martedì 29 gennaio 2019

Lista nozze

Avevo tirato fuori dagli scatoloni talmente tante porcellane provenienti da vendite testamentarie e separazioni familiari, che c'era qualcosa di terribilmente triste in quelle vetrine immacolate e scintillanti, nella loro tacita promessa che sarebbero bastate delle stoviglie perfette ad assicurare un futuro altrettanto luminoso e privo di problemi.

Donna Tartt, Il cardellino 

Le voci corrono

Be' ecco, gli antiquari vivono di reputazione. È in meccanismo basato sull'onore. Niente che tu non sappia già. Le voci corrono...

Donna Tartt, Il cardellino 

Come viene

Perciò ascoltami..ricominciamo da capo ... cerchiamo di riparare il danno dove è possibile e prendiamola come viene. In prezzo alla volta. È l'unica cosa che possiamo fare.

Donna Tartt, Il cardellino 

lunedì 28 gennaio 2019

Non essere mai nati

Tutto era marcio, dall'inizio alla fine: passavi buona parte del tuo tempo in ufficio, sfornavi diligentemente i tuoi due figli e mezzo di media, sorridevi con garbo alla tua festa di pensionamento e poi finivi a masticare le lenzuola e a strozzarti con le pesche sciroppate in una casa di riposo. Sarebbe stato meglio non essere mai nati - non aver mai desiderato nulla, non aver mai sperato niente.

Donna Tartt, Il cardellino 

Condizione umana

Bambini che schiamazzavano e correvano al parco, totalmente ignari dell'inferno che li aspettava: lavori monotoni e mutui esorbitanti e matrimoni sbagliati, calvizie, protesi all'anca, solitarie tazze di caffè in una casa vuota e una sacca per colostomia in ospedale. La maggior parte delle persone sembravano soddisfatte della sottile patina ornamentale e del sapiente gioco di luci che, di tanto in tanto, facevano apparire più misteriosa o meno ripugnante la sostanziale atrocità della condizione umana.

Donna Tartt, Il cardellino 

domenica 27 gennaio 2019

Razionalità

Perché nella parte più profonda e inamovibile del mio essere la razionalità non serviva a niente.

Donna Tartt, Il cardellino 

sabato 26 gennaio 2019

Silenzio dell'11 settembre

Quel che mi ha colpito, e che non potrò mai dimenticare, è il silenzio. Tutti zitti. Chi apriva bocca, lo faceva bisbigliando Come a un gigantesco funerale. E questa cosa è andata avanti per delle ore. Ogni tanto, il silenzio era rotto da sirene di ambulanze o di auto della polizia.

Norman Mailer, Perché siamo in guerra 

Aria irreale

Gli avvenimenti più incredibili, anche i più spaventosi, quando finiscono in tv rendono un'aria irreale. Mica ci terrorizzano. Certo che vediamo cose tremende, ma non ne restiamo scioccati in proporzione. E per questo che siamo in grado di buttar giù qualunque cosa passi in tv. Ci sono delle eccezioni, ovvio. Jack Ruby che spara a Lee Harvey Oswald, per dirne una; il secondo aereo che si schianta sulla seconda torre; il crollo delle due torri. Sono momenti in cui la tv perde la sua funzione di strato isolante tra noi e l'orrore. E quando una tale intercapedine infranta, viene l'impatto è devastante.

Norman Mailer, Perché siamo in guerra 

Promessa della tv

Maggie aveva assistito al primo attacco, ed era ancora sotto shock. Poi mentre stavamo ancora parlando al telefono - il secondo aereo andò a colpire l'altra torre. Eio ero ancora davanti alla tv. A Brooklyn, Maggie e il suo amico hanno potuto vedere tutto quanto in contemporanea, sia alla finestra che allo schermo televisivo. Immagina che impressione. Perché? Perché l'unica promessa della tv è che sotto sotto, quel che ci fa vedere non è che succede sul serio. E questo il motivo della lieve vaghezza che contraddistingue le trasmissioni televisive. Gli avvenimenti più incredibili, anche i più spaventosi, quando finiscono in tv prendono un'aria irreale. 

Norman Mailer, Perché siamo in guerra

venerdì 25 gennaio 2019

Rivolgersi alla loro proiezione

Per prima cosa dovevo inquadrare il cliente, capire quale immagine desiderava dare di sé, non tanto chi fosse in realtà (un arredatore saccente? una casalinga del New Jersey? un gay timido e poco sicuro di sé?), ma chi avrebbe voluto essere. Anche ai livelli più alti, si trattava sempre di gettare fumo negli occhi; tutti, in fondo, arredavano un palcoscenico. Il segreto era rivolgersi alla loro proiezione, al loro io ideale -il fine conoscitore, l'arguto viveur - anziché alla persona insicura che avevi di fronte. Era sempre meglio tenersi un po' a distanza e non essere troppo diretti. Imparai presto come vestirmi (al limite tra il classico e l'appariscente) e come trattare i clienti sofisticati e quelli meno sofisticati, calibrando gradi diversi di cortesia e indolenza; in entrambi i casi davo per scontata la loro esperienza, sapevo quando adularli e quando perdere interesse, allontanandomi al momento giusto.

