Don Clemente Nigra, nel cortile del convento prospiciente all'immenso mare verdeazzurro liscio come l'olio osservando suo lutto stretto e straziante, le toccò il viso triste: magra e arresa dona Flor veniva ad ordinare la messa di suffragio del primo mese.
«Figliola,» sussurrò il frate d'avorio, «che disperazione è mai questa? Vadinho era così allegro, gli piaceva tanto ridere... Ogni volta che lo vedevo mi rendevo conto che il peggior peccato mortale è la tristezza, il solo che offenda la vita. Che direbbe lui se ti vedesse cosi? Non gli piacerebbe; a lui non piaceva niente che fosse triste. Se vuoi essere fedele alla memoria di Vadinho, affronta la vita con gioia ...»
Dona Flor e i suoi due mariti, Jorge Amado
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