la parola, de' miei doveri verso Dio e la Chiesa, che i miei dubbi mi davano un grandissimo dolore, li combattevo quanto potevo. Mia madre era una santa. Ogni atto della sua vita corrispondeva alla sua fede. Anche questo poteva molto sopra di me e poi sapevo che la maggiore afflizione della sua vita era stata l'incredulità di mio padre. Ho conosciuto te, ti ho amato, ti ho sposato, mi sono confermata nel proposito di diventare, nelle cose di religione, come te, perché tu eri come mia madre. Ma ecco, un po' alla volta, ho trovato che tu non eri come mia madre. Debbo dire anche questo?"
"Sì, tutto."
"Ho trovato che tu eri la bontà stessa, che avevi il cuore più caldo, più generoso, più nobile della terra, ma che la tua fede e le tue pratiche rendevano quasi inutili tutti questi tesori. Tu non operavi. Tu eri contento di amar me, la bambina, l'Italia, i tuoi fiori, la tua musica, le bellezze del lago e delle montagne. In questo seguivi il tuo cuore. Per l'ideale superiore ti bastava di credere e di pregare. Senza la fede e senza la preghiera tu avresti dato il fuoco che hai nell'anima a quello ch'è sicuramente vero, ch'è sicuramente giusto qui sulla terra, avresti sentito quel bisogno di operare che sentivo io. Tu lo sai, già, come ti avrei voluto in certe cose! Per esempio, chi sente il patriottismo più di te? Nessuno. Bene, io avrei voluto che tu cercassi di servirlo proprio davvero, poco o molto, il tuo paese. Adesso vai in Piemonte ma ci vai sopra tutto perché non abbiamo quasi più da vivere."
Franco accigliatissimo, fece un atto iracondo di protesta.
"Se vuoi", disse umilmente Luisa, "mi fermo."
"No, no, avanti, fuori tutto, è meglio!"
Egli rispose tanto concitato, tanto sdegnoso, che Luisa tacque e solo ripigliò il suo discorso dopo un altro "avanti!".
"Anche senz'andare in Piemonte ci sarebbe stato da fare in Valsolda, in Val Porlezza, in Vall'Intelvi quello che fa V. sul lago di Como, mettersi in relazione colla gente, tener vivo il sentimento buono, preparare tutto ciò ch'è bene preparare per il giorno della guerra, se verrà. Io te lo dicevo e tu non ti persuadevi, mi facevi tante difficoltà. Questa inerzia favoriva la mia ripugnanza al concetto tuo della religione e la mia tendenza ad un altro concetto. Perché religiosa mi sentivo anch'io moltissimo. Il concetto religioso che mi si veniva formando sempre più chiaro nella mente era questo, in breve: Dio esiste, è anche potente, è anche sapiente, tutto come credi tu; ma che noi lo adoriamo e gli parliamo non gliene importa nulla. Ciò ch'egli vuole da noi lo si comprende dal cuore che ci ha fatto, dalla coscienza che ci ha dato, dal luogo dove ci ha posto. Vuole che amiamo tutto il bene, che detestiamo tutto il male, e che operiamo con tutte le nostre forze secondo quest'amore e quest'odio, e che ci occupiamo solamente della terra, delle cose che si possono intendere, che si possono sentire! Adesso capisci come concepisco io il mio dovere, il nostro dovere, di fronte a tutte le ingiustizie, a tutte le prepotenze!"
Fogazzaro - Piccolo Mondo Antico - Cap 8
"Sì, tutto."
"Ho trovato che tu eri la bontà stessa, che avevi il cuore più caldo, più generoso, più nobile della terra, ma che la tua fede e le tue pratiche rendevano quasi inutili tutti questi tesori. Tu non operavi. Tu eri contento di amar me, la bambina, l'Italia, i tuoi fiori, la tua musica, le bellezze del lago e delle montagne. In questo seguivi il tuo cuore. Per l'ideale superiore ti bastava di credere e di pregare. Senza la fede e senza la preghiera tu avresti dato il fuoco che hai nell'anima a quello ch'è sicuramente vero, ch'è sicuramente giusto qui sulla terra, avresti sentito quel bisogno di operare che sentivo io. Tu lo sai, già, come ti avrei voluto in certe cose! Per esempio, chi sente il patriottismo più di te? Nessuno. Bene, io avrei voluto che tu cercassi di servirlo proprio davvero, poco o molto, il tuo paese. Adesso vai in Piemonte ma ci vai sopra tutto perché non abbiamo quasi più da vivere."
Franco accigliatissimo, fece un atto iracondo di protesta.
"Se vuoi", disse umilmente Luisa, "mi fermo."
"No, no, avanti, fuori tutto, è meglio!"
Egli rispose tanto concitato, tanto sdegnoso, che Luisa tacque e solo ripigliò il suo discorso dopo un altro "avanti!".
"Anche senz'andare in Piemonte ci sarebbe stato da fare in Valsolda, in Val Porlezza, in Vall'Intelvi quello che fa V. sul lago di Como, mettersi in relazione colla gente, tener vivo il sentimento buono, preparare tutto ciò ch'è bene preparare per il giorno della guerra, se verrà. Io te lo dicevo e tu non ti persuadevi, mi facevi tante difficoltà. Questa inerzia favoriva la mia ripugnanza al concetto tuo della religione e la mia tendenza ad un altro concetto. Perché religiosa mi sentivo anch'io moltissimo. Il concetto religioso che mi si veniva formando sempre più chiaro nella mente era questo, in breve: Dio esiste, è anche potente, è anche sapiente, tutto come credi tu; ma che noi lo adoriamo e gli parliamo non gliene importa nulla. Ciò ch'egli vuole da noi lo si comprende dal cuore che ci ha fatto, dalla coscienza che ci ha dato, dal luogo dove ci ha posto. Vuole che amiamo tutto il bene, che detestiamo tutto il male, e che operiamo con tutte le nostre forze secondo quest'amore e quest'odio, e che ci occupiamo solamente della terra, delle cose che si possono intendere, che si possono sentire! Adesso capisci come concepisco io il mio dovere, il nostro dovere, di fronte a tutte le ingiustizie, a tutte le prepotenze!"
Fogazzaro - Piccolo Mondo Antico - Cap 8
Immortalità
"L'immortalità dell'anima è una invenzione dell'egoismo umano che in fin dei conti vuol far servire Iddio al comodo proprio. Noi vogliamo un premio per il bene che facciamo agli altri e una pena per il male che gli altri fanno a noi. Rassegnamoci invece a morire anche noi del tutto come ogni essere vivente e facciamo sin che siamo vivi la giustizia per noi e per gli altri, senza speranza di premi futuri, solo perché Iddio vuole da noi questo come vuole che ogni stella faccia lume e che ogni pianta faccia ombra."
Fogazzaro - Piccolo Mondo Antico - Cap 2
Fogazzaro - Piccolo Mondo Antico - Cap 2
Ironia
"Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo gia' considerabile, era anche un castello, e aveva percio' l'onore d'alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan ...di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e sul fluir dell'estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l'uve, e alleggerire a' contadini le fatiche della vendemmia."
Alessandro Manzoni - Promessi sposi - Cap 1
Alessandro Manzoni - Promessi sposi - Cap 1
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