Donna Tartt, Il cardellino 

Prezzo giusto

Imparai anche una lezione, che appresi poco alla volta ma che costituisce il cuore degli affari. Era il segreto che nessuno ti diceva, la cosa che dovevi imparare da solo: ovvero, che nell'ambito dell'antiquariato non esisteva il prezzo «giusto. Il valore oggettivo, da listino, non significava nulla. Se entrava un cliente inesperto coi soldi in mano (come accadeva la maggior parte delle volte), non importava cosa dicessero i libri, cosa suggerissero gli esperti o a quale prezzo articoli simili fossero stati venduti da Christie's di recente. Un oggetto - qualsiasi oggetto - valeva quel che riuscivi a farti pagare.

Donna Tartt, Il cardellino 

giovedì 24 gennaio 2019

Vivere in città

«La gente è matta» commentò Griša rassegnato. «Per un posto grande come il bagagliaio di una macchina? Centinaia di dollari al mese?»

Donna Tartt, Il cardellino 

Padri e figli

Il vincolo che fa di noi dei padri e dei figli risiede nel cuore, e non nella carne e nel sangue.

Shiller

mercoledì 23 gennaio 2019

Saturo di antichità

Era tutto molto diverso dall'atmosfera affollata, complessa ed eccessivamente formale che si respirava dai Barbour, dove ogni cosa veniva provata e programmata come uno spettacolo di
Broadway, una perfezione asfissiante a cui io e Andy cercavamo di sottrarci rifugiandoci in camera come calamari impauriti. Al contrario, Hobie viveva come un grande mammifero marino nel
suo placido ecosistema, in una casa dove ogni orologio non andava d'accordo con gli altri e il tempo scorreva secondo traiettorie serpeggianti, seguendo solo il proprio torpido tic tac, regolato dal ritmo di quell'ambiente isolato, saturo di antichità, tra le chiazze marrone scuro del tè e del tabacco, lontano anni
luce dalla versione posticcia e industriale del mondo. Anche se gli piaceva andare al cinema non possedeva un televisore;
leggeva vecchi romanzi dai risvolti marmorizzati; non possedeva un cellulare; il suo computer era un preistorico e inutile IBM grande come una valigia. In quella calma immacolata si immergeva nel lavoro, staccando le impiallacciature col vapore o decorando a mano le gambe dei tavoli col cesello, e la sua concentrazione fluttuava dal laboratorio al piano di sopra e si
diffondeva per la casa come il calore di una stufa a legna in inverno.

Donna Tartt, Il cardellino 

Peso amico

Di sopra, mentre mi spremevo le meningi, stordito, sulle equazioni differenziali, la legge del raffreddamento di Newton, le variabili indipendenti, essendo tau una costante, abbiamo eliminato la sua derivata, la presenza di Hobie al piano di sotto era un'ancora, un peso amico: mi confortava sentire il battere ritmico del suo mazzuolo e sapere che lui era li a lavorare con calma ai suoi oggetti con le sue gomme adesive e il legno multicolore.

Donna Tartt, Il cardellino

martedì 22 gennaio 2019

Distogliere l'attenzione

Non continuare ad abbassare lo sguardo sulla borsa in quel modo. Guarda quello che vuoi, ma non la borsa. Il paesaggio, i lacci delle tue scarpe... Okay, cosi... esatto. Sicuro di te e sciolto, è questo il segreto. E se la gente ti guarda storto, tu fingiti maldestro, abbassati a cercare una lente a contatto. Rovescia le patatine, batti i piedi, tossisci... qualsiasi cosa.

Donna Tartt, Il cardellino 

lunedì 21 gennaio 2019

Tempo di fare le cose

"The time is always right to do what is right."

