mercoledì 27 settembre 2017

Problemi e soluzioni

Quando sei assetata non sperare che piova. Ragiona e cerca una soluzione. Chiediti: dove posso procurarmi dell'acqua potabile? È inutile sperare di trovare una bottiglia in un deserto. Le speranze lasciale ai disperati. Esistono domande ed esistono le risposte. Gli esseri umani sono capaci di trasformare un problema in una soluzione. 

Niccolò Ammaniti, Anna

venerdì 22 settembre 2017

Punizione della frode

Considerano la frode delitto più grave del furto, e di rado la puniscono altrimenti che con la  morte; affermano infatti che con l'attenzione, la vigilanza e un po' di senso comune è facile salvar dai ladri la propria roba, ma l'onestà non ha difesa contro una raffinata scaltrezza. È, poiché è necessario che vi sono continui rapporti di compra e vendita e di affari sul credito, il commerciante onesto ha sempre la peggio a vantaggio dei furfanti là dove la frode è permessa e fomentata o non ha leggi che la puniscono. 

I viaggi di Gulliver, Swift 

martedì 19 settembre 2017

Amore

L'amore è una cosa terribile, una cosa amarissima, una passione sovrana: non sta, come crediamo, dentro il nostro cuore, che lo accoglie come un ospite; ma è una forza esterna, che irrompe violentemente in noi, si impadronisce della nostra mente e la possiede, senza lasciare nemmeno un angolo libero. Alla fine ne siamo completamente schiavi, vittime dell'angoscia. 

Piero Citati, Leopardi

lunedì 18 settembre 2017

Morte di Laura

Pallida no, ma più che neve bianca,
che senza venti in un bel colle fiocchi,
parea posar come persona stanca.
Quasi un dolce dormir ne' suo' belli occhi,
sendo lo spirto già da lei diviso,
era quel che morir chiaman gli sciocchi.
Morte bella parea nel suo bel viso.
Francesco Petrarca, Triumphus Mortis I  vv. 166-172

mercoledì 13 settembre 2017

Esposto agli urti della vita

La sua tristezza saggravò. Egli ai trovava in una disposizione di spirito strana. La sensibilità de' suoi nervi era cosi acuta che ogni minima sensazione a lui data dalle cose esteriori pareva una ferita profonda. Mentre un pensiero fisso occupava e tormentava tutto il suo essere, egli aveva tutto il suo essere esposto agli urti della vita circostante. 

Gabriele D'Annunzio, Il Piacere 

martedì 12 settembre 2017

Eletta cultura

Sotto il grigio diluvio democratico odierno, che molte belle cose è rare sommerge miseramente, va anche a poco a poco scomparendo quella special classe di antica nobiltà italica, in cui era tenuta viva di generazione in generazione una certa tradizione familiare d'eletta cultura, d'eleganza e di arte.

Gabriele D'Annunzio, Il piacere

Vita come opera d'arte

Il padre gli aveva dato, tra le altre, questa massima fondamentale: "Bisogna fare la propria vita, come ai fa un'opera d'arte. Bisogna che la vita di un uomo d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui".

Gabriele D'Annunzio, Il Piacere 

lunedì 11 settembre 2017

Liberi dalla noia

Se al presente tu e io e tutti i nostri compagni non fossimo in su queste navi, in mezzo di questo mare, in questa solitudine incognita, in stato incerto e rischioso quanto si voglia; in quale altra condizione di vita ci troveremmo essere? In che saremmo occupati? In che modo passeremo questi giorni? Forse più lietamente? O non saremmo anzi in qualche maggior travaglio o sollecitudine, ovvero pieni di noia? Che vuol dire uno stato libero da incertezza e pericolo? Se contento e felice, quello è da preferire a qualunque altro; se tedioso e misero, non veggo a quale altro stato sia da proporre. Io non voglio ricordare la gloria e l'utilità che ripeteremo, succedendo l'impresa in modo conforme alla speranza. Quando un altro frutto non ci venga da questa navigazione, a me pare che essa ci sia profittevolissima in quanto per un tempo essa ci tiene liberi dalla noia, ci fa cara la vita, ci fa pregevoli molte cose che altrimenti non avremmo in considerazione. 

Leopardi, Operette Morali, Dialogo di Cristoforo Colombo e di Pietro Gutierrez

giovedì 7 settembre 2017

Sogno e tenerezza

Tasso: Con tutto questo, io mi muoio dal desiderio di rivederla, e di riparlarle.

