Dosso Dossi nasce nella corte di Ferrara ma lo troviamo
anche a Trento, a Pesaro e tanti altri luoghi.
Egli arrivò così avanti nel suo lavoro da essere mal
compreso, accantonato. Può essere classificato come un avvenirista, come un uomo
che ha guardato così avanti da non essere ben compreso nel suo tempo (il ‘500),
e che poi è stato dimenticato dopo, quando le sue previsioni si realizzarono. Ad
esempio nella galleria borghese di Roma si trovano due dipinti notevoli di
Dosso Dossi: per entrambi è difficoltoso capire quale sia il soggetto (a meno
di non leggere la targhetta), mentre normalmente chi è educato alla storia dell’arte
non ha difficoltà a capire quale sia l’argomento raffigurato nelle opere.
Il primo quadro rappresenta una donna seduta in un paesaggio
che tiene in mano degli strani oggetti e che guarda in lontananza. Intorno a
lei ci sono cose varie che non hanno una chiara connessione l’una con l’altra. L’altro
quadro (Apollo e Dafne) del Dosso raffigura un personaggio che tiene uno
strumento musicale in mano e anche lui guarda come fosse ispirato al di fuori
del quadro, ma non si intende bene chi sia e che cosa il quadro voglia dire: si
tratta invece di due opere somme del ‘500, come sono le opere di Dosso Dossi. Nella
mitologia greca la storia di Apollo e Dafne consiste nel fatto che il dio Apollo
(molto legato all’arte perché musicista) insegue una ninfa, Dafne, che non può
essergli concessa per volere divino. E mentre c’è questo inseguimento Dafne
implora il cielo di non essere posseduta dal dio che la insegue, ed il cielo la
trasforma nell’albero dell’alloro. Di solito nelle raffigurazioni curioso
argomento mitologico si vede Apollo che insegue la ninfa e lei che si sta
mutando in un albero: ma nel quadro di Dosso Dossi tutto questo non si vede. O
per meglio dire si vede in modo diverso rispetto alla tradizione precedente e a
quella che lo seguirà. In realtà l’argomento del quadro è il dio Apollo, e l’immagina
giganteggia nel quadro. Egli è raffigurato come un musico che sta per eseguire
un brano musicale e guarda lontano come aspettando che l’ispirazione entri in
lui, lo possieda. E Dafne si vede piccolissima, microscopica nello sfondo del
quadro, che è un paesaggio bellissimo: si vede una fanciullina come inglobata
dentro un albero.
Dosso Dossi fu il primo pittore nella storia dell’arte italiana
che divenne creatore in prima persona degli argomenti che trattava, e lo
divenne esaltando quella qualità che l’abate Lanzi chiama il “chiaroscuro”, e
che consiste nel modellare le immagini quasi a gara con la realtà, l’evidenza
dell’immagine che occupa lo spazio con la stessa forza, la stessa energia, la
stessa esattezza con cui lo occupiamo noi stessi. Osservando questo maestro si
rimane colpiti dall’energia della sua arte, dalla potenza del suo fare: egli è
molto convincente come se egli avesse suggerito a chi guarda una specie di gara
con la realtà.
Claudio Strinati
Claudio Strinati
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