Rev Dr Martin Luther King Jr

sabato 19 gennaio 2019

Il fascismo della comodità e benessere

Il fascismo è durato al potere ventanni. Sono trentanni che è caduto. Dovrebbe dunque essere già dimenticato, o almeno sbiadito, passato di  moda, impopolare. In sostanza è cosi. Un Fascismo come quello 1922-1944 non potrebbe più andare al potere in Italia: a meno che la sua illogica ideologia non si limitasse a puntare sull'«Ordine» come concetto del tutto autonomo, o addirittura tecnico: un «Ordine», cioè, non più al servizio di «Dio», della «Patria» e della <Famiglia», cose in cui nessuno crede più, soprattutto perché sono indissolubilmente legate all'idea di povertà» (non dico «ingiustizia»).
L' edonismo» del potere della società consumistica ha disabituato di colpo, in neanche un decennio, gli italiani alla rassegnazione, all'idea del sacrificio ecc.: gli italiani non son più disposti - e radicalmente - ad abbandonare quel tanto di comodità e di benessere (sia pur miserabile) che hanno in qualche modo raggiunto. Ciò che potrebbe promettere un nuovo Fascismo, dovrebbero essere appunto, dunque, «comodità e benessere»: che è una contraddizione in termini. In realtà tuttavia c'è stato, e c'è, in Italia un nuovo Fascismo che fonda il suo potere proprio sulla promessa della «comodità e del benessere».

Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari (1974)

Senso comune e concretezza

Non esiste razionalità senza senso comune e concretezza. Senza senso comune e concretezza la razionalità è fanatismo.

Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari 

Natura dei social?

La responsabilità della televisione, in tutto questo, è  enorme. Non certo in quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma è un centro elaboratore di messaggi. É il luogo dove si fa concreta una mentalità che altrimenti non si saprebbe dove collocare. É attraverso lo spirito della televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere.
Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano: il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre...

Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari (1973)

venerdì 18 gennaio 2019

Anticorpi della società

Cosa dicevano, col linguaggio inarticolato consistente nel segno monolitico dei capelli, i capelloni nel '66-67? Dicevano questo: «La civiltà consumistica ci ha nauseati. Noi protestiamo in modo radicale. Creiamo un anticorpo a tale civiltà, attraverso il rifiuto. Tutto pareva andare per il meglio, eh? La nostra generazione doveva essere una generazione di integrati? Ed ecco invece come si mettono in realtà le cose. Noi opponiamo la follia a un destino di «executives». Creiamo nuovi valori religiosi nell'entropia borghese, proprio nel momento in cui stava diventando perfettamente laica ed edonistica. Lo facciamo con un clamore e una violenza rivoluzionaria (violenza di non-violenti!) perché la nostra critica verso la nostra società è totale e intransigente.»

Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari

Nostalgia di casa

Quella sera eravamo a San Antonio e io ero abbastanza sfasata volevo la mia stanza, sai, il mio letto, il mio cane - e papà mi prese in braccio in mezzo alla fiera e mi disse di guardare la luna. "Se hai nostalgia di casa" disse, "basta che guardi insù. Perché la luna è la stessa dappertutto."

Donna Tartt, Il cardellino 

giovedì 17 gennaio 2019

Trasloco

Mentre le tende venivano tolte e le fotografie sparivano e i tappeti venivano arrotolati e portati via, mi venne in mente un cartone animato che avevo visto una volta con un personaggio che con la gomma cancellava la scrivania, la lampada, la sedia, la finestra, il panorama e tutto il suo ufficio dotato di ogni comfort, finché alla fine restava solo la gomma sospesa in un inquietante oceano bianco.

Donna Tartt, Il cardellino

mercoledì 16 gennaio 2019

Impossibile

"It always seems impossible until it's done."

Nelson Rolihlahla Mandela

martedì 15 gennaio 2019

Via d'uscita

«Ascolta» continuò, col tono più gentile e ipnoticamente rassicurante del suo repertorio, «so che tu e tua  madre avevate un legame fortissimo. Le ho parlato. Vi ho visti  assieme. E so perfettamente quanto ti manca.»
No, non lo sai, pensai,  fissandola negli occhi con insolenza.
«Devi capire, Theo» si era  poggiata all'indietro sulla sedia ricoperta con lo scialle, «che le piccole cose quotidiane sono in grado di lenire il dolore. Ma ti ci devi impegnare in prima persona. Sei tu quello che deve cercare la via d'uscita.»

Donna Tartt, Il cardellino 

Silenzio

Il silenzio tra noi era bello e misterioso, tenuto insieme dal filo e dalle voci che echeggiavano sottili e gelide nelle nostre orecchie. "Non devi parlare" disse. "Se non ti va". Aveva le palpebre pesanti e la voce era in sussurro, quasi un segreto. "Le persone vogliono sempre parlare, ma a me piace star zitta".

Donna Tartt, Il cardellino 

Ricordo che sbiadisce

Anche il ricordo cominciava a sbiadire e a rilucere d'irrealtà, come i dettagli di un sogno che se ti sforzi di trattenerli perdono consistenza.

Donna Tartt, Il cardellino 

Fluttuatore

Nonostante fosse corpulento, l'uomo era aggraziato, un «fluttuatore» l'avrebbe definito mia madre, c'era qualcosa di disinvolto e armonioso nel modo in cui si
muoveva.

Donna Tartt, Il cardellino 

venerdì 11 gennaio 2019

Competenza utile

«Sai leggere le mappe nautiche?» domandò il signor Barbour.