Genio: Via, questa notte in sogno te la condurrò davanti, bella come la gioventù; e cortese in modo che ti prenderai cuore di favellarle molto più franco e spedito che non ti venne fatto mai per l'addietro: anzi all'ultimo le stringerai la mano; ed ella guardandoti fiso, ti metterà nell'animo una dolcezza tale, che tu ne sarai sopraffatto; e per tutto domani, qualunque volta ti avverrà di questo sogno, ti sentirai balzare il cuore dalla tenerezza. 

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare 

mercoledì 6 settembre 2017

Bruno dei crepuscoli

"La tua conversazione mi riconforta pure assai. Non che interrompa la mia tristezza; ma questa per la più parte del tempo è come una notte oscurissima senza luna nè stelle; mentre sono teco somiglia al bruno dei crepuscoli, piuttosto grato che molesto."

Queste parole del Tasso ben definiscono stato d'animo di chi ha superato lo strazio di un personale dolore, ne ha fatto in soggetto di meditazione, e, rivolgendosi ai suoi pensieri, frutto di quella meditazione, compagno familiari della sua solitudine, trova un caro e inaspettato conforto.

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare 

Conservazione del mondo

La vita di questo universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra se di maniera, che ciaacheduna serve continuamente all'altra, ed alla conservazione del mondo. 

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Natura e di un Islandese 

martedì 5 settembre 2017

Vecchiaia

E già mi veggo vicino il tempo amaro e lugubre della vecchiezza; vero e manifesto male, anzi cumulo di mali e di miserie gravissime; e questo tuttavia non accidentale, ma destinato da te per legge a tutti i generi dei viventi, prevedendo per ciascuno di noi fin nella fanciullezza, e preparato in lui di continuo, dal quinto suo lustro in là, con tristissimo declinare e perdere senza sua colpa: in modo che appena in terzo della vita degli uomini è assegnato al fiorire, pochi istanti alla maturità e perfezione, tutto il rimanente allo scadere, e agli incomodo che ne seguono.

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Natura e di un Islandese

Temere

Lascio i pericoli giornalieri, sempre imminenti all'uomo, e infiniti di numero; tanto che un filosofo antico (Seneca) non trova contro al timore, altro rimedio più valevole della considerazione che ogni cosa è da temere.

Giacomo Leopardi, Operette Morali, Dialogo della Natura e di un Islandese

lunedì 4 settembre 2017

Prospettiva del mito

Nell'immaginazione dei poeti, e prima ancora nell'immagimazione popolare, i fatti si dispongono in prospettiva diversa da quella della storia: la prospettiva del mito.

Italo Calvino, Prefazione a Orlando Furioso di Ludovico Ariosto 

sabato 2 settembre 2017

Aracne

Neppure Pallade o Invidia avrebbero potuto denigrare quell'opera. Ma la bionda dea guerriera si dolse del successo, fece a brandelli la tela che illustrava i misfatti degli dei e, con in mano la spola fatta col legno del monte Citoro, più volte in fronte colpì Aracne, figlia di Idmone. La sventurata non lo resse e fuor di sennò corse a cingersi il collo in un cappio: vedendola pendere n'ebbe pietà Pallade e la sorresse dicendo: "Vivi, vivi, ma appesa come sei, sfrontata, e porchè tu non abbia miglior futuro, la stessa pena sarà comminata alla tua stirpe e a tutti i tuoi discendenti". Poi, prima di andarsene, l'asperge col succo d'erbe infernali, e al contatto di quel malefico filtro in un lampo le cadono i capelli e con questi il naso e le orecchie; la testa si fa minuta e così tutto il corpo s'impicciolisce; zampe sottili in luogo delle gambe spuntano sui fianchi; il resto è ventre: ma da questo Aracne emette un filo e ora, come ragno, torna a tessere la sua tela.

Ovidio, Le metamorfosi 

venerdì 1 settembre 2017

Plinio e originalità

Quando parliamo di Plinio non sappiamo mai fino a che punto possiamo attribuire a lui le idee che esprime; suo scrupolo è infatti di metterci di suo il meno possibile, e tenersi a quanto tramandano le fonti; e ciò conformemente a un'idea impersonale del sapere, che esclude l'originalità i individuale. 

Italo Calvino, Perché leggere i classici