Per prima cosa dovevo inquadrare il cliente, capire quale immagine desiderava dare di sé, non tanto chi fosse in realtà (un arredatore saccente? una casalinga del New Jersey? un gay timido e poco sicuro di sé?), ma chi avrebbe voluto essere. Anche ai livelli più alti, si trattava sempre di gettare fumo negli occhi; tutti, in fondo, arredavano un palcoscenico. Il segreto era rivolgersi alla loro proiezione, al loro io ideale -il fine conoscitore, l'arguto viveur - anziché alla persona insicura che avevi di fronte. Era sempre meglio tenersi un po' a distanza e non essere troppo diretti. Imparai presto come vestirmi (al limite tra il classico e l'appariscente) e come trattare i clienti sofisticati e quelli meno sofisticati, calibrando gradi diversi di cortesia e indolenza; in entrambi i casi davo per scontata la loro esperienza, sapevo quando adularli e quando perdere interesse, allontanandomi al momento giusto.
Donna Tartt, Il cardellino
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