«Prego?» dissi. 

«Nel mio studio c'è una mappa fantastica che mi piacerebbe mostrarti. Non fare quella faccia, Andy. E' una competenza che può tornare utile a qualsiasi ragazzo.»

«Certo, se mai avessi bisogno di salutare
un rimorchiatore di passaggio.»

Donna Tartt, Il cardellino 

Un passo dopo l'altro

Un passo dopo l'altro. Non c'è altro modo per superare questa situazione.

Donna Tartt, Il cardellino 

giovedì 10 gennaio 2019

Bionda glaciale

La signora Barbour proveniva da una facoltosa famiglia di antiche origini olandesi, ed era talmente glaciale, bionda e incolore da sembrare dissanguata.  Era l'immagine stessa del contegno, niente la scuoteva e niente la turbava, e anche se non era bella, la sua calma possedeva il magnetismo della bellezza, una staticità così potente che quando entrava in una stanza le molecole si riallineavano tutte intorno a lei.

Donna Tartt, Il cardellino 

Umore grigio

Anche se il tragitto verso il nostro appartamento mi parve interminabile, non ricordo molto, eccetto l'umore grigio, freddo e piovoso che avvolgeva Madison Avenue: gli ombrelli che ballonzolavano, la folla che sciamava in silenzio verso Downtown, il senso di una moltitudine anonima come nelle foto in bianco e nero degli anni Trenta, con la gente assiepata davanti alle banche chiuse per fallimento o costretta a far la fila per il pane. Il mal di testa e la pioggia riducevano il mondo a un minuscolo cerchio malato attraverso il quale riuscivo a scorgere solo le spalle curve di quelli che camminavano davanti a me.

Donna Tartt, Il cardellino 

martedì 8 gennaio 2019

La lezione - Rembrandt


E adesso, Rembrandt annunciò mia madre. «Tutti dicono che La lezione è un quadro che parla del potere della ragione, dell'alba della ricerca scientifica eccetera, ma a me fa uno strano effetto vedere quei personaggi dall'aria educata e formale affollarsi intorno al tavolo anatomico come se fosse il buffet di una festa. Eppure... vedi le due figure un po' più distaccate sul fondo? Loro non guardano il corpo, guardano noi. Me e te. Come se potessero vederci qui in piedi, in questo momento... due persone del futuro. Sono sorpresi. Cosa ci fate voi li? Molto realistico. Ma, sorpresa» tracciò la sagoma del cadavere a mezz'aria, «la salma non lo è per niente. Emana uno strano bagliore, non ti pare? Quasi stessimo assistendo all'autopsia di un alieno. La luce si irradia fin sul viso degli astanti... Come se il cadavere fosse radioattivo, perché l'artista voleva che il nostro sguardo ne fosse attratto... voleva che risaltasse. E qui» indicò la mano scorticata, «richiama l'attenzione sulla mano dipingendola troppo grande, del tutto sproporzionata rispetto al corpo, hai visto? E la gira addirittura, di modo che il pollice cada dalla parte sbagliata. Be', l'ha fatto apposta. La mano è priva di pelle una cosa innaturale, fuori posto, che salta subito all'occhio -, ma il ribaltamento del pollice fa sembrare il tutto ancora più sbagliato, e pur non essendone consapevole chi guarda registra questa sensazione a livello subliminale. Un trucco alquanto intelligente.»

Donna Tartt, Il cardellino 

lunedì 7 gennaio 2019

Natura morta

«Be', gli olandesi hanno inventato il microscopio» disse. «Erano gioiellieri, tornitori di lenti. Ci tenevano ai dettagli, perché c'è un significato anche nelle cose minuscole. Ogni volta che vedi una mosca o un insetto in una natura morta - un petalo sfiorito, la lieve ammaccatura di una mela -, l'artista ti sta inviando un messaggio in codice. Ti sta dicendo che le cose vive non durano... che tutto è effimero. La morte è connaturata alla vita. Per questo si chiamano nature morte. Può essere che all'inizio, dentro tutta questa bellezza, questo rigoglio, tu non riesca a scorgere l'impercettibile traccia di marcescenza. Ma se guardi attentamente... la troverai.»

Donna Tartt, Il cardellino 

Pittori olandesi

I pittori olandesi erano maestri nel lavorare su questo confine.. la maturazione che scivola nella decomposizione, Il frutto è perfetto ma non durerà, è già sul punto di deperire.

Donna Tartt, Il cardellino

mercoledì 2 gennaio 2019

Chiedimi se sono felice

Se mettete una pallina su un piano inclinato la pallina comincia a scendere, e per quanto impercettibile sia l'inclinazione, inizia a correre e correre sempre più veloce. Fermarla, è impossibile.

Aldo, Giovanni e Giacomo