sabato 10 dicembre 2011

Ariosto e Dosso Dossi


Per suggerire un modo più concreto per guardare ad un maestro così interessante come Dosso Dossi, si può ricordare un paragone letterario. Al tempo in cui Dosso Dossi lavorava proprio nell’ambito della corte ferrarese emerse uno dei poeti più grandi di tutti i tempi, Ludovico Ariosto che compose l’Orlando Furioso, un poema nacque in quel tempo, in quel ambiente culturale. E’ un poema cavalleresco che in verità non lo è nel senso in cui lo dovevano essere questo tipo di opere letterarie, ma è una specie di gigantesca parodia (nell'antico significato del termine: non una presa in giro, ma una riscritura di cose già dette da altri da un altro punto di vista) del poema cavalleresco medesimo: assomiglia ad un altro sommo capolavoro della letteratura universale che arrivò parecchio più tardi, e cioè il Don Chisciotte di Cervantes. Tra il Don Chisciotte e l’Orlando Furioso c’è un rapporto: entrambe prendono un genere letterario importante, il poema epico, e ne fanno una sorte di grande parodia, cioè di trasformazione dei contenuti normali del poema stesso in una dimensione di ironia, di sogno, di favola, di uscita dalla realtà per immergersi completamente nella pura immaginazione, la quale però è molto bella, molto seducente e molto interessante. L’Ariosto e Dosso Dossi rappresentano due momenti di un certo modo di pensare l’arte.

Claudio Strinati

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